31 dicembre 2009
30 dicembre 2009
Che cosa è accaduto a Cernusco S/N per il blocco degli scrutini
Nei tre giorni successivi, fino alla fine delle lezioni, abbiamo proposto ai docenti della nostra scuola di partecipare al blocco, secondo modalità che andavano concordate, nella tutela dei lavoratori coinvolti, cioè senza prendere rischi veri. Rimaneva inteso che alla precettazione della Preside, il lavoratore avrebbe obbedito. Rimaneva da capire come farlo, ma l’iniziativa, più simbolica che altro, aveva l’intenzione di accendere una miccia, essendo l’ITSOS la prima scuola a partire con gli scrutini. Naturalmente avremmo coinvolto i media e le altre scuole con contatti diretti, in modo da creare un ponte anche con il CPS di Catania. Un lavoro possibile, tutto da costruire.
Nei tre giorni ben 43 persone hanno aderito, firmando, che è molto più che alzare la mano o dire “ci sto”. Tenuto conto dell’opposizione di un membro dell’RSU, E. L., e del pochissimo tempo disponibile, è stato un successo. Molti altri si sarebbero aggiunti una volta che le condizioni di tutela del lavoratore e le modalità concrete dell’iniziativa fossero diventate chiare.
Per questo siamo andati a parlare con Attilio Paparazzo responsabile scuola della CGIL-FLC (lunedì 21 dicembre), in occasione di un incontro già organizzato dal Coordinamento lavoratori scuola "3 ottobre" - CPS Milano. (Scusate se inserisco i dettagli, ma hanno una loro importanza). Erano presenti molti di noi, molti del Comitato, per l’RSU Provenzani, ma non E. L. che pure aveva dichiarato la sua presenza alla riunione.
Dopo lunga discussione dalla quale abbiamo dedotto l’intenzione:
- della CGIL nella figura di Paparazzo di rimanere ferma e non partire con alcuna iniziativa di alcun tipo (e mi sento molto moderato mentre lo scrivo) se non qualche sciopero (forse, ma l’ultimo è andato molto male a livello nazionale e quindi si vedrà);
- di abbracciare le ragioni dei precari e dei lavoratori che vedono cancellato il lavoro di anni, ma di non sapere che pesci pigliare;
- di non aver intenzione di appoggiare iniziative che disturbino cittadini (adozioni, gite, ecc.);
- di non voler bloccare la riforma, almeno sul piano dei tagli, perché altrimenti i tagli ricadrebbero su altri comparti (medie e elementari: e questa veramente fa ridere da sganasciarsi, se non fosse che stiamo parlando di un rappresentante della CGIL che in sostanza dice che bisogna accettare migliaia di licenziamenti per non disturbare un altro comparto scuola, o meglio i tagli che il governo ha deciso di imporre. Ribadisco. Non si è mai sentita una cazzata del genere);
- che quindi ci considerano una battaglia persa (anche perché alle loro iniziative gli insegnanti non rispondono: grazie, perdiamo soldi negli scioperi e non portiamo a casa niente da anni).
Ma alla fine abbiamo concluso che se avessimo indetto a partire dall’RSU il blocco di due giorni consecutivi, la CGIL scuola avrebbe sostanzialmente appoggiato l’iniziativa. Precisamente, alla domanda: siete disposti ad appoggiarci, parlando con i membri dell’RSU, per far indire lo sciopero? Hanno risposto positivamente.
Faccio notare che questa risposta è stata accolta come un grande successo dal Coordinamento "3 ottobre" che subito si è attivato per contattare altre scuole, sull’onda dell’iniziativa dell’ITSOS.
Il blocco degli scrutini ha una procedura abbastanza complicata: bisogna indirlo, e può farlo il sindacato oppure la singola RSU, su un tema specifico, locale. Noi avremmo portato come motivazione lo stravolgimento del modello ITSOS, accodando poi tutte le conseguenze della riforma (perdita di docenti ecc.). Una volta indetto c’è una convocazione del prefetto per un passaggio chiamato conciliazione. A questo punto si può fissare la data solo oltre le due settimane dalla conciliazione. Abbiamo quindi calcolato che, chiamando il blocco intorno al 22, 23 di dicembre si poteva programmare il blocco per il 14, 15 di gennaio, giorni in cui in parlamento si discuterà il riordino. Naturalmente andava fatta prima grande pubblicità, ma su questo già il Coordinamento "3 ottobre" si poteva muovere per propagare l’iniziativa alle altre scuole. In molti casi non è tanto l’azione in sé ad essere importante, quanto l’annuncio, l’intenzione concreta di agire.
Quindi Roberto Provenzani ha sentito E. e poi gli altri per convocare subito l’RSU. Al di là del fatto che non siamo nell’età della pietra e per fare una riunione non c’è bisogno di vedersi fisicamente, l’RSU non si è riunita, essendo già lontani alcuni membri. Oltre a questo E. si è opposto all’idea di indire direttamente il blocco, e ha richiesto un’assemblea sindacale per ascoltare l’opinione dei lavoratori.
La pratica sarebbe da ritenersi corretta, se:
- non avessimo già raccolto 43 firme (un numero di lavoratori di gran lunga superiore a quello che solitamente si ritrova nelle assemblee).
- non ci fosse un’urgenza tassativa: gli scrutini si svolgono dal 7 gennaio
- non ci fosse un’urgenza di carattere nazionale (la discussione in parlamento).
Per ascoltare di nuovo l’opinione dei lavoratori (l’abbiamo già sentita nella precedente riunione l’opinione, e tutti chiedevano iniziative, di vario tipo, per manifestare dissenso) si rende praticamente infattibile il blocco, perché non ci sono i tempi tecnici.
Forse è questo l’unico vero scopo dell’assemblea. Bloccare il blocco. Far pesare la propria opinione personale attraverso uno strumento in apparenza democratico, ignorando chi ha firmato. Di questo i singoli membri della RSU, ciascuno per sé, devono prendersene le responsabilità, come dovranno sapere di aver mandato a monte un’iniziativa che non aveva la pretesa di ribaltare il Paese, ma che poteva essere un segnale di dissenso. Questo sì. Di aver sprecato le energie di chi si è fidato e ha creduto ancora una volta che si potesse fare qualcosa. Di essersi mossi anche in disaccordo con la CGIL provinciale, che aveva dato il suo beneplacito.
Per cercare di salvare l’iniziativa (per inciso: noi tutti facciamo una figura da fessi, perché da tutti i presenti era dato per scontato che l’avremmo fatto; a nessuno era venuto in mente che l’opinione personale di un mebro dell’RSU potesse bloccare l’iniziativa) si è cercato, dopo Natale l’appoggio dei COBAS, per sganciarci dalla CGIL che ha mostrato tutti i suoi limiti, ma non è facile in questi giorni festivi ottenere risposte.
Quindi, non arrivando per tempo la proclamazione, è quasi certo che l’iniziativa non potrà svolgersi. Questa è la breve e triste storia.
Rimane da notare che da più di un anno una larga parte dei lavoratori di questa scuola chiede iniziative più dure, più eclatanti degli scioperi del venerdì, importanti e forti solo se accompagnati da altre iniziative costanti, progressive. Se siamo arrivati tardi nell’organizzazione del blocco degli scrutini, se non siamo partiti prima, è soltanto perché abbiamo cercato di mantenerci fedeli alla linea della CGIL e dell’RSU. È stato un grave errore perché non abbiamo capito che la CGIL ci dà per spacciati, indifendibili. Ci sono interessi di posizione, come l’inserimento dei rappresentanti sindacali nel comitato scientifico-didattico delle scuole (a cui io sono fermamente contrario), ci sono questioni legate agli interessi delle altre categorie che non possono essere toccati, e in ultimo, c’è l’effetto dei particolarismi, che fanno pensare e non dire a molti in questa categoria che alla fine si tratta soltanto di precari che non avranno più un posto, soltanto di colleghi che vengono mandati da un’altra parte senza rispetto per il lavoro fatto, sontanto di un riordino che cambia qualcosina, ma poi neanche tanto. In fondo molti colleghi più anziani non verranno toccati, e questo è un fatto.
Massimo Donati, docente comitato ITSOS "M. Curie" Cernusco S/N
22 dicembre 2009
Report incontro C3o-ITSOS "Curie" Cernusco-Flc Cgil Milano sul blocco degli scrutini
Milano 21/12/2009: report dell'incontro tra il Coordinamento lavoratori della scuola “3 ottobre”, i Comitati scuola dell'ITSOS "Marie Curie" di Cernusco sul Naviglio e dell'IIS “M. Bellisario” di Inzago e l'FLC CGIL provinciale.
Attilio Paparazzo, Segretario provinciale dell'FLC CGIL di Milano, ci ha spiegato che purtroppo i tempi di mobilitazione per poter indire uno sciopero degli scrutini del primo quadrimestre a livello provinciale sono troppo lunghi, perché dovrebbero sentire prima tutte le Rsu Cgil all'interno delle scuole e valutarne la fattibilità. Potrebbero esserci forse i margini per indire un tale blocco per giugno. L'FLC Cgil si è però resa disponibile a pagare le spese legali nella remota eventualità che ce ne sia bisogno in caso di sciopero selvaggio (ossia al di fuori dei giorni di sciopero)
- Modalità: come fare un blocco degli scrutini.
Per poter indire un blocco degli scrutini, bisogna prima proclamare uno sciopero. Lo sciopero può essere proclamato anche dall'RSU di una singola scuola, che deve avviare la procedura di conciliazione 15 giorni prima. Quando quest'ultima fallisce, è possibile proclamare lo sciopero di una o due giornate per la propria scuola, non prima di 5 giorni dalla conclusione della procedura di conciliazione. Non è necessario che vi sia il consenso unanime di tutte le RSU della scuola, basta che sia favorevole allo sciopero la maggioranza. Si scelgono per lo sciopero due giorni in cui cadano gli scrutini. Lo sciopero può essere proclamato per tutta la giornata o solo per le ore dello scrutinio, per cui il docente perde solo la paga per l'ora di scrutinio (circa un 70esimo dello stipendio). Lo sciopero non può essere fatto per più di due giorni consecutivi; se si prolunga oltre i due giorni, divenendo "selvaggio", la dirigenza della scuola può avviare pratiche disciplinari con sanzioni pecuniarie (circa 200 euro) o disciplinari (sospensione del docente per circa 10 giorni); se il docente o il sindacato fa opposizione si avvia un procedimento giudiziario con un giudice del lavoro. Quindi non vi è alcun rischio a proclamare lo sciopero degli scrutini, che è perfettamente legale e poco dispendioso (perché si perde solo un'ora di di stipendio) e che tra l'altro può essere attuato "a staffetta" fra tutti i docenti dei consigli di classe, perché è sufficiente che un solo docente faccia sciopero per bloccare gli scrutini. I rischi possono esserci solo se si prolunga in modo selvaggio e, in ogni caso, non si incorre in nulla di gravissimo. Il fatto che possa essere indetto direttamente dall'RSU rende inoltre realmente fattibile una mobilitazione dal "basso" in cui ogni scuola inizia ad avviare la propria lotta, anche se il sindacato a livello centrale non si muove.
- Possibilità attuali a Milano.
Alla riunione erano presenti, oltre a noi del Coord. "3 ottobre", anche molti docenti del comitato dell'ITSOS di Cernusco, che hanno espresso la ferma volontà di avviare il blocco degli scrutini già per il primo quadrimestre, alla metà di gennaio. In quei giorni saranno probabilmente approvati i Regolamenti delle superiori, e a livello sia simbolico, sia mediatico un blocco degli scrutini di due giorni sarebbe un buon messaggio da mandare al governo. Inoltre, l'ITSOS di Cernusco potrebbe diventare, per il suo particolare carattere (con la riforma scompare), un simbolo di come il riordino delle superiori distrugga un modello di scuola superiore (quello delle sperimentazioni) che funziona; quindi il blocco degli scrutini proprio in quella scuola potrebbe diventare il simbolo della lotta di tutte le scuole contro i tagli e spingere, magari, altri istituti ad intraprendere forme di lotta nella medesima modalità o in altre. Se pubblicizzato bene e accompagnato da iniziative esterne di massa o clamorose, lo sciopero degli scrutini potrebbe diventare una scintilla per innescare altre mobilitazioni, un po' come accaduto a settembre, quando i primi precari son saliti sul tetto, si sono incatenati e poi sono partite mobilitazioni simili in tutta Italia. Per questo motivo l'Itsos di Cernusco ha deciso, tramite le sue RSU, di avviare subito la procedura di conciliazione per poi indire lo sciopero per metà gennaio. Questa iniziativa coinciderebbe con la settimana in cui probabilmente gli Schemi programmatici per le scuole superiori (14-15-16 gennaio) verranno approvati definitivamente, quindi è evidente il risultato simbolico che si raggiungerebbe.
Concludendo, la riunione di ieri con la Cgil ha confermato la reale fattibilità dei blocchi degli scrutini.
18 dicembre 2009
Mozione approvata all'IIS "Bellisario" di Inzago
I docenti dell’IIS "M. Bellisario" di Inzago esprimono la propria contrarietà riguardo ai provvedimenti previsti dall’art. 64 della L133/08 nei confronti della scuola pubblica; in particolare denunciano la situazione di incertezza in cui è lasciata la scuola secondaria di secondo grado, che a partire dall’anno prossimo sarà investita da una serie di regolamenti che prevedono una totale ristrutturazione delle scuole superiori che danneggerà seriamente la qualità dell'insegnamento e ridurrà drasticamente l'offerta formativa. In tale ristrutturazione non si ravvisa infatti alcuna motivazione didattica o pedagogica, bensì soltanto una manovra di contenimento della spesa pubblica, a discapito della qualità della scuola statale e quindi dell'istruzione e formazione dei nostri studenti.
Infatti non si tratta di una vera e propria riforma, ma solo di un insieme indiscriminato di tagli ai finanziamenti alla scuola pubblica che avverranno tramite:
- la diminuzione delle ore di lezione settimanali (in media si avrà una riduzione di 5 ore settimanali in tutte le scuole superiori di ogni ordine);
- l'aumento degli alunni per classe (già in vigore da quest'anno è stato alzato il numero massimo di studenti per classe fino ad arrivare a 33 alunni per classe);
- l'inserimento (già in vigore da quest'anno) in una stessa classe di 2 o più alunni con disabilità;
- la totale eliminazione delle compresenze;
- una generalizzata diminuzione delle ore dedicate al sostegno degli studenti diversamente abili;
- tagli alle ore di laboratorio e tecnico pratiche;
- eliminazione di tutti gli indirizzi sperimentali e la riconduzione delle attuali sperimentazioni agli indirizzi di scuola tradizionali vecchi di almeno trent'anni;
- tagli al personale tecnico amministrativo con grave danno per l'organizzazione e la sicurezza.
Per questi motivi chiediamo e auspichiamo: - il ritiro dei tutti i tagli alla scuola previsti dalla legge 133 attraverso il reintegro dei finanziamenti alla scuola pubblica;
- il ritiro di tutti i regolamenti di riordino della scuola superiore;
- il ritiro dell'art. 64 della legge 133;
- una seria politica di finanziamento alla scuola pubblica statale.
Data la gravità dei provvedimenti che verranno messi in atto e visto che le forme di protesta finora attuate non sono state in alcun modo tenute in considerazione dal Ministero e dal Governo, proponiamo al Collegio Docenti il:
- blocco dei corsi di recupero e degli sportelli help fin quando non saranno stanziati i fondi per pagare i docenti;
- blocco dei viaggi d’istruzione;
- blocco delle gite di un giorno e di tutte le uscite didattiche;
- blocco della didattica curriculare per 2 giorni con programmazione di attività alternative per riflettere con gli studenti sugli effetti della riforma.
Mozione approvata a maggioranza punto per punto.
15 dicembre 2009
Appello a tutti i sindacati per il sostegno nel blocco degli scrutini
Il Coordinamento lavoratori della scuola "3 ottobre" - CPS Milano denuncia la situazione insopportabile che si è venuta a creare nelle scuole, a causa delle carenze di organico determinate dai tagli che in quest'ultimo anno si sono abbattuti sulla nostra provincia e sul resto dell'Italia, come conseguenza del piano di destrutturazione dell'istruzione pubblica portato avanti dall'attuale governo. Denunciamo inoltre l'inaccettabile tracotanza di un governo che, a fronte di una situazione che assume sempre più i toni della tragedia sociale, finge di ignorare o minimizza la portata delle diffuse proteste, che da mesi agitano tutta l'Italia, per poi proporre soluzioni ridicole e umilianti, come da ultimo il contestatissimo decreto cosiddetto “salvaprecari”.
Il CPS, di fronte alla situazione senza sbocco nella quale si trovano da mesi i lavoratori precari della scuola, chiede a CGIL, COBAS, CUB, in sintonia col suo progetto di alleanze, di voler riconoscere il necessario sostegno politico e tecnico alle azioni di protesta che il CPS, a livello locale e nazionale, metterà in pratica in futuro fino alla soluzione estrema del blocco degli scrutini.
Attendiamo fiduciosi una vostra risposta.
Coordinamento lavoratori della scuola "3 ottobre" - CPS Milano
12 dicembre 2009
Prossima riunione C3o
11 dicembre 2009
NO A RINVII E A SOLUZIONI "TAMPONE"
Il Coordinamento "3 ottobre" - CPS Milano è in piazza sulla piattaforma CPS, per chiedere:
- ritiro, non revisione, dei tagli alla scuola pubblica (L133/08, art. 64) e di i tutti i provvedimenti con cui sonostati attuati;
- ritiro, non rinvio, degli Schemi di regolamento per il riordino delle superiori;
- ritiro del Pdl Aprea, che aziendalizza la scuola statale, introduce i privati nell'organo di governo degliistituti, indebolisce gli organi collegiali, divide e gerarchizza i docenti;
- istituzione di un piano triennale per l'immissione in ruolo dei lavoratori nelle graduatorie ad esaurimento epermanenti;
- ritiro della L167 "salvaprecari", che non elimina il licenziamento di migliaia di lavoratori;
- abolizione dei patti Miur-Regioni, che non risolvono i problemi della disoccupazione e dell'impoverimento dell'offerta didattica prodotti dai tagli, sviliscono la professionalità docente, avallano il progetto diregionalizzazione dell'istruzione pubblica;
- la parità di trattamento assoluta tra docenti precari e di ruolo;
- impossibilità di assegnare cattedre di oltre 18 ore d'insegnamento;
- cessazione di qualsiasi forma di finanziamento pubblico delle scuole private;
- abolizione del tetto max di 1 insegnante ogni 2 alunni diversamente abili (L244/07);
- istituzione di corsi abilitanti per docenti con almeno 360 giorni di servizio.
Vogliamo sensibilizzare la scuola e la cittadinanza sullo scempio della scuola statale che si sta compiendo nel disinteresse dei media. Non accettiamo soluzioni "tampone" o rinvii, che non arrestano il licenziamento di massa di 150.000 lavoratori in 3 anni e lo scadimento del sistema scolastico pubblico.
Sciopero 11 dicembre '09: foto e video
Il video del discorso dal palco al seguente link:
http://www.youtube.com/watch?v=bmgeVNNJ0TM
10 dicembre 2009
APPUNTAMENTO 9,10 a CADORNA
IL CPS IN PIAZZA ANCHE A MILANO
GIÙ LE MANI DALLA SCUOLA PUBBLICA
VIA I TAGLI. NO APREA. ASSUNZIONE PER TUTTI!
NESSUN RINVIO, RITIRO IMMEDIATO DELLA RIFORMA E DEI TAGLI
Il giorno dello sciopero lanciato dal Coordinamento Precari Scuola e indetto da CGIL e USI rappresenta una grande occasione di mobilitazione in difesa della scuola pubblica, contro i tagli alla scuola, la cosiddetta “riforma” Gelmini e gli accordi MIUR-REGIONE “ammazza-precari”.
A Milano venerdì 11 dicembre alle 9,30 da Largo Cairoli partirà un corteo variegato del mondo della conoscenza cui parteciperanno studenti, insegnanti e ATA.
- il ritiro dei tagli alla scuola pubblica statale, previsti dall’art. 64 della L133/08, e di i tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati;
- il ritiro degli Schemi di regolamento per il riordino delle scuole superiori;
- il ritiro del Progetto di legge Aprea;
- l’istituzione di un piano triennale, finalizzato alla progressiva immissione in ruolo di tutti i lavoratori precari, inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e permanenti;
- il ritiro della L167 “salvaprecari” del 24 novembre 2009;
- l’abolizione dei patti territoriali Miur-Regioni;
- la parità di trattamento assoluta tra docenti precari e di ruolo;
- l’impossibilità di assegnare cattedre di 24 ore;
- la sospensione di qualsiasi forma diretta e indiretta di finanziamento pubblico delle scuole private;
- l’abolizione del tetto massimo di un insegnante ogni due alunni in situazione dihandicap (L244/07).
Cerchiamo di sensibilizzare ancora una volta il mondo della scuola e la cittadinanza tutta sullo scempio della scuola statale, che si sta compiendo nel quasi completo disinteresse dei media, di partiti e sindacati. Non accettiamo soluzioni “tampone” o semplici rinvii, che non arrestano il piano di licenziamento di massa di 150.000 lavoratori in tre anni e lo scadimento complessivo del sistema scolastico pubblico italiano, l'unica soluzione è IL RITIRO IMMEDIATO DI TUTTI I TAGLI!
Ritroviamoci tutti alle
ore 9,10 nella vicina P.zza Cadorna, di fronte alla stazione dei treni, per raggiungere insieme il concentramento di L.go Cairoli
Girate questo appello ad altri coordinamenti o soggetti che potrebbero esserne interessati.
Coordinamento lavoratori scuola “3 ottobre”, C.P.S. Milano
Info:
7 dicembre 2009
11 dicembre '09: SCIOPERO GENERALE
- ritiro dei tagli alla scuola pubblica (L133/08 art. 64);
- assunzione dei precari iscritti nelle Graduatorie ad esaurimento;
- parità di trattamento tra docenti precari e di ruolo;
- impossibilità di assegnare cattedre di 24 ore;
- ritiro della L167/09 "salvaprecari";
- ritiro del patto territoriale MIUR-Regione Lombardia;
- ritiro degli Schemi di regolamento per il riordino delle scuole superiori;
- abolizione dei finanziamenti pubblici alle scuole private;
- ritiro del Pdl 953/08 "Aprea".
7 dicembre '09: PRIMA LA SCUOLA
Il Coordinamento lavoratori scuola "3 ottobre" fa un appello alla cittadinanza tutta a focalizzare l'attenzione sui problemi reali del paese e chiede:
- il ritiro dei tagli alla scuola pubblica, contenuti nell'art. 64 L133/08, che prevede un taglio di 7,8 mld di Euro (-15%) in tre anni ai finanziamenti per la scuola pubblica;
- il ritiro dei decreti e dei regolamenti per il riordino dei cicli d'istruzione approvati in base allo Schema di piano programmatico, che non considera la qualità dell'attività didattica, ma obbedisce a preoccupazioni esclusivamente finanziarie;
- il ritiro del Pdl 953/08 "Aprea" e di ogni progetto di privatizzazione ed aziendalizzazione della scuola pubblica;
- l'abolizione dei finanziamenti pubblici alle scuole private.
Il C3o rifiuta infine la L167/09 "salvaprecari" ed il patto territoriale MIUR-Regione Lombardia e chiede l'assunzione dei lavoratori nelle Graduatorie ad esaurimento e la parità tra docenti precari e di ruolo.
Per una scuola pubblica gratuita, laica, di qualità, solidale e di tutti.
3 dicembre 2009
Appello sciopero 11 dicembre '09
Il giorno dello sciopero lanciato dal Coordinamento Precari Scuola e indetto da CGIL e USI rappresenta una grande occasione di mobilitazione in difesa della scuola pubblica, contro i tagli, la cosiddetta “riforma” Gelmini e i provvedimenti “ammazza-precari”.
- il ritiro dei tagli alla scuola pubblica statale, previsti dall’art. 64 della L133/08, e di i tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati;
- il ritiro degli Schemi di regolamento per il riordino delle scuole superiori;
- il ritiro del Progetto di legge Aprea;
- l’istituzione di un piano triennale, finalizzato alla progressiva immissione in ruolo di tutti i lavoratori precari, inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e permanenti;
- il netto rifiuto della L167 “salvaprecari” del 24 novembre 2009;
- l’abolizione dei patti territoriali Miur-Regioni;
- la parità di trattamento assoluta tra docenti precari e di ruolo;
- l’impossibilità di assegnare cattedre di 24 ore;
- la sospensione di qualsiasi forma diretta e indiretta di finanziamento pubblico delle scuole private;
- l’abolizione del tetto massimo di un insegnante ogni due alunni in situazione di handicap (L244/07).
Cerchiamo di sensibilizzare ancora una volta il mondo della scuola e la cittadinanza tutta sullo scempio della scuola statale, che si sta compiendo nel completo disinteresse dei media. Non accettiamo soluzioni “tampone” o semplici rinvii, che non arrestano il piano di licenziamento di massa di 150.000 lavoratori in tre anni e lo scadimento complessivo del sistema scolastico pubblico italiano.
Coordinamento lavoratori scuola “3 ottobre” - C.P.S. Milano