28 maggio 2009
Presidio 27 maggio Usp
26 maggio 2009
Comunicato Presidio 27 maggio Usp
Report Assemblea Nazionale precari
REPORT ASSEMBLEA DELLA RETE NAZIONALE PRECARI
Roma 24 maggio 2009
In data 24 maggio 2009, ore 11, si è svolta nei giardini di villa Doria Pamphili, Roma, l’assemblea della Rete nazionale dei precari della scuola.
Presenti, in una o più persone, delegati di coordinamenti e comitati delle seguenti città:
Roma, Terni, Napoli, Palermo, Livorno, Genova, Cesena, Milano.
Per il Coordinamento Lavoratori della Scuola 3 ottobre erano presenti i delegati:
Giuseppe Palatrasio (Istituto Machiavelli di Pioltello),
Cristina Silva (Istituto Machiavelli di Pioltello, Liceo Porta di Monza).
L’Assemblea si è aperta con interventi a rotazione dei delegati di ciascun Coordinamento/Comitato e relativa presentazione delle attività fino a questo momento svolte nelle proprie città e quelle già pianificate nell’immediato futuro. Gli interventi hanno espresso una serie di esigenze comuni e riflessioni che, a seguito di un riepilogo, sono state messe al voto dall’assemblea.
A seguire quanto deliberato.
TERMINI GENERALI D’IDENTIFICAZIONE DEL NUOVO MOVIMENTO.
SVILUPPARE ed INTENSIFICARE una linea di lotta d’avanguardia i cui caratteri fondamentali, senza deroga, dovranno essere : COMUNE, UNITARIA, COORDINATA, ESTESA A LIVELLO NAZIONALE e che si ponga DA SUBITO in atteggiamento DECISO ed ANTAGONISTA verso la Riforma della Scuola ed i suoi temi (tagli, ddl Aprea ecc)
A tal fine è necessaria la costituzione di un COORDINAMENTO NAZIONALE UNITARIO che si avvalga di :
una LINEA COMUNICATIVA CHIARA, EFFICACE, INCISIVA e che si ponga come obiettivo non solo l’assunzione di tutti i precari, il diritto e la salvaguardia del proprio posto di lavoro ma che ci caratterizzi anche come lavoratori necessari alla scuola pubblica, di cui siamo parte integrante.
Fondamentale in questa linea dovranno essere:
Un NO DECISO al DDL APREA,
il RIFIUTO NETTO di soluzioni di compromesso (amortizzatori sociali ecc)
STRUMENTI OPERATIVI
Il PRIMO STRUMENTO OPERATIVO sarà:
Una MAILING LIST dove saranno iscritti due delegati per ciascun Coordinamento/Comitato, i quali fungeranno da portavoce-referenti del proprio gruppo. Perché due delegati: creare l’ennesima mail sovraffollata e a rischio d’interventi confusi sarebbe d’ostacolo alla chiarezza comunicativa che il nuovo coordinamento intende mantenere tra le sue caratteristiche fondamentali.
Preciso che i nominativi ed indirizzi mail dati in sede di assemblea erano ovviamente dei presenti dunque io e Giuseppe abbiamo lasciato i nostri. Eventuali discussioni-cambi le decideremo come Coordinamento 3 ottobre tra noi.
FUNZIONE DELLA MAILING: discutere, coordinare e diffondere azioni ed iniziative comuni e ravvicinate nel tempo. Si ricorda che qualsiasi discussione in cui gli iscritti saranno coinvolti, sarà SEMPRE e SOLO a seguito di discussione nel proprio Comitato e Coordinamento.
DALLA CREAZIONE DELLA MAILING SEGUIRANNO INIZIATIVE DIVULGATIVE PRATICHE COME:
BLOG su cui pubblicare documenti comuni
VOLANTINO, emendabile, con contenuti comuni e chiari da diffondere a livello nazionale.
INIZIATIVE OPERATIVE
Le INIZIATIVE OPERATIVE VOTATE, che dovranno coinvolgere i movimenti su scala nazionale, sono state:
15 luglio: SIT-IN a Montecitorio in occasione dell’approvazione del ddl Aprea. La data resta flessibile in base proprio all’uscita del ddl.
Settembre: OCCUPAZIONE di un Provveditorato. L’iniziativa sarà il simbolo della protesta a livello nazionale e per questo sarà necessaria la partecipazioni di delegati dai vari coordiamenti. Si è pensato a quello di Napoli in quanto città che patirà un maggior numero di tagli e che ha già esperienze a livello di occupazioni. In tale occasione si richiederà l’appoggio di forze politiche e sindacali.
Settembre: iniziative coordinate in occasione delle nomine, tra cui un CAMPEGGIO A STAFFETTA fuori da gli USP delle singole città (o il Ministero dell’Istruzione), volantinaggi vari.
Queste azioni potranno prevedere incatenamenti o scioperi della fame.
Alcune iniziative proposte sono state lasciate in sospeso:
Ottobre: è uscita un’ipotetica data, il 10, per una manifestazione nazionale della scuola, ma anche questa è stata lasciata in sospeso.
Ipotesi di eventuale stesura di un documento unitario che riassuma le linee del nuovo coordinameto e che al momento si è deciso di lasciare in sospeso.
VARIE
Riassumo anche alcune RIFLESSIONI manifestate negli intereventi dai vari partecipanti.
La “più sentita” è il punto che attanaglia da sempre noi tutti impegnati nella lotta, ossia come coinvolgere tutti i precari che, come ben sappiamo, latitano alle iniziative o fingono di non sentire o proprio non ci sentono. Ciascun coordinamento o comitato, alla luce delle proprie azioni svolte in questi mesi dentro e fuori le scuole, è ben conscio di questa difficoltà ma si è comunque detto di non farsi scoraggiare dai numeri ristretti, di perseverare affinchè la voce disturbatrice non si spenga. Non cedere insomma ai soliti sconfortanti “ma siamo sempre in pochi e i soliti noti”. Si è pensato di proseguire con i volantinaggi in occasione della pubblicazione delle graduatorie a giugno o luglio, approfittando dei ricorsi.
Dal Coordinamento di Roma è emersa l’esigenza di continuare la divulgazione magari con “entrate a bomba” (uso i termini precisi emersi in assemblea) nelle varie assemblee cittadine, mantenere solidi contatti con movimenti studenteschi (Onda e Udi) ed estendere la lotta ad altri settori lavorativi. Giuseppe ha spiegato ciò che il Coordinamento 3 Ottobre ha organizzato qui a Milano con l’assemblea dei lavoratori di altri settori.
In tutti gli interventi fatti a Roma si è insistito sul fatto che la lotta deve essere radicalizzata perchè fino ad ora, nonostante il grande movimento dell'autunno 2008 e il fiorire di decine e decine di comitati e coordinamenti di lavoratori della scuola e di precari in tutto il territorio nazionale, non si è ottenuto nulla di concreto anzi!!! Questo è anche da imputarsi all'atteggiamento ambiguo di opposizione e sindacati che da una parte indicono scioperi e manifestazioni e fanno dichiarazioni forti contro i tagli e i vari provvedimenti governativi sulla scuola pubblica, ma dal'altra sono disponibili a trattare sotto banco con il Governo. Tutto questo ha diffuso scoraggiamento e la percezione che "nulla può essere cambiato" perchè "loro sono troppo forti"!
Occorre quindi, secondo gli interventi fatti all'assemblea di Roma, radicalizzare le lotta e "alzare il livello di scontro": questa radicalità si deve esprimere nelle forme di lotta (occupazioni, incatenamenti, scioperi della fame ecc.) ma soprattutto nel organizzazione e negli obiettivi: quindi "sedimentare" affinchè durino e si rafforzino i coordinamenti e i comitati sorti nell'ultimo anno e approfondire un processo di unità e di coordinamento tra tutte le organizzazioni di avanguardia e i soggetti attivi a livello nazionale; mantenere un fermo NO ai tagli, al DDL Aprea "senza se e senza ma" e la richiesta unitaria dell'assunzione a tempo indeterminato dei precari su tutti i posti vacanti.
L’assemblea si è chiusa alle ore 15.30 del 24 maggio 2009.
Milano, 26 Maggio 2009
24 maggio 2009
Prossima riunione del coordinamento
LA PROSSIMA RIUNIONE DEL COORDINAMENTO 3 OTTOBRE E':
LUNEDI 25 MAGGIO
DALLE 15.30 ALLE 18
CHIAMAMILANO
LARGO CORSIA DEI SERVI 11
22 maggio 2009
Tutti in piazza domani contro la crisi e la deriva razzista!
20 maggio 2009
Mozione riconduzione cattedre a 18 ore
Mozione: orario cattedre
In occasione dell'elaborazione dell'articolazione delle cattedre desideriamo esprimere il nostro parere contrario alla riconduzione delle cattedre a diciotto ore, perchè, in alcuni casi, impedisce di articolare le cattedre in funzione della continuità didattica e impedisce alla scuola la possibilità di utilizzare eventuali ore a disposizione per le molteplici necessità didattiche.
Desideriamo, altresì, ricordare, in questa occasione, che il superamento delle diciotto ore deve avvenire dietro espressa volontà del lavoratore e nei casi in cui è strettamente indispensabile didatticamente.
Sopratutto in un momento, come l'attuale, in cui i tagli indiscriminati stanno colpendo la scuola pubblica, riteniamo doveroso cercare di contrastare il più possibile gli effetti negativi sul fronte occupazionale e dei carichi di lavoro.
Milano, 19 Maggio 2009
Mozione IIS Galvani sull'adozione libri di testo
sul decreto n. 41 dell’8 aprile 2009 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, relativo alle adozioni dei libri di testo (presentata dalla prof.ssa Elvira Ferrandino su proposta del Dipartimento di Elettrotecnica)
Approvata con 1 astenuto
Il Governo, continuando gli interventi sulla scuola, iniziati con il D.L. del giugno 2008 n. 112, convertito in Legge 6 agosto 2008 n. 133, interviene su di essa limitando anche la libertà di insegnamento. Già all’art. 15 del D.L. 112/08 erano stati previsti:
l’individuazione preferibilmente di libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet;
l’adozione di libri di testo, per gli istituti di istruzione secondaria superiore, prodotti nelle versioni a stampa, on line, scaricabile da internet, e mista;
l’obbligo di adozione esclusiva, a partire dall’anno scolastico 2011-2012, da parte del collegio dei docenti, di libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista.
libri di testo che sviluppino contenuti essenziali.
Successivamente, con la circolare n. 16 del 10 febbraio 2009, il Ministero ha ribadito tali concetti, indicando nella scelta e nell’adozione dei libri dei testo quelli che prevedano un alleggerimento dei contenuti disciplinari, riducendo la scuola ad un mero luogo di ritrovo, di socializzazione e di orientamento (vedi art. 3.1 della circolare: “Gli studenti sono i naturali destinatari delle scelte operate con l'adozione dei libri di testo; da qui la necessità di porre una particolare cura nell'individuare libri di testo non tanto in termini di onnicomprensività disciplinare, quanto piuttosto per valorizzare le potenzialità e le attitudini degli allievi. Per far ciò occorre avere un occhio di riguardo verso i loro reali bisogni, i loro valori ed i loro interessi; in genere - come è noto ai docenti – si tratta di bisogni orientativi, più che di bisogni contenutistici e nozionistici; ed è appunto a questo livello che si realizza la promozione di azioni adeguate che prescindono dai libri di testo”).
Infine con il decreto n. 41 dell’8 aprile 2009 il Ministero è anche intervenuto (come già peraltro previsto dal comma 3 del D.L. 112/08) sulle caratteristiche tecniche dei libri di testo nella versione a stampa, sulle caratteristiche tecnologiche dei libri di testo nelle versioni on line e mista, introducendo novità relative all’adozione dei libri di testo per l’anno scolastico 2009-10, che possono essere riassunte nei seguenti punti.
L’adozione deve avere scadenza pluriennale (6 anni per la scuola secondaria) e non può essere modificata nel corso dei periodi previsti.
La ridefinizione dei curricola vigenti comporta “nuove strategie didattiche ed un coerente dimensionamento dei libri scolastici” che dovranno essere incentrati “sui nuclei essenziali delle varie discipline” e accompagnati da altre risorse strumentali (internet, biblioteche scolastiche, ecc.). I docenti dovranno quindi integrare e completare gli argomenti, laddove necessario, nel “rispetto del diritto d’autore” e considerando che le attitudini degli studenti evidenziano “ bisogni orientativi, più che bisogni contenutistici e nozionistici”.
La scelta dei libri di testo a stampa può avvenire solo se l’editore si impegna a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio. Si può invece procedere a innovazioni o integrazioni solo nelle versioni scaricabili da internet.
Il collegio dei docenti, a partire dall’anno scolastico 2011-12, ha l’obbligo di adottare solo libri utilizzabili nelle versioni on line o mista (sia cartacea che on line).
Il Collegio Docenti pertanto prende atto del tentativo di passaggio coatto dal libro tradizionale al testo digitale scaricabile on line, fatto che obbliga tutti i docenti a rivedere le proprie strategie didattiche. Tale provvedimento si trasforma in un limite oggettivo alla libertà di insegnamento prefigura una strumentazione didattica decisa dallo Stato con modalità di trasmissione delle conoscenze e delle competenze frutto di una pericolosa riduzione della complessità del sapere.
Il Collegio Docenti si dichiara preoccupato per i motivi di seguito esposti.
Il rischio di dover utilizzare, entro pochi anni, una pletora di “Bignami digitali” con un aggravio del lavoro sommerso dei docenti che dovranno implementare e integrare il testo adottato.
Il pericolo che limitandosi al solo “orientamento", mettendo in secondo piano i contenuti, può solo creare soggetti che non avranno molti strumenti per inserirsi nel mondo del lavoro, ciò nella scuola in generale e in taluni insegnamenti degli Istituti Tecnici in particolare, perché caratterizzati dalla necessità di formazione tecnico-professionale.
La necessità, per l’utilizzo di libri solo in versione digitale, di un maggior numero di laboratori efficienti collegati ad internet e di aule attrezzate con postazioni multimediali (videoproiettore, computer per studenti e insegnanti); tale consizione in netto contrasto con la riduzione di risorse destinate alla scuola. Viste le
ridotte risorse finanziarie investite nella scuola, sarà necessario dunque immaginare l’obbligo per tutti gli studenti di possedere un computer con stampante a colori (costo medio € 500) o un e-reader (lettore di libri digitali costo medio € 350) con costi per famiglia molto pesanti. Senza dimenticare infine i problemi relativi alla stampa dei testi (a carico della scuola? O affidata alle famiglie?).
Pertanto il Collegio Docenti, in questa fase caratterizzata da approssimazione e confusione da parte del MIUR,
RIVENDICA
la scelta di testi tradizionali a stampa, lasciando internet e i libri digitali come ambito di libertà, visto che essi possono essere solo uno dei tanti strumenti di insegnamento, e non un obbligo imposto;
la libertà di insegnamento, che tale deve restare e non può essere incanalata, da dettami governativi, verso un abbassamento dei livelli di conoscenza e di formazione dei nostri allievi;
CHIEDE
La gratuità per tutti i docenti degli strumenti informatici necessari (un computer portatile per ogni docente con licenze di software applicativi) allo svolgimento del proprio lavoro.
L’applicazione in Italia del “far use” e del “fair dealing ”, che già sarebbe previsto all’art. 70 della Legge 22 aprile 1941, n. 63 che al primo comma recita: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali”. Il far use e il fair dealing sono previsti inoltre dalla Direttiva UE dell’aprile 2007 Ipred2 che disciplina l'armonizzazione delle normative penali in campo del diritto d'autore, e con l'emendamento 16 ha ribadito che: la riproduzione in copie o su supporto audio o con qualsiasi altro mezzo, a fini di critica, recensione, informazione, insegnamento (compresa la produzione di copie multiple per l'uso in classe), studio o ricerca, non è qualificabile come reato.
Maggiori risorse, sia umane che economiche, per potere rendere efficienti le biblioteche scolastiche, aggiornando il quadro legislativo, in modo da definire il loro ruolo e prevedendo delle adeguate figure professionali specifiche (come ad esempio il bibliotecario documentalista). Biblioteche scolastiche da utilizzare non per integrare “bignami digitali”, ma come spazi di ricerca e approfondimento, che abbiamo lo scopo di formare gli studenti all’uso dell’informazione, mettendoli in grado di utilizzare tutte le competenze in modo autonomo, critico e creativo.
17 maggio 2009
15 maggio 2009
14 maggio 2009
15 maggio SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA
Il coordinamento sarà presente in piazza con uno striscione, ore 9,30 piazza Cairoli, Milano
13 maggio 2009
Resoconto assemblea coordinamento, 11 maggio - 1 parte
7 maggio 2009
Assemblea 11 maggio ore 17,00 - 22,00
A TUTTO IL PERSONALE DELLA SCUOLA
ATTENZIONE: IL TUO POSTO DI LAVORO E' A RISCHIO
DAL PROSSIMO ANNO POTRESTI NON LAVORARE!
LO SAPEVI CHE CON LA LEGGE 133 IL GOVERNO HA TAGLIATO 7,8 MILIARDI DI EURO ALLA SCUOLA
STATALE NEL PROSSIMO TRIENNIO?
Ciò significa che in tre anni spariranno 87.341 cattedre, 42.105 già nell’a.s. 2009/2010, e 44.500 posti di personale
ATA e che a settembre in Lombardia ci saranno:
696 cattedre in meno nella scuola Primaria;
2.255 cattedre in meno nella scuola secondaria di primo grado;
1047 cattedre in meno nella scuola secondaria di secondo grado.
LO SAPEVI CHE LO SCHEMA DI PIANO PROGRAMMATICO, DI CUI ALL’ART. 64 DELLA LEGGE 133:
INNALZA IL NUMERO DI STUDENTI DA UN MINIMO DI 27 AD UN MASSIMO DI 33 PER CLASSE??
LO SAPEVI CHE IL GOVERNO HA RITIRATO I TAGLI ALLA SCUOLA PRIVATA?
LO SAPEVI CHE
LO SAPEVI CHE
IL DDL APREA:
prevede la trasformazione delle istituzioni scolastiche in fondazioni di diritto privato;
sostituisce il Consiglio di Istituto con un Consiglio di Amministrazione;
modifica lo stato giuridico dei docenti, che saranno iscritti in albi regionali;
modifica il sistema di reclutamento dei docenti, affidandolo alle singole istituzioni scolastiche;
cancella la rappresentanza sindacale dei docenti: niente più R.S.U. di istituto?
Il Coordinamento 3 ottobre – Lavoratori della scuola Lombardia
ribadisce il proprio NO
aI TAGLI, alla Legge 133
e al DDL Aprea
UNISCITI A NOI
IN DIFESA DELLA SCUOLA STATALE,
DELLA LIBERTÀ DI INSEGNAMENTO,
DEL DIRITTO ALLO STUDIO PER TUTTI!!
Prossima riunione del coordinamento
11 maggio ore 17- 22
presso Chiamamilano, Largo Corsia dei servi, 11 MM San Babila
Se vuoi partecipare alle nostre iniziative di lotta, scrivi a: coordinamento3ottobre@gmail.com ed iscriviti alla nostra mailinglist: coordinamento3ottobre@googlegroups.com
e al blog: http://coordinamentoscuola3ottobre.blogspot.com/
5 maggio 2009
Assemblea 11 maggio ore 18-22
LAVORATORI DI TUTTI I SETTORI, UNITI!
Noi lavoratori della scuola pubblica da mesi subiamo da parte del Governo Berlusconi un attacco senza precedenti, un piano impressionante di tagli di posti di lavoro (130.000 in tre anni, la maggioranza coperta da lavoratori precari) e di risorse per 8 miliardi di euro. La minaccia sempre più concreta di smantellamento di un sistema pubblico e trasparente di reclutamento e l’introduzione di progetti di riforma della scuola sostenuti dalla Confindustra, costringono l’istruzione delle giovani generazioni alle specifiche esigenze delle aziende e consegnano la una cultura ad una gestione sempre più autoritaria e gerarchica, a sfavore del diritto allo studio, della libertà di insegnamento e della gestione democratica e collegiale degli Istituti scolastici.
Ma questo genere di attacchi ai lavoratori, ai diritti acquisiti e alla qualità del lavoro non riguarda solo noi della scuola pubblica, ma tutti i lavoratori del settore pubblico (sanità, enti locali, trasporti) e del settore privato. Tagli, licenziamenti, attacco ai diritti fondamentali conquistati decenni fa dalle lotte di altri studenti/lavoratori/cittadini, peggioramento delle condizioni generali di ciascuno, giovane o vecchio, donna o uomo, dalla salute all’istruzione alla possibilità di condurre una vita dignitosa: tutto ciò che ci offre questo governo, spesso in accordo con opposizione istituzionale e sindacati compiacenti, oggi più di ieri con il pretesto della crisi economica. In questa stessa barca ci sono anche agli studenti, straordinari protagonisti delle mobilitazioni dell’autunno, giovani attaccati nel loro diritto allo studio nelle Università e nelle scuole e formati oggi solo per diventare i lavoratori precari e sottopagati di domani.
Perché tutto questo non continui più è necessario, oggi più che mai, che TUTTI I LAVORATORI DI TUTTI I SETTORI SI UNISCANO DAL BASSO PER SOSTENERSI AD USCIRE DAL PROPRIO ISOLAMENTO E ORGANIZZARSI INSIEME per progettare e lanciare azioni di protesta e iniziative comuni di resistenza che favoriscano la nascita di una lotta, non più solo auto-referenziale o puramente corporativa, ma il più forte, il più consapevole e il più ampia possibile. Dal giusto slogan lanciato dal movimento studentesco ma ormai superato dai fatti “Noi la crisi non la paghiamo” occorre forse lanciarne uno più aggiornato: “Noi la crisi la stiamo già pagando. E siamo stufi di farlo”
Come Coordinamento Lavoratori della Scuola “3 ottobre”, in 7 mesi di vita abbiamo partecipato attivamente agli scioperi generali e alle grandi manifestazioni per la scuola che hanno infiammato gli ultimi tre mesi del 2008. Abbiamo prodotto documenti di analisi e fatto contro-informazione in risposta alle bugie e alla confusione che il Governo e i media asserviti hanno diffuso nel paese sulla scuola e sui tagli/riforme Gelmini/Tremonti/Brunetta. Abbiamo organizzato in forma autonoma: presìdi sotto l’Ufficio Scolastico Regionale e la sede della Regione Lombardia, azioni di protesta ovunque fosse necessario (vedi blog http://
UNIRSI, SOSTENERSI, ORGANIZZARSI. SE NON ORA QUANDO!!!
PER QUESTO INVITIAMO TUTTI I LAVORATORI, DELLA SCUOLA E NON, PUBBLICI E PRIVATI E TUTTI GLI STUDENTI A UN’ASSEMBLEA PREPARATORIA UNITARIA, ALLO SCOPO DI ORGANIZZARE UNA GRANDE INIZIATIVA CITTADINA DA TENERSI NEL MESE DI GIUGNO CONTRO LA PRECARIETA’, I LICENZIAMENTI, IN DIFESA DELLO STATO SOCIALE, IL DIRITTO DI SCIOPERO E IL CONTRATTO NAZIONALE.
LUNEDI’ 11 MAGGIO
DALLE 18.00 ALLE 22.00
SEDE ASSOCIAZIONE CHIAMAMILANO, MM San Babila
LARGO CORSIA DEI SERVI, 11 MILANO
SCRIVETECI ALLA MAIL: coordinamento3ottobre@gmail.
O SUL NOSTRO BLOG: http://
1 maggio 2009
Primo maggio - May Day
Primo maggio - corteo della mattina in via Padova
Un interessante articolo sull'Aprea
di Maria Mantello (pubblicato su MicroMega, supplemento n°6/2008, “Un’onda vi seppellirà”)
Oltre ai tagli del decreto Gelmini (137) e della legge 133, sulla scuola statale incombe qualcosa di ben più pericoloso. E’ il disegno di legge n° 953 di Valentina Aprea: “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti”.
Già nel titolo sono enucleati i punti cardine di questo progetto che, se approvato in Parlamento, sarà la tomba dell’intero sistema d’istruzione pubblica. In nome dell’ “autogoverno delle istituzioni scolastiche” e della “libertà di scelta educativa delle famiglie”, gli Istituti statali diverranno “Fondazioni”, gestite da vere e proprie lobby di familismo territoriale. Saranno queste a determinare la progettualità pedagogico-didattica, sottraendola di fatto alla responsabilità professionale dei docenti. Per i quali, non a caso, si prevede “la riforma dello stato giuridico” in senso privatistico.
La scuola pubblica, allora, da luogo di formazione di cittadini liberi e responsabili, educati a sviluppare capacità analitico-critiche, diverrà il recinto del conservatorismo ideologico di famiglie-clan. Con buona pace della libertà di d’insegnamento e d’apprendimento, presupposto e linfa vitale di ogni serio processo di studio e ricerca in un paese democratico. Il ddl 953, infatti, vincola pregiudizialmente il processo di formazione e di crescita intellettuale dei ragazzi al gruppo di loro originaria appartenenza. Ovvero ad una dimensione particolaristica da confermare e reiterare anche a scuola. Il sano processo educativo di emancipazione culturale e sociale, dove lo Stato è chiamato (art. 3 della Costituzione) a rimuovere gli ostacoli (familiari compresi) perché ciascuno si autodetermini libero di pensare e scegliere con la propria testa, sarà così intrappolato nella obbedienza alla ‘legge del padre’.
Questo è quanto sta dietro “la libertà di scelta delle famiglie”. Ed è ben altra cosa, da quel fattivo e propositivo dialogo con i genitori, già esistente in tutte le scuole statali, e gelosamente coltivato ed incentivato dagli insegnati. I “Decreti Delegati” (DPR., 31 maggio 1974, n.416) lo tutelano. Gli organi collegiali da essi previsti ne sono i luoghi di partecipazione e confronto aperto a tutte le componenti della scuola. Dove, nell’interrelazione dialogica, ciascuno è salvaguardato nel reciproco rispetto di funzioni, compiti, competenze, responsabilità.
Il ddl Aprea al contrario, azzerando tutto questo, sembra voler trasformare la scuola nel campo di coltura del gruppo ideologico prevalente (non è difficile indovinare quale esso sia), allo scopo dichiarato di controllare libertà d’insegnamento e d’apprendimento. Cosa del tutto inaccettabile, perchè si impedirebbe ai ragazzi di crescere nella più vasta appartenenza alla cittadinanza democratica. In quella che Hannah Arendt chiamava “la realizzazione della condizione umana della pluralità, cioè del vivere come distinto ed unico essere tra uguali” (Vita Activa). Una condizione a cui si perviene attraverso un’educazione aperta e laica. Quella che nella scuola statale è realtà. E’ mezzo e fine.
Tutto il contrario delle scuole private, dove per altro gli insegnati debbono essere contrattualmente conformi alla visione del mondo dell’ente gestore. Queste scuole private, grazie a quel pasticcio giuridico del “sistema paritario integrato”, sono assurte allo status di erogatrici di un servizio pubblico integrativo e paritario alle statali. E tanto è bastato per giustificare i sempre più ingenti finanziamenti pubblici ad esse erogati. Tuttavia, nonostante le iniezioni ricostituenti, e i percorsi didattici facilitati, queste scuole sono sempre più in forte crisi di iscrizioni. Ecco allora la soluzione. Eliminare la concorrenza dell’Istruzione statale, a cui famiglie e studenti continuano a dare fiducia, nonostante le ben orchestrate campagne di denigrazione di tanti media.
Così, se i tagli di risorse umane ed economiche della ministra Gelmini servono ad anemizzare la scuola statale, sarà la legge Aprea -se passerà- a portare a casa Berlusconi: la libertà dall’unica scuola libera, quella dello Stato. Annegata nello stagno dell’omologazione di un pensiero unico, di un libro unico, di un maestro unico, di un professore a senso unico. Finalmente, la scuola statale insaccata in tornelli e corti metri del modello Brunetta, sarà ridotta a sistema mercatista. Dove tutto conterà meno che la qualità. Dove tutto si acquista e si consuma secondo le pulsioni e le mode dei gruppi prevalenti.
Così col suo ddl, l’on. Valentina Aprea -ex maestra elementare (diploma magistrale alle scuole cattoliche di Bari), ex direttrice didattica (laurea in Pedagogia al Magistero di Bari), oggi in forza nella squadra Berlusconi- potrebbe a breve termine imbrigliare finalmente il fastidioso principio costituzionale: “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” (art 33 Costituzione), col cambiamento dello stato giuridico dei docenti: “il concetto di «stato giuridico» include, tra l'altro: l'identificazione (in che cosa consiste) e la configurazione (identica o differenziata) della funzione docente; i contenuti e i limiti della libertà di insegnamento”(introduzione).
Sull’esercizio di questo insegnamento a libertà condizionata e ben vigilata, il docente verrà giudicato ( “la funzione docente è rivolta prioritariamente a educare i giovani…, in collaborazione con la famiglia di ciascun allievo, e i relativi risultati educativi costituiscono l'oggetto della specifica responsabilità professionale del docente.” art. 12.3). L’insegnante, in sostanza, sarà “responsabile” del suo maggiore o minore adeguamento a ideologie locali, interessi economici, voglie educative di famiglie (“resta la sfida di riallocare le risorse finanziarie destinate all'istruzione partendo dalla libertà di scelta delle famiglie, secondo il principio che le risorse governative seguono l’alunno” -introduzione).
Inoltre, visto che i docenti, dovranno sottoporsi per avere una progressione anche economica di carriera a continui esami da parte di “esperti” (art. 17), è facile immaginare come ad essere schiacciata sarà la loro dignità professionale. Forse vale appena ricordare che i docenti delle statali hanno sostenuto difficili concorsi ordinari, acquisito titoli ed esperienze culturali e professionali che sarebbe ora di rispettare e valorizzare da parte dello Stato. Ovviamente questo non potrà accadere se nella scuola lo Stato avrà abdicato alla funzione di ente gestore, per diventare meramente erogatore di fondi. Ovvero sussidiario. “La sussidiarietà diventa la stella polare di questo cambiamento” proclama orgogliosamente questo ddl, che auspica Fondazioni sostenute da “partner pubblici e privati”.
E’ interessante forse ricordare, che ad esempio Pio XI, nell'anno del concordato fascista (1929) affermava: “La scuola …è di natura sua istituzione sussidiaria e complementare della famiglia e della Chiesa … tanto da poter costituire, insieme con la famiglia e la Chiesa un solo santuario, sacro all'educazione cristiana” (Divini illius magisteri). Non sono dunque argomenti nuovi! Di tanto in tanto vengono rilanciati. Tra i tanti esempi recenti, ricordo le parole del patriarca di Venezia, Angelo Scola: “lo Stato smetta di gestire la scuola e si limiti a governarla. Rinunci a farsi attore propositivo diretto di progetti scolastici per lasciare questo compito alla società civile”.
Ecco, adesso finalmente il miracolo potrebbe compiersi con questo ddl 953, che si propone: “attraverso la trasformazione in fondazioni si vuole anche favorire una maggiore libertà di educazione che poggia sulla natura sociale dell’educazione: un’opera da svolgere entro quella società civile e quegli enti pubblici e privati più vicini ai cittadini, che devono essere riconosciuti a pieno titolo come espressione dell’azione pubblica .”(introduzione).
Insomma “i rappresentanti delle realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi”(art.1.2), potranno finalmente avere una scuola pubblica a loro funzionale, nella quale “concorrono alla definizione e alla realizzazione degli obiettivi educativi e formativi, attraverso percorsi articolati e flessibili” (art.1.5). Allo Stato l’onere economico di erogare sussidi economici a queste scuole-aziende. Un bel risparmio!
Come tutte le aziende che si rispettino, le nuove scuole riformate (controriformate?) avranno un capo: il Dirigente Scolastico che assume “la gestione unitaria dell’istituzione, ne ha la legale rappresentanza ed è responsabile della gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio” (art. 4). L’ex Preside, diverrà così un vero e proprio datore di lavoro.
L’organo di governo, al posto del troppo democratico Consiglio d’Istituto, è il “Consiglio di Amministrazione” (art. 5-6). Esso sarà composto da 11 membri. Oltre al Dirigente scolastico che ne fa parte di diritto, ci saranno esponenti di docenti, genitori, studenti; ma anche (questa è la novità) “esperti in ambito educativo, tecnico o gestionale”, nonché “l'ente tenuto per legge alla fornitura dei locali della scuola” (come se il padrone di casa di un affittuario dovesse poi prendere parte, di diritto, alla gestione della famiglia di quest’ultimo). In quali rapporti numerici saranno le diverse componenti, non è specificato. Questo Consiglio di Amministrazione, timone politico-economico, dovrà garantire efficienza e funzionalità di persone e cose. E per questo “nomina docenti esperti e membri esterni (appositamente retribuiti per questo –ndr.) del nucleo di valutazione” (art. 4.e).
Il giudizio di questo nucleo di valutazione, che si raccorderà con quelli regionali e nazionali, dovrà essere il punto di riferimento per l’annuale piano dell’offerta formativa di ciascuna scuola, dove è garantita la “partecipazione degli studenti e dei genitori come efficace strumento di indirizzo e di controllo” (introduzione).
Esecutori di disegni educativi giocati su ben altri tavoli, ai docenti è però lasciato il compito di stilare alfine, il piano dell’offerta formativa (artt. 1.5 e 7.1 ), che però deve essere approvato dal Consiglio di amministrazione, insieme al programma delle attività annuali (art. 5.1).
Ah, dimenticavo, nelle scuole paritarie il tutto è fatto direttamente dall’ente gestore (art. 1.7)
maria mantello