20 luglio 2013

COMUNICATO PRECARI UNITI CONTRO I TAGLI: "FLC CGIL - USR LOMBARDIA: ACCORDI SEGRETI IN LESIONE DEL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI CON DISABILITÀ?"


Dopo i diversi tentativi di organizzare sul territorio nazionale corsi di formazione di breve, se non di

brevissima durata, motivati unicamente da evidenti esigenze di risparmio da parte del MIUR, ci tocca oggi constatare, in quanto lavoratori della scuola specializzati e formati in percorsi post lauream annuali e/o biennali, che l'adeguata formazione e le specializzazioni a nulla valgono rispetto alla volontà della FLC CGIL di stringere accordi con l'USR della Lombardia per sopperire alle conseguenze della riforma Gelmini, che in questi anni ha prodotto in diverse discipline di insegnamento un numero importante di lavoratori in esubero.


Esprimiamo profondo dissenso in merito alla nota riportata il 16/07/13 sul sito della FLC CGIL di

Como (http://www.cgil.como.it/index.php/flc-notizie/1138utilizzo-su-sostegno.html) riguardante l’utilizzo su posto di sostegno di docenti non in possesso di titolo di specializzazione al sostegno degli alunni con disabilità.

 

Ci sembra appena il caso sottolineare e richiamare l'attenzione sul rispetto di quanto viene esplicitato nell’art. 14 comma 6 della legge 104/92: “L'utilizzazione in posti di sostegno di docenti privi dei prescritti titoli di specializzazione è consentita unicamente qualora manchino docenti di ruolo o non di ruolo specializzati”.

 

Esigiamo che la normativa vigente venga rispettata su tutto il territorio nazionale e che si assegnino cattedre e spezzoni di sostegno a docenti non specializzati solo ed esclusivamente dopo eventuale esaurimento delle graduatorie provinciali e delle graduatorie di istituto dove sono presenti docenti specializzati nel sostegno degli alunni con disabilità.


Stigmatizziamo, inoltre, il fatto che l'accordo siglato in sordina, del quale non vi è traccia alcuna sul sito dell'USR della Lombardia, venga reso noto al 16 di luglio con appena 15 giorni di tempo per i docenti di ruolo per presentare le domande e, nemmeno a dirlo, in piena estate, forse sperando – erroneamente – che vi sia una soglia dell'attenzione più bassa e minor vigilanza da parte dei lavoratori della scuola.

 

Crediamo, infine, che qualunque forma di accordo tra i sindacati e gli uffici scolastici regionali debba essere resa pubblica affinché siano note a tutti in piena trasparenza le diverse procedure di assegnazione che tanta ricaduta hanno sui lavoratori della scuola nonché sull'integrazione e sul diritto allo studio degli studenti con disabilità.


Precari Uniti contro i tagli

18 luglio 2013

LETTERA APERTA ALLA FLC CGIL DI MILANO, ALLA FLC CGIL DI COMO E ALL'USR LOMBARDIA

FLC CGIL - Milano

Fax: 02 55025429

FLC CGIL – Como

Fax: 031 270400

Dott. Volonté - USR Lombardia

Fax: 02 574627341

Oggetto: Nota del 16/07/2013 sito FLC CGIL Como “utilizzo su sostegno”.

Esprimiamo profondo dissenso in merito alla nota riportata sul sito della FLC Como in data 16/07/2013 riguardante l’utilizzo su posto di sostegno di docenti non in possesso di titolo di specializzazione per il sostegno agli alunni con disabilità. A fronte di maggior chiarezza riportiamo la nota pubblicata sul sito della FLC Como in data 16/07/2013:
http://www.cgil.como.it/index.php/flc-notizie/1138-utilizzo-su-sostegno.html

Utilizzo su sostegno
Martedì 16 Luglio 2013 11:55  Scritto da UfficioStampa.
A seguito di un incontro in Usr è stato raggiunto un accordo per i docenti che, pur non essendo in possesso del titolo di specializzazione, possono inoltrare domanda di utilizzo su sostegno. I modelli sono disponibili presso le sedi Flc. La scadenza è il 31 luglio.
Ultimo aggiornamento (Martedì 16 Luglio 2013 12:00)

Precisiamo che tale nota è direttamente in contrasto con l’art. 14 comma 6 della legge 104/92 che così recita: “L'utilizzazione in posti di sostegno di docenti privi dei prescritti titoli di specializzazione è consentita unicamente qualora manchino docenti di ruolo o non di ruolo specializzati”.

Chiediamo, pertanto, il rispetto della normativa vigente e che si proceda ad assegnare cattedre o spezzoni dell'organico di sostegno a docenti non specializzati solo dopo eventuale esaurimento delle graduatorie provinciali (GaE) e delle graduatorie di istituto (GI) in cui è collocato il personale docente regolarmente abilitato e specializzato in base a percorsi formativi legalmente riconosciuti e qualitativamente validi.

Ricordiamo, inoltre, che i corsi di specializzazione per docenti di ruolo in esubero che dovevano partire nel 2012 sono stati bloccati per la brevità e l’inadeguatezza della formazione offerta.

Adesso siamo addirittura costretti a constatare che l’USR, in totale segretezza e senza alcun comunicato ufficiale, insieme a quello che si vanta di essere il più prestigioso sindacato italiano, che dovrebbe tutelare il diritto allo studio degli alunni con disabilità, sigla un accordo in sordina che permette a docenti senza alcuna specializzazione di operare sul sostegno

Questa nota ci appare francamente assurda e il suo contenuto inaccettabile da qualunque punto di vista legislativo.

Chiediamo pertanto spiegazioni urgenti in merito.

Milano, 18/07/2013

Coordinamento Lavoratori della scuola “3 ottobre” Milano
Associazione Genitori Tosti Onlus – Lombardia


11 luglio 2013

Report Incontro con il Direttore dell’Ufficio scolastico di Milano dott. Petralia -10/7/2013


Report
Incontro con il Direttore dell’Ufficio scolastico
territoriale di Milano dott. Petralia (presente anche l’ispettore dott. Bruschi).

Mercoledì 10 luglio 2013 – AT Milano – Via Soderini, 24.

L'incontro richiesto al fine di consegnare il documento allegato al dott. Petralia e al dott. De Sanctis (assente all’incontro e al quale nei prossimi giorni verrà consegnata una copia) a firma del Coordinamento Lavoratori della scuola “3 ottobre”, dell'Associazione Genitori Tosti Lombardia, dell’USB Scuola Lombardia. Tale documento è stato elaborato per richiamare gli uffici dell’UST e dell’USR al rispetto della normativa vigente in merito agli organici di sostegno, al rapporto fra insegnanti specializzati e studenti con disabilità, al numero massimo di studenti con disabilità per ogni classe, al numero massimo di alunni per classe.
Il dott. Petralia ha ribadito più volte che il vincolo di bilancio imposto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze rende impossibile attualmente il rispetto della normativa vigente.

RESOCONTO

Si chiede al Dott. Petralia come gli uffici intendono realizzare il rispetto del rapporto 1:2 fra insegnanti di sostegno e alunni con disabilità lieve e del rapporto 1:1 nel caso di disabilità gravi, nel rispetto della legge 104/92 e in considerazione sia delle numerose sentenze dei TAR risultate favorevoli alle famiglie ricorrenti contro il MIUR sia della sentenza della Corte Costituzionale (80/2010) che ha sancito come il diritto all'istruzione degli alunni con disabilità deve essere considerato prioritario rispetto alle esigenze di bilancio dello Stato.
Risposta: il rapporto medio nella regione Lombardia si attesta su 1:2,39 con situazioni molto positive come la provincia di Sondrio dove il rapporto si attesta su 1:1,50 e situazioni più problematiche come l'area metropolitana di Milano che è, invece, lontana dal rispetto di questa proporzione. La Lombardia avrebbe bisogno di circa 5.200 insegnanti di sostegno in più oltre all’organico di fatto per rispettare il rapporto 1:2, ma il Ministero dell'Economia e delle Finanze non autorizzerebbe mai un tale numero di deroghe. Pertanto il direttore dichiara che gli ambiti territoriali della Lombardia contano di risolvere il problema chiedendo il massimo numero possibile di cattedre in deroga (circa 700), per mantenere almeno inalterato, rispetto al precedente anno scolastico, il rapporto insegnanti di sostegno/studenti. L’ufficio scolastico regionale, inoltre, “riequilibrerà” la distribuzione degli insegnanti di sostegno fra le varie province ristabilendo maggiore uniformità per l’assegnazione oraria delle risorse. Il dott. Petralia, però, non chiarisce come e con quali criteri verrà riequilibrata l’attuale situazione e assicura solamente che entro la fine di luglio, in seguito all'incontro fra il direttore regionale dott. De Sanctis e il Ministero, si avranno dati più certi rispetto alle deroghe (ogni comunicazione in tal senso verrà pubblicata sul sito).

Si fa notare che il presunto rapporto 1:2,39 per l'area di Milano è del tutto falso, visto che il rapporto reale tra docenti di sostegno e alunni con disabilità che riscontriamo nelle scuole milanesi è sempre molto più alto.
Risposta: il rapporto è dato dalla media della regione e in alcune province, per esempio Sondrio, le risorse sono maggiori perché in passato ci sono state politiche volte a favorire alcune zone della regione rispetto ad altre.

Si fa notare che il meccanismo delle deroghe è fuorviante in quanto non si tratta di “concedere” cattedre in deroga, ma di rispettare il dettato costituzionale all’art. 3 e non violare i diritti degli alunni con disabilità. Non si chiedono in tale situazione delle concessioni o delle elargizioni individuali, ma il rispetto del diritto allo studio di tutti gli studenti come da normativa vigente.
Risposta: sebbene la situazione sia oggettivamente grave e sebbene ci sia una disponibilità dei direttori territoriali nel provare a richiedere il congruo numero di risorse adeguate, il Ministero dell'economia e delle finanze non ha alcuna intenzione di concedere al Ministero dell'istruzione tutte le risorse necessarie per una gestione ottimale della scuola. Sostiene, inoltre, che i direttori territoriali si “mettono spesso di traverso” in tutti i casi in cui è possibile farlo, ma che di fatto, in quanto funzionari dello Stato, non possono che obbedire a quello che gerarchicamente gli viene imposto. La distanza tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere è, per il dott. Petralia, un dato di realtà ineluttabile che non può essere contrastato dagli USP e dagli USR. Anche di fronte alla vittoria delle sentenze per i ricorsi al TAR, il dott. Petralia fa notare come a seguito di quei singoli ricorsi le famiglie che li hanno promossi hanno visto successivamente riconosciute le adeguate risorse, ma che non bisogna nascondersi il dato più importante: non si tratta mai dell’attivazione di risorse aggiuntive bensì di un “gioco delle tre carte” per cui alcune risorse vengono dirottate da un singolo studente a un altro, in quanto i vincoli rispetto agli organici assegnati dal Ministero comunque permangono sulla situazione generale.

Si fa notare che l'assegnazione delle ore di sostegno è del tutto arbitraria e priva di trasparenza in quanto non sono mai stati esplicitati i criteri in base ai quali gli uffici scolastici territoriali distribuiscono le ore alle istituzioni scolastiche.
Risposta: i criteri di assegnazione delle ore fanno riferimento alla condizione degli studenti in base a una legge più recente della 104 (tuttavia il dott. Petralia rifiuta di citare tale riferimento di legge con precisione). Inoltre sostiene che non è corretto partire dal presupposto che gli studenti con disabilità grave abbiano diritto alla copertura integrale delle 18 ore perché l'insegnante di sostegno non è assegnato allo studente, ma alla classe e quindi dovrebbe essere il Consiglio di Classe a predisporre interventi mirati per lo studente con disabilità.

Si fa notare, senza nulla obiettare al coinvolgimento dei consigli di classe nella progettazione e nella realizzazione dell’inclusione scolastica, che tutte le sentenze dei TAR interpretano la legge 104 proprio nel senso della copertura integrale di 18 ore per gli studenti con disabilità grave altrimenti le famiglie non vincerebbero così tanti ricorsi…
Risposta: l'operato della magistratura non è affare del Ministero dell'Istruzione.

Si fa notare che, anche se si volesse intendere l'assegnazione dell'insegnante di sostegno come risorsa genericamente attribuita alla classe (e non come è più corretto all’integrazione e all’inclusione della classe in cui è presente uno studente con disabilità), non sarebbe in ogni caso possibile “assistere” l'intera classe con il numero esiguo di ore assegnate attualmente. Quindi l’argomentazione del dott. Petralia appare fallace dal punto di vista normativo, ma anche dal punto di vista logico a meno che non si pretenda che i docenti si investano di un mandato volontaristico a detrimento in ogni caso della qualità degli interventi educativi e del benessere dei lavoratori della scuola.
Risposta: il direttore e l'ispettore sostengono che la normativa (nessun riferimento specifico) pone a 1:2 il rapporto fra insegnanti di sostegno e alunni disabili, che il compito dell'integrazione ricade sul Consiglio di Classe e non sul solo insegnante specializzato, pertanto le richieste di aumento delle ore non sono sempre giustificate perché il mancato affiancamento del sostegno didattico-educativo anche nelle situazioni di studenti con disabilità grave si può sopperire con l’affinamento delle diverse metodologie didattiche.

Si fa notare come la politica complessiva del Ministero sia di ridurre progressivamente il sostegno tagliando non direttamente sul numero di insegnanti, ma riducendo gradualmente il numero delle ore assegnate agli alunni e alle scuole. La recente direttiva sui BES, il richiamo alle diverse metodologie da mettere in campo nei Consigli di Classe privi delle necessarie risorse specializzate sul sostegno, l’avvio di una modalità esclusivamente burocratica di gestione del disagio e delle difficoltà di apprendimento sono modi puramente formali per diffondere l'idea che il Ministero sia interessato alla tutela degli studenti più deboli, ma tutti questi atti nascondono invece una reale volontà di operare anche sul sostegno un taglio e una riduzione del personale (anche attraverso l’introduzione dell’organico funzionale a reti di scuole) a scapito del diritto allo studio degli studenti con disabilità. Nelle scuole statali spariscono gradualmente figure professionali come mediatori, esperti della LIS, assistenti per la comunicazione, educatori professionali e si tenta, oggi, di operare un ennesima riduzione sull’organico di sostegno. Esprimiamo la nostra forte contrarietà contro la recente direttiva dei BES che non inciderà in alcun modo sull'inclusione. Si  invita, inoltre, l'USP e l'USR a una analisi di quanto realizzato dalla legge 170/2010 per gli alunni con DSA (alcuni dei quali con difficoltà cognitive borderline segnalate nelle stesse diagnosi e privati da quella stessa legge del sostegno didattico-educativo) per comprendere facilmente come la predisposizione del riconoscimento di un bisogno educativo solo sul piano formale (circolare BES del 6/3/2013) produce niente altro che un abbassamento delle richieste e delle prestazioni di quegli stessi studenti che se correttamente affiancati potrebbero raggiungere ben altri livelli di apprendimento.
Segnaliamo che la situazione appare nelle nostre scuole sempre più esplosiva e sarà ogni anno più difficile da gestire anche per quelle professionalità che oggi si spendono con resilienza pur vedendo profilarsi all’orizzonte i costi sociali che le deprivazioni di oggi causeranno in futuro. Si chiede al dott. Petralia di farsi portavoce della contrarietà e della forte preoccupazione espressa in questa sede anche a fronte della beffa costante di un aumento di fondi pubblici che lo Stato e gli enti locali distorcono a vantaggio delle istituzioni scolastiche paritarie private.
Risposta: in quanto funzionari dello Stato ci si limita ad applicare le direttive imposte dai superiori gerarchici. Il dott. Petralia e l’ispettore Bruschi introducono, inoltre, altre questioni rilevanti per gli ambiti territoriali:
la chiusura di numerose scuole private paritarie e l'impossibilità per le scuole statali di assorbirne tutti gli studenti;
il ricollocamento degli insegnanti soprannumerari, per i quali si sta pensando, in aperta e irrisolvibile contraddizione con quanto affermato precedentemente, ad un collocamento nelle paritarie private come ulteriore forma di “sostegno” pubblico all'istruzione privata;
la necessità di istituire nuovi corsi di specializzazione sul sostegno per la mancanza (sic!) di personale specializzato da impiegare nelle scuole.

Si fa presente come il sindacato USB di Milano abbia in questo anno scolastico ricevuto diverse segnalazioni da parte dei lavoratori (con conseguente richiamo di diffida alle scuole) rispetto a: mancata copertura dei docenti di sostegno assenti per più di 15 giorni; sostituzione dei docenti di sostegno con personale educativo; tentativi di spostare i docenti di sostegno dalle proprie classi ad altre classi scoperte soprattutto nei mesi di settembre e inizio ottobre quando l’USP tarda con l’espletamento delle procedura di nomina.
Si chiede che le procedure di nomina siano condotte in maniera pubblica e trasparente nella sede dell'ambito territoriale e non nelle scuole, dove spesso avvengono in maniera approssimativa e in condizioni indecorose.
Risposta: Il direttore dichiara che penserà alla questione e cercherà una soluzione organizzativa pur segnalando la forte riduzione che gli stessi USP hanno subito negli ultimi anni.

Si chiede che gli spezzoni di 6 ore siano assegnati dagli ambiti territoriali e non dai dirigenti scolastici come nello scorso anno scolastico per alcune classi di concorso. Si chiede, inoltre, che l’USP pubblichi sul sito un richiamo formale all’assegnazione degli spezzoni fino al 30 giugno scorrendo la Graduatoria ad Esaurimento in quanto i dirigenti scolastici spesso tendono a scorrere e nominare impropriamente dalle graduatorie di istituto.
Risposta: la normativa prevede che gli spezzoni di 6 ore o inferiori alle 6 ore siano assegnati direttamente dai dirigenti scolastici, difficilmente la situazione potrà essere gestita diversamente.

Si rimanda a un ulteriore incontro nel mese di settembre per altri aggiornamenti sull'organico di sostegno.

Coordinamento Lavoratori della scuola “3 ottobre” Milano coordinamento3ottobre@gmail.com
http://coordinamentoscuola3ottobre.blogspot.it/

USB Scuola Lombardia
milano.scuola@usb.it
http://scuola.usb.it/

8 luglio 2013

Organico di sostegno a.s. 2013/2014

Mercoledì 10 luglio alle ore 15,00 ci recheremo presso gli Uffici dell'USP di Milano Via Soderini 24 per presentare un documento relativo all'organico di sostegno per il prossimo anno scolastico. Pensiamo che sia opportuno richiamare l'attenzione di chi lavora all'assegnazione delle ore e delle cattedre di sostegno affinché vi sia massimo rispetto della normativa vigente e attenta vigilanza a tutela del diritto allo studio degli alunni con disabilità ai quali va garantita la corretta copertura di affiancamento per il sostegno didattico-educativo. Auspichiamo che in tale occasione si possa anche svolgere un incontro con i Dirigenti dell'Ufficio scolastico territoriale per avere un confronto e le necessarie rassicurazioni circa le richieste evidenziate nel documento.



Alla cortese attenzione
del Direttore scolastico regionale della Lombardia –USR
e del Direttore scolastico provinciale di Milano – USP




Oggetto: organico di sostegno a.s. 2013/2014.

Egregi Direttori USP Milano e USR Lombardia,

a seguito delle recenti dichiarazioni del ministro Carrozza, in cui venivano preannunciati tagli all'organico di sostegno per 11.000 cattedre in virtù della nuova direttiva ministeriale inerente i bisogni educativi speciali (BES) e la sperimentazione sul sostegno dell'organico funzionale a reti di scuole, riteniamo opportuno richiamare la Vostra attenzione affinché vi sia massimo rispetto della normativa vigente e attenta vigilanza a tutela del diritto allo studio degli alunni con disabilità ai quali anche nel prossimo anno scolastico 2013/2014 va garantita la corretta copertura di affiancamento per il sostegno didattico-educativo.

In particolare si richiamano gli Uffici scolastici territoriale e regionale al rispetto di quanto segue:

  • per garantire una didattica di qualità e a tutela dell'inclusione degli alunni con disabilità si assegnino alle scuole lombarde un numero di cattedre e spezzoni di sostegno sulla base del rapporto di 1 docente di sostegno ogni 2 alunni con disabilità lievi e sulla base del rapporto di 1 docente di sostegno per ogni alunno disabile che presenta condizioni di gravità (art. 3 comma 3 L. 104/92);
  • si assegnino le cattedre e gli spezzoni dell'organico di sostegno a personale docente regolarmente abilitato in base a percorsi formativi legalmente riconosciuti e qualitativamente validi;
  • anche in virtù delle norme di sicurezza vengano smembrate le classi sovraffollate e venga rispettato il limite di 20 alunni per classe in presenza di alunni con disabilità nella strutturazione dell'organico di diritto (art. 4 e art. 5 comma 2 del DPR 81/09);
  • si vigili per il rispetto della normativa che prevede la presenza di un solo alunno disabile in condizione di gravità per ogni classe;
  • si tenga conto di quanto veniva espresso nel DPR 81/09 rispetto alla presenza di massimo due alunni con disabilità lievi per ogni classe affinché non si entri in contraddizione con i criteri di qualità espressi nelle Linee-guida ministeriali sull'integrazione scolastica del 4/8/2009;
  • si soddisfi pienamente il numero di cattedre ed ore di sostegno richieste da ogni Istituto scolastico e si garantisca la copertura delle stesse fin dal 1° settembre evitando intollerabili ritardi nelle nomine, per un sereno avvio di anno scolastico per gli studenti con disabilità;
  • si concedano deroghe a tutti gli Istituti che, nel corso dell’anno scolastico, ne facciano richiesta nel rispetto del dettato costituzionale (art. 3 “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”) richiamato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 80/10 che sancisce come i diritti all'integrazione degli studenti con disabilità prevalgono in modo assoluto su qualunque esigenza di bilancio dello Stato;
  • si esortino i Dirigenti Scolastici, attraverso comunicazione formale, ad astenersi dall’assegnare cattedre o procedere ad accorpamenti superiori alle 18 ore in quanto l'aumento del carico di lavoro e delle ore di lezione comporta una forte diminuzione della qualità del servizio;
  • che i posti vacanti siano assegnati tramite convocazioni pubbliche e trasparenti esclusivamente da parte dell'USP e fino ad esaurimento di tutte le disponibilità, - inclusi gli spezzoni sotto le 6 ore - nel rispetto delle leggi in vigore in materia di reclutamento del personale scolastico.
Siamo determinati a denunciare pubblicamente ogni singola violazione delle normative citate e valuteremo nell'eventualità, a tutela del diritto allo studio e all'integrazione degli studenti con disabilità nelle nostre scuole, forme di mobilitazione che vedranno uniti le famiglie, le associazioni, i lavoratori della scuola e i cittadini lombardi.
Ci rendiamo da subito disponibili a un confronto pubblico che abbia ad oggetto quanto espresso in questo documento.

In attesa di un Vostro riscontro, inviamo i più distinti saluti.

Coordinamento Lavoratori della Scuola “3Ottobre” - Milano
Associazione Genitori Tosti Onlus - Lombardia






10 giugno 2013

COMUNICATO CONTRO LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO CARROZZA IN VII COMMISSIONE CULTURA SULL'UTILIZZO DI BES E ORGANICO FUNZIONALE PER TAGLIARE ALTRI 11MILA POSTI DI LAVORO


COMUNICATO CONTRO LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO CARROZZA IN VII COMMISSIONE CULTURA SULL'UTILIZZO DI BES E ORGANICO FUNZIONALE PER TAGLIARE ALTRI 11MILA POSTI DI LAVORO

I lavoratori della scuola esprimono la loro profonda contrarietà per quanto emerso in occasione dell'audizione del ministro Carrozza in VII Commissione Cultura in merito all'utilizzo dell'organico funzionale e della circolare sui BES per tagliare altre 11mila cattedre di sostegno.

La continuità dell'attuale Governo con i precedenti in merito alle politiche scolastiche risulta ormai del tutto evidente, dato che l'unico vero obiettivo del ministero dell'Istruzione rimane sempre e comunque quello di risparmiare e, quindi, tagliare posti di lavoro sul modello ormai ben consolidato “Tremonti-Gelmini/Profumo”.
È gravissimo voler utilizzare la normativa sui “Bisogni Educativi Speciali” per ridurre da 101.000 a 90.000 le cattedre di sostegno, perché ciò colpirà proprio gli interessi di quegli studenti più deboli, decisioni queste che avranno dei costi sociali molto più alti negli anni a venire.

Dopo aver ridotto già fortemente negli ultimi anni le ore assegnate a ciascun alunno (il rapporto 1 docente di sostegno per due ragazzi disabili non è attualmente rispettato in gran parte dell'Italia), ora si tenta di eliminare il “problema delle certificazioni” alla radice stravolgendo le funzioni e le finalità originarie del docente di sostegno e della legge 104/1992, modello considerato un fiore all'occhiello del nostro sistema educativo e portato come esempio di integrazione in tutta Europa.

Se davvero il Ministro ha, come dice, l'obiettivo di migliorare “l’azione a favore del sostegno alle disabilità e fragilità degli studenti a scuola” le uniche soluzioni sono: aumentare i finanziamenti alla scuola pubblica cancellando i tagli operati dalla legge 133, assumere a tempo indeterminato tutti gli insegnanti precari assicurando così la reale continuità didattica che l'organico funzionale non solo non garantisce, ma anzi diminuirà creando “cattedre spezzatino”, ridurre il numero di studenti per classe in modo da garantire la reale possibilità per i docenti curriculari di personalizzare la didattica per ciascun alunno tenendo conto dei reali bisogni educativi individuali.

Coordinamento Lavoratori della scuola “3ottobre” Milano

3 giugno 2013

Per rilanciare e riorganizzare le lotte contro i tagli, in difesa dei diritti dei lavoratori della scuola, precari e di ruolo, e per la qualità della Scuola Pubblica

il Coordinamento "3ottobre" di Milano invita a partecipare ad una

Assemblea Nazionale
dei movimenti precari della Scuola
presso CSOA Transiti in via Transiti,28 (Metro 1 rossa - fermata Pasteur)

9 GIUGNO 2013 MILANO
ore 10.00 - 17.00


per confrontarci insieme sui seguenti punti:

·         Riorganizzazione interna del movimento nazionale dei precari (analisi dei punti di forza e debolezza delle lotte di questi anni, utilizzo di sistemi di comunicazione e coordinamento fra gruppi precari)

·         Prospettive di lotta e strategie da adottare per fronteggiare:

-          i tagli e le mancate immissioni in ruolo  
-          il problema del futuro reclutamento/concorso
-          le nuove indicazioni sui Bes, che comporteranno tagli alle cattedre di sostegno e sovraccarico di lavoro, non riconosciuto, ai docenti curricolari
-          il rischio del mancato pagamento delle ferie non godute, maturate nell’a.s. in corso e per i prossimi anni
-          i test Invalsi

·         Possibili prospettive di lotta in difesa dell'art.33, contro i finanziamenti alle scuole private



Coordinamento Lavoratori della scuola "3ottobre" – Milano: https://www.facebook.com/groups/coordinamento3ottobre/?fref=ts


Per contatti e adesioni: coordinamento3ottobre@gmail.com

27 maggio 2013

FERIE NON GODUTE: ATTENZIONE DOCENTI PRECARI!

ATTENZIONE DOCENTI PRECARI!!!

Si avvicina la conclusione dell'anno scolastico e si fa sempre più concreto il rischio che nelle scuole i DS ci chiedano/intimino di sottoscrivere la domanda di ferie nei giorni di sospensione delle attività didattiche (esclusi quindi i giorni di scrutini, di Collegio docenti e di eventuali incarichi come commissario agli esami di Stato) fino alla scadenza naturale del contratto al 30 giugno, allo scopo di non darci quello che ci spetta: la monetizzazione delle ferie non godute.

QUESTA RICHIESTA DA PARTE DELLE SCUOLE E' ILLEGITTIMA! NON DOBBIAMO FIRMARE NULLA. NON SOTTOSCRIVIAMO ALCUNA RICHIESTA DI FERIE IMPOSTA!

Al contrario dobbiamo presentare normale richiesta di liquidazione delle ferie maturate e non godute (chiedere in Segreteria l'apposito modello). In caso di diniego - o peggio in caso di imposizione d'ufficio dei giorni di ferie -  dobbiamo esigere che il rifiuto venga motivato per iscritto accompagnato dal riepilogo del periodo di ferie imposte. Presentate immediatamente tutta la documentazione a un sindacato affinché invii l'opportuna diffida e messa in mora al DS inadempiente e/o segnalateci la scuola che sta attuando questo provvedimento illegittimo nei vostri confronti all'indirizzo email: coordinamento3ottobre@gmail.com

Affiggete all'albo sindacale e in aula docenti della vostra scuola e fate girare questa comunicazione.

Coordinamento Lavoratori Scuola Milano "3 ottobre" coordinamento3ottobre@gmail.com
https://www.facebook.com/groups/coordinamento3ottobre/?fref=ts
http://coordinamentoscuola3ottobre.blogspot.it/
per contatti diretti chiamare al numero:  338 1641083

21 maggio 2013

REFERENDUM 26 MAGGIO A BOLOGNA - VOTA "A"

IMPORTANTE COMUNICATO, fate girare e condividete il più possibile le notizie sul Referendum del 26 maggio!

Oggetto: Precari Uniti contro i tagli sostiene il referendum del 26 maggio a Bologna. 

Il gruppo Precari Uniti contro i tagli, che riunisce lavoratori della scuola di tutta Italia da anni in lotta per difendere il sistema d'istruzione statale, il diritto al lavoro e alla stabilizzazione del personale precario, sostiene fortemente il referendum di Bologna del 26 maggio ed esprime la propria piena solidarietà al Comitato referendario promotore dell'iniziativa.
Nel ricordare con forza che l'art.33 della nostra Costituzione prevede che "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato", i lavoratori precari si esprimono senza alcun dubbio a favore delle scuole comunali e statali. Auspicano inoltre la netta vittoria dell'opzione "A" e la ripresa, su tutto il territorio nazionale, di un forte e coeso movimento che unisca genitori, cittadini, studenti e lavoratori della scuola nella lotta per restituire alla scuola pubblica statale la dignità e le risorse economiche che le spettano!
Affinché il referendum di Bologna sia solo l'inizio di nuova stagione di lotte in difesa della scuola laica, di tutti e di ciascuno, affinché nascano in tutte le città comitati per abolire i finanziamenti alle scuole private e rifinanziare la SCUOLA veramente PUBBLICA... votate e fate votare "A" il 26 maggio a Bologna! 



Precari Uniti contro i tagli

20 aprile 2013

B.E.S. ovvero Bisogna Eliminare il Sostegno


Il Ministero di recente ha emanato due circolari per gli studenti con bisogni educativi speciali (BES): alunni con disturbo specifico dell'apprendimento (DSA), alunni con sindrome di iperattività (ADHD), studenti che si trovano in condizioni di svantaggio socioeconomico, culturale e linguistico. Anche in mancanza di una certificazione medica il Ministero suggerisce ai Consigli di Classe di redigere un piano didattico personalizzato che preveda misure dispensative e compensative sulla base delle proprie osservazioni pedagogiche. In questo modo i benefici della legge 170/10, prevista per gli alunni con DSA, vengono estesi a tutti gli alunni che presentano BES. Ogni scuola, quindi, può adottare propri criteri di analisi e valutazione dei BES, non essendoci un indirizzo preciso da parte del MIUR; con la conseguenza che i Consigli di Classe, in tal modo, si ritroverebbero fortemente esposti al rischio di contenziosi di varia natura da parte delle famiglie.

Inoltre, anche dal punto di vista degli intenti manifestati (realizzare una maggiore inclusione), le circolari appaiono aleatorie dato che non propongono un'analisi seria dei fattori contestuali così come indica l'ICF (International Cassification of Functioning) e delle modalità attraverso le quali si progetta l'inclusione. Pur avendo più volte richiesto, negli ultimi anni, investimenti reali che rimuovessero gli ostacoli per poter personalizzare i nostri interventi, gli insegnanti ricevono unicamente delle indicazioni normative che non rispondono alle reali necessità degli studenti e che, forse, sono utili soltanto a salvare la faccia a chi si ostina a non voler fornire concreti strumenti per tentare una riduzione dello svantaggio. Svolgere una seria analisi dei contesti ambientali significa avere un proposito chiaro circa “il rispetto e il rafforzamento della normativa attualmente in vigore per i soli alunni con disabilità, riguardante il tetto massimo di venti per classe, fissato dall’articolo 5, comma 2 del DPR 81/09” o l'emanazione di una “norma che limiti il numero di alunni certificati con disabilità in una classe, numero massimo fissato dalla Legge 144/99, che però è stato abrogato dal citato DPR 81/09 [in quanto] con classi numerose è impossibile dare risposte didattiche a tutti gli alunni con BEI [bisogni educativi individuali] e per aspetti come questi, non si può prescindere da norme legislative, non essendo sufficiente rimettersi all’autonomia scolastica, stante il problema dei crescenti tagli alla spesa pubblica, dovuti al Patto di Stabilità interna e internazionale. Il rispetto della normativa sul tetto massimo di alunni per classe”1.

Il corpo docente si troverà dal prossimo anno scolastico ad affrontare una materia per la quale non è stato formato a sufficienza né per tempi né per contenuti. Come è già accaduto per gli alunni con DSA nel 2010, anche per questi studenti con BES non è previsto l'affiancamento dei docenti specializzati nel sostegno didattico-educativo, gli unici che attualmente possiedono una formazione per supportare gli alunni e le classi in cui sono inseriti nel perseguimento del successo scolastico. Sono circa un milione gli alunni con bisogni educativi speciali in Italia, in una scuola che le ultime riforme hanno deprivato completamente di investimenti. Così, dopo aver ridotto in questi anni le ore di sostegno in modo indiscriminato, andando incontro a numerosi ricorsi di famiglie che si sono attivate per vedere ripristinati i propri diritti, il Ministro uscente progetta un tipo di intervento volto ancora una volta a tagliare la spesa pubblica. Tali provvedimenti sono aggravati, poi, da una situazione di sovraffollamento delle scuole, costrette a sopperire con risposte improvvisate all'assenza di risorse economiche adeguate e a confrontarsi con queste linee guida esclusivamente di facciata. È evidente, infatti, che queste circolari attuino il progetto di smantellamento degli interventi di sostegno elaborato da Fondazione Agnelli, Caritas e associazione Treelle nel 2011; eppure il caso inglese dimostra come la categorizzazione dei BES, associata a un sistema di valutazione nazionale2, non ha fatto altro che aumentare la discriminazione e i costi sociali conseguenti ad essa.

1 S. Nocera in Press-IN anno V / n. 729. Superando.it del 26-03-2013

2 Intervento della Prof.ssa C. DeVecchi nel suo intervento al convegno La scuola deve essere aperta a tutti presso l'Università Bocconi, 22 marzo 2013 http://www.istruzione.lombardia.gov.it/bes/

15 aprile 2013

INCONTRO COORDINAMENTO LAVORATORI DELLA SCUOLA "3 OTTOBRE" Venerdì 19 APRILE ORE 15,30-18 presso i TRANSITI (METRO PASTEUR)

Dopo aver diffuso e condiviso la prima parte del documento e avendo ancora qualcosa da dire e una analisi ulteriore da svolgere su altri temi riguardanti la scuola statale e le politiche scolastiche dei prossimi mesi incontriamoci ancora per continuare a lavorare al nostro documento.
 

Andiamo avanti e vediamoci per capire come farlo insieme!
INCONTRO COORDINAMENTO LAVORATORI DELLA SCUOLA "3 OTTOBRE"
Venerdì 19 APRILE ORE 15,30-18 presso i TRANSITI (METRO PASTEUR)

12 aprile 2013

FUTURE PROSPETTIVE DEL SISTEMA SCOLASTICO Quali brutte sorprese ci riserva chi (forse) governerà


Documento di analisi

FUTURE PROSPETTIVE DEL SISTEMA SCOLASTICO
Quali brutte sorprese ci riserva chi (forse) governerà

I PARTE
1. Il modello europeo ovvero come ti riduco di un anno la scuola per licenziare i precari e diminuire il diritto allo studio.

L'esperienza fallimentare del ministro Profumo si sta concludendo con l'indicazione di ridurre di un anno il percorso scolastico allo scopo di liberare risorse da investire nel miglioramento dell'offerta didattica (stiamo ancora attendendo di capire come verranno investiti gli 8 miliardi risparmiati con le precedenti riforme). Per giustificare tale riduzione si fa come sempre appello al cosiddetto “modello europeo” a cui ci si richiama tutte le volte che si vogliono tagliare risorse ai beni comuni senza una giustificazione effettiva.

Analizzando i vari sistemi di formazione europei, però, emerge che un numero considerevole di paesi prevede la conclusione del ciclo d'istruzione superiore a diciannove anni. Tra queste nazioni figurano anche Finlandia e Danimarca, cioè due casi tanto decantati dall'OCSE come esempi virtuosi ed eccellenze nel campo dell'istruzione1.

La riduzione di un anno scolastico appare totalmente immotivata dal punto di vista didattico: tagliando un anno di scuola sarà inevitabile l'abbassamento del livello di formazione degli studenti alla fine del loro percorso scolastico che già gli indicatori indicano in sofferenza a causa del taglio delle risorse degli ultimi anni. Tutto questo rischiando di favorire ulteriormente la dispersione scolastica e l'analfabetismo di ritorno che sono una piaga del sistema d'istruzione italiano.

Appare decisamente pretestuoso l'utilizzo costante del “riferimento al modello europeo” per avallare i continui tagli all'istruzione statale considerato anche il fatto che non è prevista alcune direttiva in tal senso e tenuto conto che l'art. 149 del trattato di Maastricht stabilisce che “ la Comunità contribuisce allo sviluppo di una educazione di qualità” ma “rispettando a pieno la responsabilità degli Stati membri quanto al contenuto dell'insegnamento e all'organizzazione del sistema educativo”.
Perché ci si appella all'Europa quando si vogliono tagliare risorse e invece si ignorano le direttive europee riguardo all'assunzione del personale precario dopo la reiterazione dei contratti per tre anni a tempo determinato o la quota d'investimento del PIL sull'Istruzione e sulle misure di prevenzione della dispersione scolastica?
2.


2. L'aziendalizzazione e la privatizzazione della scuola

Il processo di aziendalizzazione della scuola italiana è una tendenza ormai ben riconoscibile all'interno delle politiche governative degli ultimi venti anni e può appieno essere inserito all'interno di un progetto più vasto a livello europeo. Dalla fine degli anni Ottanta assistiamo ad un crescente interesse nei confronti del sistema educativo da parte della Tavola rotonda europea degli industriali3 che sostiene “l'importanza strategica vitale della formazione e dell'educazione per la competitività europea” facendo notare altresì “che l'industria non ha che un'influenza molto debole sui programmi impartiti nelle scuole e che gli insegnanti hanno una comprensione insufficiente dell'ambiente economico e delle logiche produttive” e quindi suggerisce “di moltiplicare i partenariati tra le scuole e le imprese” invitando gli industriali a “prendere parte attiva allo sforzo educativo” e i responsabili politici a “coinvolgere le industrie nelle discussioni concernenti l'educazione”. E sempre la stessa Tavola rotonda fa notare che “nella maggior parte d'Europa le scuole sono integrate in un sistema pubblico centralizzato” che “le rende impermeabili alle domande provenienti dall'esterno”4. Anche lo studioso di economia Murphy fa notare che la “decisione politica di incoraggiare l'apprendimento a vita (life-long learning) è destinata a fornire alle grandi imprese europee l'infrastruttura educativa essenziale al fine del mantenimento dei loro tassi di profitto”5.

In Italia tale processo di aziendalizzazione trova le sue fondamenta già nella Legge Bassanini (1996) che ha istituto l'autonomia finanziaria delle scuole e poi nel decreto attuativo 175/99 che rende operativa l'autonomia scolastica. Il ministro Berlinguer ha modificato, nel corso del suo mandato, il rapporto pubblico-privato nella scuola per cui oggi si intendono come pubbliche anche le scuole private paritarie essendo stato spostato il concetto di pubblico dalla “gestione” alla “finalità”6. Questo modello di scuola pubblica prevedeva che lo Stato desse delle norme generali sul sistema di istruzione che poi, secondo l'autonomia scolastica, il territorio avrebbe dovuto accogliere e declinare creando una offerta didattica “pluralistica ed equa”. Invece, si è potuto osservare come l'autonomia negli anni si è tendenzialmente sviluppata come sistema a carattere lobbistico all'interno del quale è maturata la pressante richiesta da parte delle scuole private paritarie di sovvenzionamenti pubblici a scapito delle risorse che dovrebbero essere destinate unicamente alla scuola statale. All'interno delle scuole statali questa legge ha comportato una autonomia finanziaria che prevede la gestione di un fondo erogato dallo Stato e gestito dagli organi collegiali (non ancora riformati nelle modalità che la legge prevedeva) e dai presidi che hanno cambiato la propria qualifica in dirigenti scolastici (presidi-manager).

Tale progetto di riforma delle istituzioni scolastiche potrebbe giungere al suo definitivo compimento nella prossima legislatura tramite l'attuazione della riforma del titolo V che prevede il passaggio alle Regioni del sistema scolastico nazionale così come proposto più volte da vari esponenti del PDL – tra tutti Valentina Aprea – e come proposto anche nel programma del PD dove si legge che l'unico compito spettante allo Stato dovrebbe essere la vigilanza sulla valutazione degli obiettivi raggiunti (unico organo di controllo a livello nazionale), mentre alle singole istituzioni scolastiche si darebbe mandato di attuare ogni altro aspetto decisionale, didattico, amministrativo, gestionale e finanziario. “Una strada possibile è quella di svuotare il MIUR e decentrare verso le Regioni” nonostante il rischio di aumentare il divario attualmente presente sul territorio nazionale. La soluzione per scongiurare questo pericolo, secondo la proposta del PD, sarebbe di fare in modo che lo Stato abdichi al ruolo e alle funzioni di indirizzo nazionale, conservando unicamente la funzione di valutazione a posteriori di quanto realizzato dalle scuole.

Fondamentali fasi di passaggio all'interno di questo processo saranno probabilmente:

  • La riforma degli organi collegiali con inserimento di rappresentanti delle imprese locali e degli sponsor così come già proposta più volte nelle varie bozze del PdL Aprea-Ghizzoni.
  • L'esternalizzazione dei servizi già in parte attuata con le mense esterne o affidate a enti autonomi, con le pulizie dei locali affidate alle cooperative come accade già oggi in alcune scuole comunali, con l'appalto dei servizi educativi alle cooperative. L'alternanza scuola-lavoro viene, in parte, utilizzata per sopperire al taglio delle ore di insegnamento tecnico-pratico dovute alla rimodulazione dei quadri orari. Il sistema delle imprese private chiamato a contribuire alla formazione tecnico-pratica si avvantaggia, in questo modo, di forza-lavoro non retribuita tra i 16 ai 19 anni.

  • La riduzione del finanziamento al Fis (Fondo di Istituto), in attuazione del decreto Stabilità del dicembre 2012, che taglierà in modo notevole per i prossimi tre anni i fondi delle scuole per finanziare gli scatti di anzianità ai docenti di ruolo. In questo modo verrà ulteriormente impoverito il sistema di miglioramento dell'offerta formativa delle scuole così come è stata realizzata in questi anni con l'attivazione di corsi di italiano per stranieri, di tutoraggio, corsi contro la dispersione scolastica e il bullismo, corsi di recupero.
  • Il conseguente innalzamento del contributo volontario nelle scuole statali. A causa della riduzione del Fis, infatti, le scuole si vedono sempre più costrette ad aumentare la richiesta di contributi violando spesso la normativa che prevede un esplicito richiamo alla non obbligatorietà di questi “erogazioni liberali”. Il ministero si è trovato, di recente, ad ammettere il bisogno delle scuole di ricorrere a richieste di contributi alle famiglie: “non sfugge a questo dipartimento che il contributo delle famiglie rappresenti una fonte essenziale per assicurare una offerta formativa che miri a raggiungere livelli qualitativi sempre più elevati soprattutto in considerazione delle ben note riduzioni della spesa pubblica che hanno caratterizzato gli ultimi anni” richiamando, però, i dirigenti scolastici a “non utilizzare comportamenti vessatori e poco trasparenti” e consigliando “di far leva sullo spirito di collaborazione e di partecipazione delle famiglie”7.
  • I sempre cospicui finanziamenti pubblici alle scuole private paritarie (225 milioni di euro nel 2012) che appaiono incongruenti soprattutto in questo periodo storico di forti riduzioni della spesa pubblica. Va sottolineato come questi finanziamenti siano incostituzionali (art. 33 della Costituzione “enti e privati hanno diritto di istituire scuole e istituti di educazione senza oneri per lo Stato”) e spesso camuffati attraverso il sistema dei buoni scuola, come in regione Lombardia dove ogni anno con il pretesto di sostenere la “libertà di scelta educativa” tra le diverse istituzioni scolastiche si eroga un contributo economico pari a 51 milioni di euro solo nel 2012.
  • La chiamata diretta degli insegnanti da parte dei Dirigenti scolastici attraverso l'istituzione di un Albo professionale. In seguito all'analisi della varie posizioni espresse dalle principali forze politiche (PD – PDL – Monti) su questi punti si nota una sgradevole e diffusa convergenza di vedute che fanno temere un'attuazione molto rapida di tale processo.

3. Attacco al Contratto nazionale docente: aumento dell'orario di lavoro, blocco scatti d'anzianità, blocco ferie docenti precari.

L'attacco costante al ruolo e alla professionalità dei lavoratori della scuola è andato crescendo, negli ultimi anni, parallelamente alla volontà di privare la scuola del suo ruolo centrale all'interno della società. La diffusa e trasversale retorica del “docente fannullone”, l'aver reso il contesto lavorativo sempre più privo di risorse e mezzi, i diversi tentativi di svilimento della categoria docente declassata a svolgere mansioni di mero contenimento si aggiungono all'attacco che da anni si sta realizzando contro i diritti dei lavoratori della scuola.

Le radici di questo attacco sono ben rintracciabili nella precarizzazione del personale della scuola che è diventata una condizione permanente frutto di un chiaro disegno volto alla riduzione dei diritti dei lavoratori (contratto a tempo indeterminato vista la normativa europea; disparità di trattamento in materia di ferie, scatti di anzianità, permessi rispetto al personale in ruolo). A seguito dei tagli del ministro Gelmini la situazione si è ulteriormente aggravata poiché buona parte di coloro che prima erano precari sono diventati disoccupati (150.000 posti di lavoro tagliati nella scuola statale).

La diminuzione di diritti in settori un tempo considerati stabili e sicuri, come quelli del lavoro pubblico, che rendevano i lavoratori statali quasi privilegiati, è un processo che ha peggiorato la possibilità di contrattazione di tutti i lavoratori creando forza-lavoro a basso costo, precaria e, quindi, più ricattabile e disposta ad accettare qualsiasi forma contrattuale pur di lavorare. Prova di come questi attacchi si stiano estendendo a tutta la categoria di lavoratori della scuola ne è il recente tentativo di minare direttamente il contratto nazionale, quindi anche i lavoratori a tempo indeterminato, con la proposta dell'aumento dell'orario di servizio a pari retribuzione. La proposta di innalzare l'orario dei docenti delle scuole superiori di primo e secondo grado da 18 a 24 ore a parità di stipendio è stata avanzata all'interno di una legge finanziaria (decreto stabilità dicembre 2012) e senza che venissero consultate le organizzazioni sindacali di categoria come, invece, prevede il contratto collettivo nazionale (CCNL 2006/2009 art. 28 comma 5). Un tentativo, questo, davvero senza precedenti allo Statuto dei lavoratori.

Coordinamento Lavoratori della scuola “3 Ottobre” - CPS Milano
 
 

1Fonte: rete Eurydice 2010-2011 a cura dell'Agenzia esecutiva per l'educazione dell'Unione europea.

2Si veda Strategia Europa 2020

3Educazione e competenza in Europa, studio della Tavola rotonda europea sull'educazione e la formazione in Europa, Bruxelles, febbrario 1989.

4ERT, Une éducation européenne, Vers une societé qui apprend, Un rapport de la Table Ronde des Industriels européens, Bruxelles, febbraio 1997.

5Cit. M. Murphy, Capital, class and adult education: the international political economy of lifelong learning in the European Union, Usa, 1997.

6Legge n. 62/2000.

7Nota ministeriale n. 40593 del 7/3/2013 in cui si richiamano i DS ai criteri di trasparenza esplicitati nella nota del 20/3/2012.