Si sta tenendo in queste ore l'assemblea NO EXPO debito-cemento-precarietà di cui siamo testimoni attivi in una ex sede dell'ANPI. Nonostante gli scandali già alla luce del sole nei cantieri teatro di loschi affari tra politici e criminalità organizzata, EXPO2015 non è contestabile. E così mentre Regione Lombardia sponsorizza convegni e seminari omofobici, il Prefetto di Milano si assume il compito della repressione chiudendo l'Università statale dove oggi era prevista l'assemblea. Lavoratori, disoccupati, studenti, attivisti per il diritto all'abitare sono qui oggi per smascherare tutto quello che c'è dietro il modello EXPO.
Nessuno chiude i cantieri in mano alle mafie, ma si chiude l'università dove avrebbe dovuto riunirsi una assemblea nazionale di movimento. Perché non si può contestare la grande manifestazione in cui è nato il protocollo sindacale d'intesa che ha fatto da apripista al JobsAct? Perché non si può contestare il tentativo di trasformare università e scuola in un serbatoio da cui attingere risorse da sfruttare con l'alibi del volontariato? Perché non si possono contestare sponsor e partner discutibili? Perché non si possono contestare le scelte folli di distruzione del territorio? Perché non si può dire in un luogo pubblico: NO EXPO!?
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