CONTRO I TENTATIVI DI DIVIDERCI IN UNA GUERRA “PER O CONTRO IL PETTINE” TRA LAVORATORI DEL SUD E DEL NORD RIPRENDIAMO UNITI LA LOTTA CONTRO I TAGLI E PER L'ASSUNZIONE IN RUOLO DI TUTTI I PRECARI INSERITI NELLE GRADUATORIE AD ESAURIMENTO
COSTRUIAMO DAL BASSO LA PARTECIPAZIONE ALLO SCIOPERO GENERALE DEL 6 MAGGIO
ASSEMBLEA DEI PRECARI DELLA SCUOLA
MERCOLEDI 23 MARZO ORE 15
PRESSO ASSOCIAZIONE CHIAMA MILANO
LARGO CORSIA DEI SERVI
MM DUOMO
Richiedi l’iscrizione alla nostra mailing list, inviandoci una mail al seguente indirizzo: coordinamento3ottobre@gmail.com
30 aprile 2010
24 aprile 2010
SECONDA ASSEMBLEA PUBBLICA SULLO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI
Il Coordinamento "3 ottobre" ricorda l'appuntamento del 10 maggio: seconda assemblea pubblica dei lavoratori della scuola sullo sciopero degli scrutini del 14 e 15 giugno.
Dopo avere illustrato e discusso gli aspetti legali dello sciopero, cercheremo ora di costruire una mappatura delle scuole raggiunte dai volantinaggi e in cui abbiamo contatti sicuri e discuteremo degli aspetti pratici dell'organizzazione all'interno dei singoli istituti.
Intervenite numerosi, portate con voi i colleghi interessati allo sciopero e gli indecisi.
Etichette:
Assemblee,
Blocco scrutini
23 aprile 2010
FAQ – SCIOPERO DEGLI SCRUTINI Rete Organizzata Docenti e ATA Precari Scuola Veneto
FAQ – SCIOPERO DEGLI SCRUTINI Rete Organizzata Docenti e ATA Precari Scuola Veneto
► Ancora uno sciopero? Basta, non servono a nulla, e ne ho già fatti!
No, lo sciopero degli scrutini blocca temporaneamente l'ingranaggio della macchina burocratica scolastica ed il tuo contributo non regala né un giorno di vacanza agli studenti né soltanto parte della tua busta paga al Tesoro. Non blocchi lo scrutinio, ma lo rinvii! Tanti rinvii inceppa la macchina!
► Nessuno lo vuole fare, sarei solo io a farlo! Lo sciopero degli scrutini è fallimentare in partenza!
No, basta solo una persona a rinviare uno o più scrutini in una sola giornata, purché questi scrutini non tocchino le classi terminali. Le classi terminali sono quelle di fine ciclo quali le quinte in tutte le scuole superiori, le terze nei professionali e nelle scuole medie. Poche persone, quindi, possono bloccare tanti scrutini! Non è l'esercito che conta ma come sono posizionati i cecchini!
►Al Sindacato mi hanno detto che sarò sanzionata/o!
Lo sciopero degli scrutini è concreto strumento di lotta in mano ai lavoratori! Lo sciopero degli scrutini parte dal basso! Non sarai sanzionato perché la legge 146 del 90, la sua revisione del 2000 e l'applicazione contrattuale permette di scioperare ad ATA e docenti, durante gli scrutini, purché non siano di classi terminali. Il Sindacato teme una tale forma di protesta in quanto non può controllarla e rimette nelle mani del lavoratore una delega che talvolta risulta essere una vera e propria delega in bianco, sia dal punto di vista politico che contrattuale. I Sindacati vicini ai lavoratori si muovono con essi e non gli ostacolano nelle azioni di lotta. I Sindacati corporativi ostacolano i lavoratori nelle loro legittime forme di lotta.
►Ma in pratica come rinviare in modo efficiente uno scrutinio?
Se tu sei un mio collega e lavoriamo nella stessa classe è inutile che entrambi scioperiamo per rinviare lo steso scrutinio. Basta una persona a rinviarlo. Organizzati coi tuoi collegi e minimizzando il tuo danno economico massimizzerai l'effetto della comune lotta.
►Alcuni colleghi di ruolo, forti del loro contratto a tempo indeterminato, non seguiranno un precario come me in questa azione!
E' vero, alcuni di essi ragionano proprio così. Dicono: da qualche parte, mal che vada, mi butteranno! Ora, informati, questo non è proprio vero! Anche il docente di ruolo può avere come prospettiva, forse non immediata, il licenziamento! Poi, guardando alla nostra parte, vi sono precari di pari stampo e tu lo sai bene, questi sono quelli che pensano al loro orticello, che alle chiamate ti fregano le ore o fanno straordinario prendendo ore ad altri precari e che pensano comunque di cavarsela! In realtà puoi trovare dei forti ed inaspettati alleati fra i colleghi soprannumerari che – sono tanti già a partire dall'anno scolastico che verrà – ti seguiranno! E poi in gioco non c’è solo l’espulsione dei precari e la trasformazione in soprannumerari di molti colleghi di ruolo, ma anche lo smantellamento della Scuola pubblica; molti colleghi a tempo indeterminato sono sensibili, anche se materialmente non perderanno il posto.
►Io non sciopero perché il giorno in cui c'è lo sciopero non cadono i miei scrutini o perché qualcun altro già sciopera! Io non sciopero perché sono disoccupato, quindi arrangiatevi tutti!
Tu puoi partecipare alla lotta volantinando, picchettando e partecipando all'insieme di iniziative che culminano con lo sciopero degli scrutini. Chi aderirà alla lotta, se non sciopererà, darà un contributo di 10€ in modo da sovvenzionare i colleghi che sciopereranno!
►Ma il contributo di 10€ per chi non sciopera durante gli scrutini ma vuole partecipare alla lotta attivamente è obbligatorio? O scioperi o sganci! Brutale?
No, la solidarietà è concreta e molti già apprezzano la possibilità di tale contributo! L'unità in una protesta non si basa sulle sole parole ma sui fatti! Il tuo collega che sciopera perde ben più di 10€! Il tuo contributo può aiutare chi è in prima linea!
►Nella mia scuola si fa uso di una piattaforma on-line attraverso cui immetto i voti per lo scrutinio. Se non ci sono prenderanno i miei voti e mi chiameranno a firmare il tabellone il giorno successivo alla mia assenza per sciopero.
No! Lo scrutinio viene rinviato se non ci sei. Il consiglio di classe deve essere “perfetto”. I voti sono solo proposti dal docente titolare della materia e approvati, previa discussione, dall’intero Consiglio di Classe. Quindi tu hai diritto a discutere il profitto in tutte le materie di tutti i tuoi allievi. La prassi di immettere i voti prima nella piattaforma informatica – che i D.S. sollecitano – è solo per semplificare e velocizzare il lavoro del consiglio di classe, e non è neppure un obbligo del singolo docente, quindi chi aderirà allo sciopero non è tenuto a trasmettere le proposte di voto giorni prima. Tieni comunque in ordine il registro che qualche DS potrebbe ricattarti anche subdolamente! Ricordati che il DS ha un ruolo essenziale nell'attuazione dei tagli, quindi, di fatto, si trova dalla parte di chi ti sta licenziando.
►Siete i soliti politicizzati e non avete voglia di lavorare, da bravi statali privilegiati! Io non sono come voi!
Ottimo, continua a ragionare così. Quando vedrai che i tuoi figli a scuola non imparano nulla, quando vedrai che, anche se paghi le tasse, non avrai servizi, ti dovrai pagare il medico, dovrai leccare il culo al DS o al politico di turno per sopravvivere, il tuo lavoro non verrà remunerato onestamente e verrai sfruttato, come avviene ora con gli scatti di anzianità che da precario non percepisci, anche se sei supplente da 10 o 20 anni, non lamentarti con noi!
►Lo sciopero degli scrutini è l'unica forma di lotta? Non è che sia voluta da certi nostalgici?
La legge tiene al fatto che noi non si blocchi la macchina burocratica specialmente nel momento in cui i processi del lavoro scolastico entrano in certe fasi critiche, come alla fine dei quadrimestri e durante gli esami. Bloccare la macchina in questi momenti è una delle forme di lotta realmente efficaci. Non a caso la legge ha cercato di limitare il più possibile le azioni di protesta durante scrutini ed esami, e di blocchi non se ne possono fare! Ci sono tutta una serie di altre forme di protesta utili e che valuteremo a fianco dello sciopero ma poche – in realtà non ce ne vengono in mente di altrettanto efficaci in questo momento – sono paragonabili allo sciopero degli scrutini. Sfida chiunque neghi ciò a trovare una forma di lotta più efficace!
►Ma io danneggio i miei studenti! Non posso in coscienza scioperare, andrei contro la mia vocazione di docente!
Scusa, ma lo sciopero sai cosa è? Il ferroviere quando sciopera danneggia te che viaggi. Tu chi hai intenzione di danneggiare? Solo te stesso? E poi non blocchi mica le lezioni, ti astieni da un’attività burocratica e basta. Di fronte allo smantellamento della Scuola che sta avvenendo con la cosiddetta Riforma Gelmini, non crediamo sia grave che studenti e famiglie sapranno l’esito dell’anno scolastico qualche giorno dopo.
►E dopo? E se non funziona?
Lo sciopero degli scrutini può veramente segnare l'avvio di forme di lotta anche più aspre. I lavoratori nella lotta hanno molto speso trovato consapevolezza politica, compagni ed amici insperati! A settembre sarà difficile che tutto sia come prima! Gli USP avranno qualche difficoltà a riproporre il rito delle chiamate senza inghippi.
Venezia, 20 aprile 2010.
► Ancora uno sciopero? Basta, non servono a nulla, e ne ho già fatti!
No, lo sciopero degli scrutini blocca temporaneamente l'ingranaggio della macchina burocratica scolastica ed il tuo contributo non regala né un giorno di vacanza agli studenti né soltanto parte della tua busta paga al Tesoro. Non blocchi lo scrutinio, ma lo rinvii! Tanti rinvii inceppa la macchina!
► Nessuno lo vuole fare, sarei solo io a farlo! Lo sciopero degli scrutini è fallimentare in partenza!
No, basta solo una persona a rinviare uno o più scrutini in una sola giornata, purché questi scrutini non tocchino le classi terminali. Le classi terminali sono quelle di fine ciclo quali le quinte in tutte le scuole superiori, le terze nei professionali e nelle scuole medie. Poche persone, quindi, possono bloccare tanti scrutini! Non è l'esercito che conta ma come sono posizionati i cecchini!
►Al Sindacato mi hanno detto che sarò sanzionata/o!
Lo sciopero degli scrutini è concreto strumento di lotta in mano ai lavoratori! Lo sciopero degli scrutini parte dal basso! Non sarai sanzionato perché la legge 146 del 90, la sua revisione del 2000 e l'applicazione contrattuale permette di scioperare ad ATA e docenti, durante gli scrutini, purché non siano di classi terminali. Il Sindacato teme una tale forma di protesta in quanto non può controllarla e rimette nelle mani del lavoratore una delega che talvolta risulta essere una vera e propria delega in bianco, sia dal punto di vista politico che contrattuale. I Sindacati vicini ai lavoratori si muovono con essi e non gli ostacolano nelle azioni di lotta. I Sindacati corporativi ostacolano i lavoratori nelle loro legittime forme di lotta.
►Ma in pratica come rinviare in modo efficiente uno scrutinio?
Se tu sei un mio collega e lavoriamo nella stessa classe è inutile che entrambi scioperiamo per rinviare lo steso scrutinio. Basta una persona a rinviarlo. Organizzati coi tuoi collegi e minimizzando il tuo danno economico massimizzerai l'effetto della comune lotta.
►Alcuni colleghi di ruolo, forti del loro contratto a tempo indeterminato, non seguiranno un precario come me in questa azione!
E' vero, alcuni di essi ragionano proprio così. Dicono: da qualche parte, mal che vada, mi butteranno! Ora, informati, questo non è proprio vero! Anche il docente di ruolo può avere come prospettiva, forse non immediata, il licenziamento! Poi, guardando alla nostra parte, vi sono precari di pari stampo e tu lo sai bene, questi sono quelli che pensano al loro orticello, che alle chiamate ti fregano le ore o fanno straordinario prendendo ore ad altri precari e che pensano comunque di cavarsela! In realtà puoi trovare dei forti ed inaspettati alleati fra i colleghi soprannumerari che – sono tanti già a partire dall'anno scolastico che verrà – ti seguiranno! E poi in gioco non c’è solo l’espulsione dei precari e la trasformazione in soprannumerari di molti colleghi di ruolo, ma anche lo smantellamento della Scuola pubblica; molti colleghi a tempo indeterminato sono sensibili, anche se materialmente non perderanno il posto.
►Io non sciopero perché il giorno in cui c'è lo sciopero non cadono i miei scrutini o perché qualcun altro già sciopera! Io non sciopero perché sono disoccupato, quindi arrangiatevi tutti!
Tu puoi partecipare alla lotta volantinando, picchettando e partecipando all'insieme di iniziative che culminano con lo sciopero degli scrutini. Chi aderirà alla lotta, se non sciopererà, darà un contributo di 10€ in modo da sovvenzionare i colleghi che sciopereranno!
►Ma il contributo di 10€ per chi non sciopera durante gli scrutini ma vuole partecipare alla lotta attivamente è obbligatorio? O scioperi o sganci! Brutale?
No, la solidarietà è concreta e molti già apprezzano la possibilità di tale contributo! L'unità in una protesta non si basa sulle sole parole ma sui fatti! Il tuo collega che sciopera perde ben più di 10€! Il tuo contributo può aiutare chi è in prima linea!
►Nella mia scuola si fa uso di una piattaforma on-line attraverso cui immetto i voti per lo scrutinio. Se non ci sono prenderanno i miei voti e mi chiameranno a firmare il tabellone il giorno successivo alla mia assenza per sciopero.
No! Lo scrutinio viene rinviato se non ci sei. Il consiglio di classe deve essere “perfetto”. I voti sono solo proposti dal docente titolare della materia e approvati, previa discussione, dall’intero Consiglio di Classe. Quindi tu hai diritto a discutere il profitto in tutte le materie di tutti i tuoi allievi. La prassi di immettere i voti prima nella piattaforma informatica – che i D.S. sollecitano – è solo per semplificare e velocizzare il lavoro del consiglio di classe, e non è neppure un obbligo del singolo docente, quindi chi aderirà allo sciopero non è tenuto a trasmettere le proposte di voto giorni prima. Tieni comunque in ordine il registro che qualche DS potrebbe ricattarti anche subdolamente! Ricordati che il DS ha un ruolo essenziale nell'attuazione dei tagli, quindi, di fatto, si trova dalla parte di chi ti sta licenziando.
►Siete i soliti politicizzati e non avete voglia di lavorare, da bravi statali privilegiati! Io non sono come voi!
Ottimo, continua a ragionare così. Quando vedrai che i tuoi figli a scuola non imparano nulla, quando vedrai che, anche se paghi le tasse, non avrai servizi, ti dovrai pagare il medico, dovrai leccare il culo al DS o al politico di turno per sopravvivere, il tuo lavoro non verrà remunerato onestamente e verrai sfruttato, come avviene ora con gli scatti di anzianità che da precario non percepisci, anche se sei supplente da 10 o 20 anni, non lamentarti con noi!
►Lo sciopero degli scrutini è l'unica forma di lotta? Non è che sia voluta da certi nostalgici?
La legge tiene al fatto che noi non si blocchi la macchina burocratica specialmente nel momento in cui i processi del lavoro scolastico entrano in certe fasi critiche, come alla fine dei quadrimestri e durante gli esami. Bloccare la macchina in questi momenti è una delle forme di lotta realmente efficaci. Non a caso la legge ha cercato di limitare il più possibile le azioni di protesta durante scrutini ed esami, e di blocchi non se ne possono fare! Ci sono tutta una serie di altre forme di protesta utili e che valuteremo a fianco dello sciopero ma poche – in realtà non ce ne vengono in mente di altrettanto efficaci in questo momento – sono paragonabili allo sciopero degli scrutini. Sfida chiunque neghi ciò a trovare una forma di lotta più efficace!
►Ma io danneggio i miei studenti! Non posso in coscienza scioperare, andrei contro la mia vocazione di docente!
Scusa, ma lo sciopero sai cosa è? Il ferroviere quando sciopera danneggia te che viaggi. Tu chi hai intenzione di danneggiare? Solo te stesso? E poi non blocchi mica le lezioni, ti astieni da un’attività burocratica e basta. Di fronte allo smantellamento della Scuola che sta avvenendo con la cosiddetta Riforma Gelmini, non crediamo sia grave che studenti e famiglie sapranno l’esito dell’anno scolastico qualche giorno dopo.
►E dopo? E se non funziona?
Lo sciopero degli scrutini può veramente segnare l'avvio di forme di lotta anche più aspre. I lavoratori nella lotta hanno molto speso trovato consapevolezza politica, compagni ed amici insperati! A settembre sarà difficile che tutto sia come prima! Gli USP avranno qualche difficoltà a riproporre il rito delle chiamate senza inghippi.
Venezia, 20 aprile 2010.
21 aprile 2010
Prossima riunione
20 aprile 2010
Documento di solidarietà al C3o dall'Rdb Scuola
CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SCUOLA SOLIDARIETA’ AI COLLEGHI DEL COORDINAMENTO 3 OTTOBRE DI MILANO
Cari colleghi, RdB Scuola esprime convinta solidarietà in vista dell’importantissimo e significativo momento di protesta di martedì 20 aprile che vi vedrà impegnati in occasione dell’incontro tra dirigenti scolastici e industriali lombardi. Non c’è dubbio che l’introduzione dei comitati tecnici nelle scuole superiori sia un chiaro elemento di privatizzazione, pensato allo scopo di finalizzare la scuola pubblica ai profitti delle imprese; ciò al prezzo di una sempre più marcata precarizzazione, dello sfruttamento del personale e dello svilimento dei percorsi formativi per le giovani generazioni.In questi mesi stiamo rilevando continui segnali della crescente svendita della scuola ai privati. La norma sull’apprendistato a 14 anni; l’introduzione di corsi disciplinari pomeridiani gestiti direttamente dalle imprese con personale sottopagato e sfruttato e con l’espulsione di precari statali che svolgevano lo stesso lavoro; il sempre maggiore ricorso a contratti di prestazione d’opera nelle scuole e ai “contributi” delle famiglie per il semplice funzionamento; il proliferare di “aziende scolastiche paritarie”, dimostrano il vero disegno della politica scolastica di questo governo. Altro che riforme, l’obiettivo è regalare ai privati fondi pubblici ed enormi prospettive di profitto. Per realizzarlo si è puntato a triplicare i precari in dieci anni, mediante la non sostituzione del personale che andava in pensione con personale assunto; ciò al fine di poter poi più facilmente tagliare i posti di lavoro ed esternalizzare quote crescenti dell’istruzione. Il piano è talmente spudorato che lo steeso sottosegretario Bocchieri, numero 2 del ministero, risulta essere vice presidente della maggiore azienda di lavoro interinale del paese. Non stupisce che sia stato proprio lui a curare i dettagli tecnico-politici della riforma delle superiori. Occorre denunciare con forza questo scempio e vediamo nella vostra protesta un segnale chiaro e determinato, da prendere ad esempio e riproporre in ogni città.Dovremo ora cercare di bloccare questo disegno scellerato, proseguendo nelle azioni di opposizione e puntando allo sciopero degli scrutini del secondo quadrimestre.RdB Scuola è pronta allo sciopero e sta lanciando una campagna di sensibilizzazione e di consultazione tra i lavoratori per promuoverne la riuscita attraverso una reale adesione che fondi sulla volontà espressa nei luoghi di lavoro.Siamo certi che ci troveremo fianco a fianco. Nel frattempo, buona lotta.
Roma, 18 aprile 2010
Coordinamento Nazionale RdB Scuola RdB/Cub Scuola
Via dell'Aeroporto 129 Roma
Info@scuola.rdbcub.it
sito http://www.rdbcub.it/
Cari colleghi, RdB Scuola esprime convinta solidarietà in vista dell’importantissimo e significativo momento di protesta di martedì 20 aprile che vi vedrà impegnati in occasione dell’incontro tra dirigenti scolastici e industriali lombardi. Non c’è dubbio che l’introduzione dei comitati tecnici nelle scuole superiori sia un chiaro elemento di privatizzazione, pensato allo scopo di finalizzare la scuola pubblica ai profitti delle imprese; ciò al prezzo di una sempre più marcata precarizzazione, dello sfruttamento del personale e dello svilimento dei percorsi formativi per le giovani generazioni.In questi mesi stiamo rilevando continui segnali della crescente svendita della scuola ai privati. La norma sull’apprendistato a 14 anni; l’introduzione di corsi disciplinari pomeridiani gestiti direttamente dalle imprese con personale sottopagato e sfruttato e con l’espulsione di precari statali che svolgevano lo stesso lavoro; il sempre maggiore ricorso a contratti di prestazione d’opera nelle scuole e ai “contributi” delle famiglie per il semplice funzionamento; il proliferare di “aziende scolastiche paritarie”, dimostrano il vero disegno della politica scolastica di questo governo. Altro che riforme, l’obiettivo è regalare ai privati fondi pubblici ed enormi prospettive di profitto. Per realizzarlo si è puntato a triplicare i precari in dieci anni, mediante la non sostituzione del personale che andava in pensione con personale assunto; ciò al fine di poter poi più facilmente tagliare i posti di lavoro ed esternalizzare quote crescenti dell’istruzione. Il piano è talmente spudorato che lo steeso sottosegretario Bocchieri, numero 2 del ministero, risulta essere vice presidente della maggiore azienda di lavoro interinale del paese. Non stupisce che sia stato proprio lui a curare i dettagli tecnico-politici della riforma delle superiori. Occorre denunciare con forza questo scempio e vediamo nella vostra protesta un segnale chiaro e determinato, da prendere ad esempio e riproporre in ogni città.Dovremo ora cercare di bloccare questo disegno scellerato, proseguendo nelle azioni di opposizione e puntando allo sciopero degli scrutini del secondo quadrimestre.RdB Scuola è pronta allo sciopero e sta lanciando una campagna di sensibilizzazione e di consultazione tra i lavoratori per promuoverne la riuscita attraverso una reale adesione che fondi sulla volontà espressa nei luoghi di lavoro.Siamo certi che ci troveremo fianco a fianco. Nel frattempo, buona lotta.
Roma, 18 aprile 2010
Coordinamento Nazionale RdB Scuola RdB/Cub Scuola
Via dell'Aeroporto 129 Roma
Info@scuola.rdbcub.it
sito http://www.rdbcub.it/
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Sit-in sotto l'Assolombarda 20/04/'10
Scarica l'adesivo: SCIOPERO degli SCRUTINI 14-15 GIUGNO
14 e 15 giugno.
Aiutaci a far girare la notizia: scarica l'adesivo, stampalo e diffondilo.
Vuoi darci anche un aiuto a volantinare o vuoi semplicemente ritirare gli adesivi da noi?
Allora, contattaci via mail: coordinamento3ottobre@blogspot.com
Oppure partecipa alla prossima riunione del C3o.
19 aprile 2010
SIT-IN di PROTESTA CONTRO L'INGRESSO DEI PRIVATI NELLE SCUOLE
Il riordino delle scuole superiori non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e l'Ufficio scolastico provinciale si affretta a far entrare gli imprenditori nelle scuole, invitando i dirigenti scolastici degli Istituti tecnici a partecipare il giorno 20 aprile ad un incontro nella sede di Assolombarda, che ha come "obiettivo avviare un programma di lavoro comune fra scuola e aziende finalizzato:
1. al rilevamento del fabbisogno di competenze delle imprese;
2. al consolidamento della rete di imprenditori attivi nel rapporto con gli istituti tecnici del territorio;
3. alla formulazione di contributi per la ridefinizione dei profili formativi offerti dagli istituti tecnici".
Sono quindi palesi i veri obiettivi della Riforma Gelmini-Tremonti:
- risparmiare tagliando migliaia di posti di lavoro di docenti e personale Ata;
- far entrare i privati nella scuole per renderle funzionali al mercato e sfornare giovani lavoratori sempre più precari, da sfruttare a proprio piacimento perché privi di istruzione e di senso critico!
Mano d’opera specializzata e elettori manipolabili al posto di cittadini e lavoratori consapevoli dei propri diritti.
Come lavoratori della scuola protestiamo da mesi contro questo progetto di distruzione iniziato con la legge 133, che vedrà la sua completa attuazione con l’approvazione del
PDL Aprea e con la regionalizzazione della scuola. Per questi motivi partecipiamo, insieme ai coordinamenti di lavoratori della scuola di tutta Italia, alla campagna per la costruzione dello sciopero degli scrutini di giugno. All'interno di questa mobilitazione lanciamo un
SIT-IN di PROTESTA CONTRO L'INGRESSO DEI PRIVATI NELLE SCUOLE
20 aprile, dalle 16,30 alle 19 presso l'Assolombarda, via Pantano 9
PERCHÉ LA SCUOLA PUBBLICA CONTINUI A FORMARE IL CITTADINO,NON IL LAVORATORE PRECARIO DI DOMANI!!
NO ALL'INGRESSO DEI PRIVATI DELLA SCUOLANO AI TAGLI DI MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORONO ALLA REGIONALIZZAZIONE DELL'ISTRUZIONE
Coordinamento lavoratori della scuola "3ottobre"- C.P.S. Milano
http://coordinamentoscuola3ottobre.blogspot.com
coordinamento3ottobre@gmail.com
1. al rilevamento del fabbisogno di competenze delle imprese;
2. al consolidamento della rete di imprenditori attivi nel rapporto con gli istituti tecnici del territorio;
3. alla formulazione di contributi per la ridefinizione dei profili formativi offerti dagli istituti tecnici".
Sono quindi palesi i veri obiettivi della Riforma Gelmini-Tremonti:
- risparmiare tagliando migliaia di posti di lavoro di docenti e personale Ata;
- far entrare i privati nella scuole per renderle funzionali al mercato e sfornare giovani lavoratori sempre più precari, da sfruttare a proprio piacimento perché privi di istruzione e di senso critico!
Mano d’opera specializzata e elettori manipolabili al posto di cittadini e lavoratori consapevoli dei propri diritti.
Come lavoratori della scuola protestiamo da mesi contro questo progetto di distruzione iniziato con la legge 133, che vedrà la sua completa attuazione con l’approvazione del
PDL Aprea e con la regionalizzazione della scuola. Per questi motivi partecipiamo, insieme ai coordinamenti di lavoratori della scuola di tutta Italia, alla campagna per la costruzione dello sciopero degli scrutini di giugno. All'interno di questa mobilitazione lanciamo un
SIT-IN di PROTESTA CONTRO L'INGRESSO DEI PRIVATI NELLE SCUOLE
20 aprile, dalle 16,30 alle 19 presso l'Assolombarda, via Pantano 9
PERCHÉ LA SCUOLA PUBBLICA CONTINUI A FORMARE IL CITTADINO,NON IL LAVORATORE PRECARIO DI DOMANI!!
NO ALL'INGRESSO DEI PRIVATI DELLA SCUOLANO AI TAGLI DI MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORONO ALLA REGIONALIZZAZIONE DELL'ISTRUZIONE
Coordinamento lavoratori della scuola "3ottobre"- C.P.S. Milano
http://coordinamentoscuola3ottobre.blogspot.com
coordinamento3ottobre@gmail.com
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Sit-in sotto l'Assolombarda 20/04/'10
15 aprile 2010
Adesivo sciopero scrutini
Vuoi aiutarci a diffondere l'adesivo sullo sciopero degli scrutini del 14 e 15 giugno?
Scaricalo adesso dal blog e stampalo,
oppure contattaci, scrivendoci a coordinamento3ottobre@gmail.com
Scaricalo adesso dal blog e stampalo,
oppure contattaci, scrivendoci a coordinamento3ottobre@gmail.com
Prossima riunione C3o
14 aprile 2010
Normativa sullo sciopero degli scrutini
SCIOPERO DEGLI SCRUTINI, SI PUO'!!!
La legge del 12 giugno 1990, n. 146, che regola l'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, limita fortemente il diritto di sciopero dei lavoratori della scuola durante il periodo degli scrutini, rendendo nei fatti illegale bloccare gli scrutini di fine anno, tuttavia tale legge non impedisce ai lavoratori di scioperare durante gli scrutini.
Se entriamo nel merito dell'attuazione della legge 146/90 all'interno dell'art. 3 del CCNL 1998/2001 leggiamo infatti che:
a. Non saranno effettuati scioperi a tempo indeterminato;[...]
c. Ciascuna azione di sciopero, anche se trattasi di sciopero breve o di sciopero generale, non può superare, per ciascun ordine e grado di scuola i due giorni consecutivi; tra un’azione e la successiva deve intercorrere un intervallo di tempo non inferiore a sette giorni; [...]
g.Gli scioperi proclamati e concomitanti con le giornate nelle quali è prevista l’effettuazione degli scrutini finali non devono differirne la conclusione nei soli casi in cui il compimento dell’attività valutativa sia propedeutico allo svolgimento degli esami conclusivi dei cicli di istruzione. Negli altri casi, i predetti scioperi non devono comunque comportare un differimento delle operazioni di scrutinio superiore a 5 giorni rispetto alla scadenza programmata della conclusione;
i. Le disposizioni del presente articolo in tema di preavviso minimo e di indicazione della durata non si applicano nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori.
Si può quindi affermare che:
- E' assolutamente legale fare uno sciopero di due giorni durante gli scrutini finali (sono escluse solo le classi quinte delle superiori e le terze delle medie) e tale sciopero può portare al rinvio di cinque giorni degli scrutini.
- Lo scrutinio deve essere bloccato e rimandato anche se un solo membro del consiglio di classe fa sciopero e il docente non può assolutamente essere sostituito.
E SE DALLO SCIOPERO SI PASSA AL BLOCCO? CHE COSA ACCADE?
La violazione della limitazione dei due giorni di sciopero (ad esempio prolungando lo sciopero a tre o più giorni) può comportare sanzioni fino a 500 euro al giorno solo se dopo essere stati precettati con specifica ordinanza si prosegua nello sciopero.
Infatti solo nel caso la convocazione dello sciopero fosse ritenuta dalla Commissione di garanzia pregiudizievole e se il tentativo di conciliazione tra OS proclamante e Governo non dovesse riuscire, il Presidente del Consiglio, o un Ministro, può emanare un'ordinanza con “le misure necessarie a prevenire il pregiudizio ai diritti della persona costituzionalmente tutelati di cui all'articolo 1, comma 1” (art. 8 comma 1 L. 146/1990) e “l'inosservanza da parte dei singoli prestatori di lavoro ... delle disposizioni contenute nell'ordinanza ... è assoggettata alla sanzione amministrativa pecuniaria per ogni giorno di mancata ottemperanza, determinabile ... da un minimo di lire 500.000 ad un massimo di lire 1.000.000” (art. 9 comma 1 L. 146/1990 come modificato dalla L. 83/2000). Mentre le azioni disciplinari non possono comportare in alcun modo il licenziamento, infatti “i lavoratori che si astengono dal lavoro in violazione delle disposizioni ... sono soggetti a sanzioni disciplinari proporzionate alla gravità dell'infrazione, con esclusione delle misure estintive del rapporto o di quelle che comportino mutamenti definitivi dello stesso” (art. 4 comma 1 L. 146/1990 come modificato dalla L. 83/2000).
La legge del 12 giugno 1990, n. 146, che regola l'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, limita fortemente il diritto di sciopero dei lavoratori della scuola durante il periodo degli scrutini, rendendo nei fatti illegale bloccare gli scrutini di fine anno, tuttavia tale legge non impedisce ai lavoratori di scioperare durante gli scrutini.
Se entriamo nel merito dell'attuazione della legge 146/90 all'interno dell'art. 3 del CCNL 1998/2001 leggiamo infatti che:
a. Non saranno effettuati scioperi a tempo indeterminato;[...]
c. Ciascuna azione di sciopero, anche se trattasi di sciopero breve o di sciopero generale, non può superare, per ciascun ordine e grado di scuola i due giorni consecutivi; tra un’azione e la successiva deve intercorrere un intervallo di tempo non inferiore a sette giorni; [...]
g.Gli scioperi proclamati e concomitanti con le giornate nelle quali è prevista l’effettuazione degli scrutini finali non devono differirne la conclusione nei soli casi in cui il compimento dell’attività valutativa sia propedeutico allo svolgimento degli esami conclusivi dei cicli di istruzione. Negli altri casi, i predetti scioperi non devono comunque comportare un differimento delle operazioni di scrutinio superiore a 5 giorni rispetto alla scadenza programmata della conclusione;
i. Le disposizioni del presente articolo in tema di preavviso minimo e di indicazione della durata non si applicano nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori.
Si può quindi affermare che:
- E' assolutamente legale fare uno sciopero di due giorni durante gli scrutini finali (sono escluse solo le classi quinte delle superiori e le terze delle medie) e tale sciopero può portare al rinvio di cinque giorni degli scrutini.
- Lo scrutinio deve essere bloccato e rimandato anche se un solo membro del consiglio di classe fa sciopero e il docente non può assolutamente essere sostituito.
E SE DALLO SCIOPERO SI PASSA AL BLOCCO? CHE COSA ACCADE?
La violazione della limitazione dei due giorni di sciopero (ad esempio prolungando lo sciopero a tre o più giorni) può comportare sanzioni fino a 500 euro al giorno solo se dopo essere stati precettati con specifica ordinanza si prosegua nello sciopero.
Infatti solo nel caso la convocazione dello sciopero fosse ritenuta dalla Commissione di garanzia pregiudizievole e se il tentativo di conciliazione tra OS proclamante e Governo non dovesse riuscire, il Presidente del Consiglio, o un Ministro, può emanare un'ordinanza con “le misure necessarie a prevenire il pregiudizio ai diritti della persona costituzionalmente tutelati di cui all'articolo 1, comma 1” (art. 8 comma 1 L. 146/1990) e “l'inosservanza da parte dei singoli prestatori di lavoro ... delle disposizioni contenute nell'ordinanza ... è assoggettata alla sanzione amministrativa pecuniaria per ogni giorno di mancata ottemperanza, determinabile ... da un minimo di lire 500.000 ad un massimo di lire 1.000.000” (art. 9 comma 1 L. 146/1990 come modificato dalla L. 83/2000). Mentre le azioni disciplinari non possono comportare in alcun modo il licenziamento, infatti “i lavoratori che si astengono dal lavoro in violazione delle disposizioni ... sono soggetti a sanzioni disciplinari proporzionate alla gravità dell'infrazione, con esclusione delle misure estintive del rapporto o di quelle che comportino mutamenti definitivi dello stesso” (art. 4 comma 1 L. 146/1990 come modificato dalla L. 83/2000).
8 aprile 2010
ASSEMBLEA 12 APRILE
Il Coordinamento lavoratori della scuola “3 ottobre” – CPS Milano, in sinergia con gli altri coordinamenti di precari aderenti al CPS nazionale e con il movimento dei precari della scuola nelle sue varie articolazioni, il 12 aprile 2010, alle ore 16.00 - presso l’Unione Femminile Nazionale di C.so di P.ta Nuova 32, a Milano - indice un’assemblea dei lavoratori della scuola, per discutere le ragioni, gli aspetti legali e organizzativi dello sciopero degli scrutini, l’unica forma di opposizione ancora intentata, radicale, ma civile, che è oggi possibile, dopo oltre un anno di ignorate proteste dei lavoratori della scuola contro l’inesorabile mannaia dei tagli, i licenziamenti, l’arretramento della scuola pubblica, il progetto di gerarchizzazione dei docenti e di aziendalizzazione della scuola statale.
Coordinamento lavoratori della scuola “3 ottobre” – CPS Milano
http://coordinamentoscuola3ottobre.blogspot.com
coordinamento3ottobre@gmail.com
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6 aprile 2010
Documento congiunto sullo sciopero degli scrutini
Di fronte all'ostinata indifferenza del governo verso le proteste dei lavoratori della scuola contro la politica dei tagli e di distruzione del sistema di formazione pubblico, il movimento dei precari della scuola, nelle sue varie articolazioni, sta portando avanti a livello nazionale con grande determinazione una campagna di boicottaggio degli scrutini di giugno.
Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini.
Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990. Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.
Quando i lavoratori della scuola scioperano, a differenza dei lavoratori delle fabbriche, non bloccano la produzione, non creano un danno materiale immediato. Lo sciopero dei lavoratori della scuola ha un altissimo valore politico anche se puramente simbolico; lo sciopero degli scrutini esprime un contenuto politico più radicale e restituisce l'idea di una più decisa volontà di opposizione alle politiche scolastiche del governo. Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico.
Esistono dei precedenti incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito. Nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.
Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole.
Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini. Infine chiediamo a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla costruzione dello sciopero degli scrutini.
Coordinamento Precari Scuola - Bologna
Coordinamento Precari Scuola - Catania
Gruppi Azione Precaria - Genova
Coordinamento Lavoratori Scuola "3 ottobre" - CPS Milano
Precari in lotta - Palermo
Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini.
Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990. Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.
Quando i lavoratori della scuola scioperano, a differenza dei lavoratori delle fabbriche, non bloccano la produzione, non creano un danno materiale immediato. Lo sciopero dei lavoratori della scuola ha un altissimo valore politico anche se puramente simbolico; lo sciopero degli scrutini esprime un contenuto politico più radicale e restituisce l'idea di una più decisa volontà di opposizione alle politiche scolastiche del governo. Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico.
Esistono dei precedenti incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito. Nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.
Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole.
Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini. Infine chiediamo a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla costruzione dello sciopero degli scrutini.
Coordinamento Precari Scuola - Bologna
Coordinamento Precari Scuola - Catania
Gruppi Azione Precaria - Genova
Coordinamento Lavoratori Scuola "3 ottobre" - CPS Milano
Precari in lotta - Palermo
4 aprile 2010
Il più grande licenziamento di massa della storia repubblicana
I precari sono 200 mila persone in carne e ossa, docenti e personale tecnico. Hanno 39 anni in media: troppo vecchi per rifondare la propria identità professionale, troppo giovani per arrendersi. Si tratta del maggior licenziamento di massa della storia, enormemente superiore all’affare Alitalia, in prima pagina per settimane.
Riduzioni agghiaccianti: quasi 130 mila posti di lavoro, 82 mila docenti e 45 mila tecnici. C’è chi rileva con pedanteria che il totale non corrisponde a chi non lavorerà, perché una parte verrà assorbita dai pensionamenti. Dobbiamo rallegrarci? La categoria precariato è così fluttuante che non merita nemmeno un inquadramento specifico nei “meno” del saccheggio di diritti costituiti dall’operazioneGelmini-Tremonti. Duecento mila sono solo i supplenti con incarico annuale fino al 30 giugno, cui vanno aggiunti i circa cinquantamila reclutati per periodi brevi. Abile creazione del sistema per mantenere la propria immobile esistenza, prodotto da politica e amministrazione, mercificando vite e consentendo alla scuola costi bassi ma senza garanzie, il precariato ha visto il suo boom con la scolarizzazione di massa.
Tra il 1960 e ’75 il concorso non riuscì soddisfare la domanda di insegnanti e così politiche economiche e amministrative stabili e condivise fecero del precariato un metodo di reclutamento ispirato dall’incapacità di concepire la scuola come luogo di cittadinanza. Non si attuò un’attenta programmazione e non si selezionò il personale in modo adeguato ai compiti richiesti dalla Costituzione: perfino per le materie in sofferenza di organico furono attuati concorsi a distanza di decenni.
Le cause: indisponibilità ad affrontare i problemi di gestione del personale; mutato atteggiamento verso la spesa pubblica in istruzione. In mezzo una giungla di provvedimenti, frutto di consociativismo spinto e di dissennato e traversale disinvestimento su un modello di scuola funzionale a un mondo in continuo cambiamento. Risposte occasionali, provvisorie, “toppe” su situazioni sempre prossime a conflagrare; estemporanee decisioni condizionate da tornate elettorali o da fasi di maggiore rivendicazione da parte di chi – intanto – in una condizione di precarietà economica, lavorativa, esistenziale, mandava avanti parte della scuola italiana.
Uno dei molti possibili esempi di schizofrenia politico-amministrativa è quello dell’istituzione nel 1998 delle Siss – Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario; nel 2000 è bandito un megaconcorso per accesso a cattedra e conseguimento di abilitazione; in parallelo, si dà vita a corsi riservati, rivolti a insegnanti (detti “precari storici”) con almeno 360 giorni di supplenza, ancora per l’abilitazione. Fu così abilitato un numero di insegnanti sproporzionato, che generò peraltro un’incresciosa quanto ovvia tensione tra “storici” e “sissini”.
Il consociativismo ha prodotto sanatorie, stabilizzazioni ope legis, aggiustamenti di graduatorie, corsi abilitanti. In mezzo, donne e uomini per cui, anno dopo anno, la cabala si compiva nei corridoi di qualche provveditorato, in attesa di una chiamata tardiva per chissà dove, ad anno scolastico già iniziato.
E non dimentichiamo gli studenti, di tutte le età, che negli anni, ogni anno, hanno visto sfilare anche 3 o 4 supplenti e per i quali la continuità didattica è stata formula suggestiva, mai praticata. “Non pagheremo noi la vostra crisi” era uno degli efficaci slogan dell’Onda. Invece quella crisi la stiamo pagando tutti. Ma loro più di tutti: studenti precari e precari precarizzati.
da il Fatto Quotidiano del 5 marzo
Riduzioni agghiaccianti: quasi 130 mila posti di lavoro, 82 mila docenti e 45 mila tecnici. C’è chi rileva con pedanteria che il totale non corrisponde a chi non lavorerà, perché una parte verrà assorbita dai pensionamenti. Dobbiamo rallegrarci? La categoria precariato è così fluttuante che non merita nemmeno un inquadramento specifico nei “meno” del saccheggio di diritti costituiti dall’operazioneGelmini-Tremonti. Duecento mila sono solo i supplenti con incarico annuale fino al 30 giugno, cui vanno aggiunti i circa cinquantamila reclutati per periodi brevi. Abile creazione del sistema per mantenere la propria immobile esistenza, prodotto da politica e amministrazione, mercificando vite e consentendo alla scuola costi bassi ma senza garanzie, il precariato ha visto il suo boom con la scolarizzazione di massa.
Tra il 1960 e ’75 il concorso non riuscì soddisfare la domanda di insegnanti e così politiche economiche e amministrative stabili e condivise fecero del precariato un metodo di reclutamento ispirato dall’incapacità di concepire la scuola come luogo di cittadinanza. Non si attuò un’attenta programmazione e non si selezionò il personale in modo adeguato ai compiti richiesti dalla Costituzione: perfino per le materie in sofferenza di organico furono attuati concorsi a distanza di decenni.
Le cause: indisponibilità ad affrontare i problemi di gestione del personale; mutato atteggiamento verso la spesa pubblica in istruzione. In mezzo una giungla di provvedimenti, frutto di consociativismo spinto e di dissennato e traversale disinvestimento su un modello di scuola funzionale a un mondo in continuo cambiamento. Risposte occasionali, provvisorie, “toppe” su situazioni sempre prossime a conflagrare; estemporanee decisioni condizionate da tornate elettorali o da fasi di maggiore rivendicazione da parte di chi – intanto – in una condizione di precarietà economica, lavorativa, esistenziale, mandava avanti parte della scuola italiana.
Uno dei molti possibili esempi di schizofrenia politico-amministrativa è quello dell’istituzione nel 1998 delle Siss – Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario; nel 2000 è bandito un megaconcorso per accesso a cattedra e conseguimento di abilitazione; in parallelo, si dà vita a corsi riservati, rivolti a insegnanti (detti “precari storici”) con almeno 360 giorni di supplenza, ancora per l’abilitazione. Fu così abilitato un numero di insegnanti sproporzionato, che generò peraltro un’incresciosa quanto ovvia tensione tra “storici” e “sissini”.
Il consociativismo ha prodotto sanatorie, stabilizzazioni ope legis, aggiustamenti di graduatorie, corsi abilitanti. In mezzo, donne e uomini per cui, anno dopo anno, la cabala si compiva nei corridoi di qualche provveditorato, in attesa di una chiamata tardiva per chissà dove, ad anno scolastico già iniziato.
E non dimentichiamo gli studenti, di tutte le età, che negli anni, ogni anno, hanno visto sfilare anche 3 o 4 supplenti e per i quali la continuità didattica è stata formula suggestiva, mai praticata. “Non pagheremo noi la vostra crisi” era uno degli efficaci slogan dell’Onda. Invece quella crisi la stiamo pagando tutti. Ma loro più di tutti: studenti precari e precari precarizzati.
da il Fatto Quotidiano del 5 marzo
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