Prossima riunione
Lunedì 27 ore 17.00
nella sede di ChiamaMilano largo Corsia dei Servi
REPORT PRESIDIO PERMANENTE DAVANTI ALLA REGIONE LOMBARDIA DALL'1 AL 4 APRILE
Il Coordinamento Lavoratori della Scuola “3 ottobre” lo scorso 1-2-3 e 4 Aprile ha dato vita, in piazza Duca d'Aosta, tra la Stazione Centrale e il palazzo delle Regione Lombardia, a quattro intense giornate di protesta e informazione contro i tagli nella scuola statale targati Gelmini/Tremonti (che cancellano, tra personale docente e ATA, ben 131.900 posti di lavoro nei prossimi tre anni, suddivisi tra scuola primaria, scuola secondaria inferiore e scuola superiore); contro il disegno di legge Aprea che vuole trasformare le scuole pubbliche in fondazioni di diritto privato, cancellare il sistema di reclutamento tramite graduatoria per sostituirlo con quello “a chiamata diretta” e eliminare le Rappresentanze Sindacali all'interno degli istituti scolastici); contro il Modello di Istruzione Lombardo, che apre alla completa parificazione giuridica tra scuole pubbliche e scuole private e dà il via libera al finanziamento pubblico degli istituti di formazione privati, vietato dall'articolo 33 della Costituzione.
Con questa iniziativa di presidio permanente, noi lavoratori della scuola abbiamo voluto riportare all'attenzione della cittadinanza il complessivo piano di smantellamento della scuola pubblica che questo governo sta portando avanti - in continuità con i provvedimenti (tagli, autonomia, progetti di privatizzazione) adottati dai precedenti governi di centro-destra (legge Moratti) e centro-sinistra (legge Berlinguer, legge Fioroni) - e che rappresenta una seria minaccia alla qualità e alla libertà di insegnamento e rischia di compromettere il diritto allo studio per tutti. Attraverso il presidio abbiamo lanciato iniziative di informazione e di denuncia e azioni provocatorie come quella di costruire e far provare ai passanti la sagoma di un'aula 6x8 metri per 33 alunni, le nuove aule “modello-Gelmini”, pensate contro le più elementari norme di sicurezza e di attenzione per una didattica di qualità. Approfittando della vicinanza della stazione abbiamo spiegato, anche sotto la pioggia, le ragioni della nostra protesta a pendolari e viaggiatori, diffuso circa 2000 volantini, raccolto più di un centinaio di firme contro il DDL Aprea, tenuto lezioni in piazza che hanno attirato la curiosità dei passanti e raccolto la solidarietà concreta dei cittadini per le nostra condizione di lavoratori della scuola, in procinto di essere “tagliati” o finire in sovrannumero.
Abbiamo anche fatto un atto di gioiosa riappropriazione di uno spazio pubblico cittadino, come piazza Duca d'Aosta, calpestato tutti i giorni da centinaia di persone che la attraversano in tutta fretta per prendere un treno, un tram o la metro; una piazza di cui si parla esclusivamente per l'emergenza immigrati e di solito popolata solo da emarginati, poliziotti e militari armati, restituita per quattro pomeriggi alla cultura, alla partecipazione civile e democratica, alla libera discussione e confronto di idee, alla solidarietà, alla socialità, alla musica dal vivo e alle performances di artisti solidali; insomma abbiamo fatto “Scuola” nel senso più alto e democratico del termine.
Al centro della nostra protesta di queste quattro giornate non ci sono state però solo le rivendicazioni specifiche sulla scuola: la precarietà, la perdita dei posti di lavoro, l'attacco ai diritti fondamentali, lo smantellamento dello Stato sociale e delle risorse pubbliche essenziali riguarda tutti i lavoratori, sia pubblici che privati; la situazione attuale svela la necessità assoluta di unità e solidarietà tra tutti coloro che subiscono tagli, precarietà, licenziamenti e condizioni sempre meno garantite di sicurezza sul lavoro, affinché le proteste e i tentativi di resistenza e di organizzazione dal basso come il nostro, escano dal loro isolamento e comincino a dialogare insieme e a progettare iniziative comuni, così come oggi già accade in Francia o in Grecia. Un'unità che parta, perché no!, proprio dalla scuola pubblica, perché i tagli di docenti e personale ATA, la cancellazione del tempo pieno, l’eliminazione delle compresenze, l’aumento degli studenti per classe si ripercuotono soprattutto sulle famiglie più disagiate che maggiormente subiscono il peso della crisi; e lo smantellamento di una scuola pubblica per tutti abbassa il livello culturale e sociale generale, e di conseguenza la capacità di rivendicare i propri diritti di cittadini e di lavoratori e la possibilità effettiva di partecipazione democratica delle nuove generazione.
Durante il presidio permanente abbiamo, inoltre, posto al centro della nostra protesta il fondamentale problema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Anche le scuole sono “luoghi di lavoro” che, a fronte degli enormi tagli di personale e risorse finanziarie, versano spesso in condizioni disastrose per mancanza di manutenzione ed adeguamento delle strutture. Riprove ne sono i continui crolli che hanno prodotto purtroppo anche alcune vittime, come lo studente di Rivoli (Torino) morto lo scorso novembre, e la presenza di amianto non ancora smaltito nelle scuole (come nelle case popolari e nelle ex aree industriali), pericolo ben più infido che rischia di diventare nei prossimi anni una grande “emergenza” sociale che assumerà dimensioni endemiche. Vanno quindi contrastate e denunciate senza alcuna remora tutte le situazioni che rendono pericolosi e insalubri gli ambienti scolastici (e l'aumento degli alunni per classe peggiorerà sicuramente la situazione), ma anche gli aspetti che possono contribuire e favorire l'insorgere di malattie professionali e stress.
Per questo come Coordinamento Lavoratori della Scuola abbiamo ribadito la necessità, anche sulla battaglia per la sicurezza sui luoghi di lavoro, di trovare un'unità concreta con gli altri lavoratori attraverso la realizzazione di iniziative comuni, come la partecipazione alla manifestazione nazionale “contro i morti sul lavoro, la salute negata e la precarietà” di Taranto del prossimo 18 aprile. In coerenza con questo principio di unità di fronte alla crisi abbiamo aderito allo sciopero generale CGIL del 4 aprile e aderiremo al prossimo sciopero generale dei sindacati di base e continueremo a lanciare iniziative concrete, come quella dei presidi, che diano visibilità a un movimento di resistenza contro tagli e i licenziamenti, da qualunque parte essi vengano, per coordinare la nostra lotta di lavoratori della scuola con quella di tutti gli altri, a partire da quella dei precari della conoscenza (redattori della scolastica e ricercatori universitari) e degli studenti che, come noi, subiscono gli effetti dei provvedimenti Gelmini-Tremonti e delle politiche di privatizzazione delle risorse pubbliche.
INVITIAMO TUTTI I LAVORATORI, DELLA SCUOLA E NON, E TUTTI GLI STUDENTI A PARTECIPARE ALLA NOSTRA PROSSIMA RIUNIONE ORGANIZZATIVA, MARTEDI 21 APRILE PRESSO L'ASSOCIAZIONE CHIAMA-MILANO IN LARGO CORSIA DEI SERVI 11, DALLE 15 ALLE 18 O A SCRIVERCI ALLA MAIL: coordinamento3ottobre@gmail.
O SUL NOSTRO BLOG: http://
Report dell'assemblea sulla salute e sicurezza del 3 aprile
L'assemblea è stata aperta con l'illustrazione dell' inchiesta sul rapporto numero alunni per classe/spazio aule che si sta portando avanti, in particolare, in alcune scuole superiori.
E' stato spiegato come l'aumento del numero degli alunni per classe, previsto nella L. 133, nei fatti, attacca il diritto allo studio, in primis, degli alunni diversamente abili, ma rende difficile una didattica efficace per tutti. In tutti gli ordini di studi, inoltre si “deroga” al principio di attenzione alle esigenze dei singoli alunni in termini di tempi di apprendimento, percorsi individualizzati.
E' stato, inoltre, denunciato che, a fronte degli enormi tagli di personale e risorse, le scuole spesso versano in condizioni inadeguate per mancanza di manutenzione ed adeguamento delle strutture.
In particolare, la Regione Lombardia si è “distinta” nel favorire le scuole private con il buono scuola, ma si è spinta oltre addirittura finanziando la realizzazione a Crema di una scuola cattolica. Scuola privata finanziata anche dallo Stato.
“Le scuole sono, in primis, luoghi di lavoro” e, quindi, vanno contrastate e denunciate senza alcuna remora tutte le situazioni che rendono insalubri gli ambienti, ma anche gli aspetti che possono contribuire e favorire l'insorgere di malattie professionali, stress. E' stato ricordato come emblematico l'esempio della Thyssen, dove, all'indomani della strage del 6 dicembre, è venuta drammaticamente alla luce la mancanza delle elementari cure e attenzioni per la salute e sicurezza; inoltre, anche, il nesso tra “crisi”, precarietà e tendenza a sottovalutare o sottacere questi fondamentali aspetti.
L' altra grande “emergenza” che, nei prossimi anni assumerà dimensioni sociali endemiche è rappresentato dal pericolo amianto – frequenti sono le denunce di amianto non smaltito nelle scuole, case popolari, ex aree industriali, dove pure sono presenti numerose altre sostanze nocive, mai bonificate-, come anche gli effetti nefasti delle cosidette grandi opere.
E' stata ribadita la necessità di assunzione di responsabilità, di dare forza materiale a questa che si configura come una battaglia d'importanza vitale, a partire dalle fabbriche e dai luoghi di lavoro, ma si estende alla società intera, con l'invito ad aderire alla manifestazione di Taranto, città emblematica di tutti gli aspetti- dall' Ilva con le morti sul lavoro alla diossina- del 18 aprile, promossa dalla Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro.
Infine, si cominciano a “toccare” con mano gli effetti nefasti dei tagli all' Università e alla ricerca , da un lato, dall'altro l'intervento diretto dei privati che, ad esempio nel campo della ricerca farmaceutica “inducono” ad utilizzare dei farmaci per poter accedere ai finanziamenti, con buona pace dell'autonomia dei ricercatori, ma con gravi ripercussioni sulla salute di tutti.