Il Ministero di recente ha emanato
due circolari per gli studenti con bisogni educativi speciali (BES):
alunni con disturbo specifico dell'apprendimento (DSA), alunni con
sindrome di iperattività (ADHD), studenti che si trovano in
condizioni di svantaggio socioeconomico, culturale e linguistico.
Anche in mancanza di una certificazione medica il Ministero
suggerisce ai Consigli di Classe di redigere un piano didattico
personalizzato che preveda misure dispensative e compensative sulla
base delle proprie osservazioni pedagogiche. In questo modo i
benefici della legge 170/10, prevista per gli alunni con DSA, vengono
estesi a tutti gli alunni che presentano BES. Ogni scuola, quindi,
può adottare propri criteri di analisi e valutazione dei BES, non
essendoci un indirizzo preciso da parte del MIUR; con la conseguenza
che i Consigli di Classe, in tal modo, si ritroverebbero fortemente
esposti al rischio di contenziosi di varia natura da parte delle
famiglie.
Inoltre,
anche dal punto di vista degli intenti manifestati (realizzare una
maggiore inclusione), le circolari appaiono aleatorie dato che non
propongono un'analisi seria dei fattori contestuali così come indica
l'ICF (International
Cassification of Functioning)
e delle modalità attraverso le quali si progetta l'inclusione. Pur
avendo più volte richiesto, negli ultimi anni, investimenti reali
che rimuovessero gli ostacoli per poter personalizzare i nostri
interventi, gli insegnanti ricevono unicamente delle indicazioni
normative che non rispondono alle reali necessità degli studenti e
che, forse, sono utili soltanto a salvare la faccia a chi si ostina a
non voler fornire concreti strumenti per tentare una riduzione dello
svantaggio. Svolgere una seria analisi dei contesti ambientali
significa avere un proposito chiaro circa “il rispetto e il
rafforzamento della normativa attualmente in vigore per i soli alunni
con disabilità, riguardante il tetto massimo di venti per classe,
fissato dall’articolo 5, comma 2 del DPR 81/09” o l'emanazione di
una “norma che limiti il numero di alunni certificati con
disabilità in una classe, numero massimo fissato dalla Legge 144/99,
che però è stato abrogato dal citato DPR 81/09 [in quanto] con
classi numerose è impossibile dare risposte didattiche a tutti gli
alunni con BEI [bisogni educativi individuali] e per aspetti come
questi, non si può prescindere da norme legislative, non essendo
sufficiente rimettersi all’autonomia scolastica, stante il problema
dei crescenti tagli alla spesa pubblica, dovuti al Patto di Stabilità
interna e internazionale. Il rispetto della normativa sul tetto
massimo di alunni per classe”1.
Il
corpo docente si troverà dal prossimo anno scolastico ad affrontare
una materia per la quale non è stato formato a sufficienza né per
tempi né per contenuti. Come è già accaduto per gli alunni con DSA
nel 2010, anche per questi studenti con BES non è previsto
l'affiancamento dei docenti specializzati nel sostegno
didattico-educativo, gli unici che attualmente possiedono una
formazione per supportare gli alunni e le classi in cui sono inseriti
nel perseguimento del successo scolastico. Sono circa un milione gli
alunni con bisogni educativi speciali in Italia, in una scuola che le
ultime riforme hanno deprivato completamente di investimenti. Così,
dopo aver ridotto in questi anni le ore di sostegno in modo
indiscriminato, andando incontro a numerosi ricorsi di famiglie che
si sono attivate per vedere ripristinati i propri diritti, il
Ministro uscente progetta un tipo di intervento volto ancora una
volta a tagliare la spesa pubblica. Tali provvedimenti sono
aggravati, poi, da una situazione di sovraffollamento delle scuole,
costrette a sopperire con risposte improvvisate all'assenza di
risorse economiche adeguate e a confrontarsi con queste linee guida
esclusivamente di facciata. È evidente, infatti, che queste
circolari attuino il progetto di smantellamento degli interventi di
sostegno elaborato da Fondazione Agnelli, Caritas e associazione
Treelle nel 2011; eppure il caso inglese dimostra come la
categorizzazione dei BES, associata a un sistema di valutazione
nazionale2,
non ha fatto altro che aumentare la discriminazione e i costi sociali
conseguenti ad essa.
1
S. Nocera in Press-IN anno V / n. 729. Superando.it del 26-03-2013
2
Intervento della Prof.ssa C. DeVecchi nel suo intervento al convegno
La scuola deve essere aperta a tutti presso l'Università Bocconi,
22 marzo 2013 http://www.istruzione.lombardia.gov.it/bes/
Nessun commento:
Posta un commento