3 gennaio 2010
La "riforma" e il P.d.l. Aprea
Per capire la natura di questa “riforma”, si deve tenere presente su quali disegni di legge essa si basi. A proposito, è molto significativo il fatto che il principale provvedimento, che sorregge l’intero riordino, non sia una legge che riguardi la pubblica istruzione, bensì una legge prettamente finanziaria, la 133/2008, “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”. L’art. 64 prevede, nel triennio 2009/2012, un taglio di 7,8 miliardi di Euro ai finanziamenti per la scuola pubblica, pari al 15% della spesa scolastica complessiva.
L’architrave sul quale si reggono i nuovi regolamenti per le scuole di ogni grado è però lo “Schema di piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze” del settembre 2008. Lo Schema, previsto dallo stesso art. 64 della legge 133/2008, dispone una serie di interventi che consentano di realizzare le riduzioni di spesa disposte da quel provvedimento. Le linee guida del riordino dei cicli di istruzione, quindi, obbediscono a preoccupazioni di natura esclusivamente finanziaria. I decreti e i regolamenti approvati sulla base dello Schema di piano programmatico non fanno che tradurre, all’interno dei diversi gradi scolastici, quelle direttive tese al risparmio. Così devono essere intesi l’introduzione del maestro unico o prevalente, la riduzione di orario nelle scuole secondarie, la riconduzione di tutte le cattedre a 18 ore di insegnamento frontale. Altri provvedimenti, come il ritorno del grembiulino alle elementari e l’introduzione del 5 in condotta, non sono che utili schermi propagandistici, che occultano il reale contenuto del riordino dietro una demagogica e falsa riscoperta della severità degli studi.
Per la sua stessa natura, lo Schema di piano programmatico non tiene in alcuna considerazione la qualità dell’attività didattica. Le parole d’ordine su cui si basa sono flessibilità, in primo luogo del personale docente, cui sarà richiesto di insegnare una pluralità di discipline, anche in assenza di una preparazione specifica (a questa esigenza obbedisce l’accorpamento delle classi di concorso), ed essenzializzazione dei piani di studio. Grande assente nel disegno di riordino è la qualità dell’insegnamento, probabilmente perché essa difficilmente si concilia con il risparmio. Tutti gli interventi disposti dallo Schema, al contrario, si muovono nella direzione dell’impoverimento della didattica: la riduzione delle ore di scuola settimanali implica la scomparsa di alcune discipline di studio e la compressione di altre; la riconduzione di tutte le cattedre a 18 ore elimina la possibilità di supplire i docenti assenti e di potenziare l’offerta formativa; l’aumento del numero di studenti per classe (fino a 37 nel 2011/2012) ostacola la didattica, attenta alla sicurezza e favorisce la dispersione; la riduzione dei docenti tecnico-pratici impedisce il ricorso sistematico alla didattica laboratoriale. L’insieme di questi provvedimenti porterà, nel triennio, al taglio di 87.400 cattedre e di 44.500 posti di personale ausiliario-tecnico-amministrativo (ottenuto, quest’ultimo, con l’accorpamento delle scuole e con l’esternalizzazione di parte dei servizi scolastici).
I singoli regolamenti non fanno che declinare le linee-guida dello Schema di piano programmatico nelle scuole di diverso ordine e grado, senza riguardo alle esigenze didattiche. A puro titolo esemplificativo, basta esaminare l’ultima bozza di quello sui licei, per trovare nuove sorprese. Contrariamente a quanto più volte dichiarato dal Ministro, si assiste a una generale contrazione della Lingua inglese e, cosa ancora più sconcertante, a una drastica riduzione delle discipline di indirizzo. Se si eccettua infatti il liceo scientifico, dove si incrementa lo studio delle scienze, negli altri licei sono proprio le discipline caratterizzanti di ciascun corso di studio a pagare il prezzo più alto sull’altare del risparmio: nel liceo delle scienze umane il taglio colpisce soprattutto Psicologia, Sociologia e Scienze dell’Educazione; nel liceo artistico le Discipline Plastiche, oltre che Matematica e Fisica; nel linguistico la seconda e la terza lingua. In molti casi sono le discipline “improduttive” dal punto di vista economico, come Diritto, Filosofia, Musica, Storia dell’Arte ad essere sacrificate, oltre alle attività laboratoriali. Sono solo esempi, che ben testimoniano però l’improvvisazione con cui si è proceduto a un riordino scolastico basato su obiettivi puramente economici.
Su un punto, tuttavia, si può dire che il governo stia procedendo con coerenza ad una riorganizzazione complessiva del sistema scolastico. Sacrificate le altre due “i” sbandierate nel corso di una vecchia campagna elettorale (internet e inglese), la terza assurge a vera protagonista della politica governativa in tema di istruzione. Si tratta dell’impresa, che in due sensi distinti concorre a configurare un modello di scuola molto diverso da quello tradizionale.
In primo luogo, si fa sempre più stretto il rapporto tra scuola e azienda. I regolamenti degli istituti secondari di secondo grado prevedono l’istituzione di Comitati scientifico-didattici, dotati di compiti consultivi e di indirizzo in ambito didattico, cui partecipino esperti del mondo lavorativo. È la prima volta che il rapporto di partnership con le imprese è ricondotto, in forma istituzionale e obbligatoria, all’interno delle scuole, anziché essere lasciato all’intraprendenza dei singoli Dirigenti Scolastici. Si delinea, inoltre, una ridefinizione della didattica in termini di competenze, che obbedisce alla logica aziendalistica sottesa al Piano di Lisbona. Le scuole superiori dovranno definire i profili in uscita dei loro studenti in termini di competenze ricalcate sulle richieste del mondo produttivo, più che di conoscenze disciplinari e di finalità educative più generali ed elevate. La stessa riduzione della spesa sembra obbedire al principio di sussidiarietà, architrave del Piano di Lisbona, che prevede la transizione a un sistema formativo misto pubblico-privato, in cui lo Stato cederebbe progressivamente il finanziamento e la gestione dell’istruzione al cosiddetto privato sociale.
In secondo luogo, la scuola stessa diventa sempre più simile ad un’impresa privata. L’aziendalizzazione degli istituti passa attraverso il progetto di legge Aprea, fermo alla Camera da un anno e mezzo. Esso prevede la trasformazione degli istituti secondari in fondazioni; il rafforzamento della figura del Dirigente scolastico, correlativo a un depotenziamento degli organi collegiali; la trasformazione del Consiglio d’Istituto in Consiglio di Amministrazione; il massiccio ingresso degli esperti del mondo produttivo nell’organo di governo della scuola; la rigida gerarchizzazione giuridica ed economica dei docenti.
Riduzione dei finanziamenti e aziendalizzazione della scuola sembrano quindi, a un esame più attento, due elementi che concorrono a un unico obiettivo di fondo: la trasformazione del sistema scolastico, nel quadro di una complessiva riduzione e ridefinizione dello Stato sociale. Il modello compiuto di questa ridefinizione è la scuola paritaria: sempre impegnata nella concorrenza al ribasso (nelle richieste didattiche) con le altre scuole; finanziata dallo Stato, ma gestita secondo logiche privatistiche; libera di derogare alle norme rispettate dalle scuole statali. L’On. Aprea è stata chiara su questo punto: l’obiettivo è creare una “scuola con un sistema misto Stato-privato”, ovvero porre fine all’anomalia del sistema scolastico italiano, l’unico in Europa in cui oltre il 90% degli studenti frequenta una scuola pubblica statale, gratuita, aperta a tutti, con picchi di eccellenza riconosciuti a livello europeo.
Dalla consapevolezza della gravità della situazione attuale, è nata lo scorso anno l’esigenza di mobilitarsi a difesa di un sistema di formazione, che, nonostante i suoi limiti, ha formato generazioni di intellettuali e di lavoratori ricercati anche all’estero. Ancora oggi, purtroppo, pochi colleghi, genitori, studenti e cittadini conoscono i veri contenuti della “riforma” Gelmini e del P.d.l. Aprea. È dunque necessario estendere ancora la conoscenza di un progetto pericoloso per il futuro della scuola e dell’intera società italiana, nella certezza che la consapevolezza sia la base di ogni lotta, e che la lotta collettiva sia necessaria per la difesa di un bene di tutti.
Matteo Cucchiani - Coordinamento lavoratori della scuola “3 ottobre”
2 gennaio 2010
Prossima riunione
31 dicembre 2009
30 dicembre 2009
Che cosa è accaduto a Cernusco S/N per il blocco degli scrutini
Nei tre giorni successivi, fino alla fine delle lezioni, abbiamo proposto ai docenti della nostra scuola di partecipare al blocco, secondo modalità che andavano concordate, nella tutela dei lavoratori coinvolti, cioè senza prendere rischi veri. Rimaneva inteso che alla precettazione della Preside, il lavoratore avrebbe obbedito. Rimaneva da capire come farlo, ma l’iniziativa, più simbolica che altro, aveva l’intenzione di accendere una miccia, essendo l’ITSOS la prima scuola a partire con gli scrutini. Naturalmente avremmo coinvolto i media e le altre scuole con contatti diretti, in modo da creare un ponte anche con il CPS di Catania. Un lavoro possibile, tutto da costruire.
Nei tre giorni ben 43 persone hanno aderito, firmando, che è molto più che alzare la mano o dire “ci sto”. Tenuto conto dell’opposizione di un membro dell’RSU, E. L., e del pochissimo tempo disponibile, è stato un successo. Molti altri si sarebbero aggiunti una volta che le condizioni di tutela del lavoratore e le modalità concrete dell’iniziativa fossero diventate chiare.
Per questo siamo andati a parlare con Attilio Paparazzo responsabile scuola della CGIL-FLC (lunedì 21 dicembre), in occasione di un incontro già organizzato dal Coordinamento lavoratori scuola "3 ottobre" - CPS Milano. (Scusate se inserisco i dettagli, ma hanno una loro importanza). Erano presenti molti di noi, molti del Comitato, per l’RSU Provenzani, ma non E. L. che pure aveva dichiarato la sua presenza alla riunione.
Dopo lunga discussione dalla quale abbiamo dedotto l’intenzione:
- della CGIL nella figura di Paparazzo di rimanere ferma e non partire con alcuna iniziativa di alcun tipo (e mi sento molto moderato mentre lo scrivo) se non qualche sciopero (forse, ma l’ultimo è andato molto male a livello nazionale e quindi si vedrà);
- di abbracciare le ragioni dei precari e dei lavoratori che vedono cancellato il lavoro di anni, ma di non sapere che pesci pigliare;
- di non aver intenzione di appoggiare iniziative che disturbino cittadini (adozioni, gite, ecc.);
- di non voler bloccare la riforma, almeno sul piano dei tagli, perché altrimenti i tagli ricadrebbero su altri comparti (medie e elementari: e questa veramente fa ridere da sganasciarsi, se non fosse che stiamo parlando di un rappresentante della CGIL che in sostanza dice che bisogna accettare migliaia di licenziamenti per non disturbare un altro comparto scuola, o meglio i tagli che il governo ha deciso di imporre. Ribadisco. Non si è mai sentita una cazzata del genere);
- che quindi ci considerano una battaglia persa (anche perché alle loro iniziative gli insegnanti non rispondono: grazie, perdiamo soldi negli scioperi e non portiamo a casa niente da anni).
Ma alla fine abbiamo concluso che se avessimo indetto a partire dall’RSU il blocco di due giorni consecutivi, la CGIL scuola avrebbe sostanzialmente appoggiato l’iniziativa. Precisamente, alla domanda: siete disposti ad appoggiarci, parlando con i membri dell’RSU, per far indire lo sciopero? Hanno risposto positivamente.
Faccio notare che questa risposta è stata accolta come un grande successo dal Coordinamento "3 ottobre" che subito si è attivato per contattare altre scuole, sull’onda dell’iniziativa dell’ITSOS.
Il blocco degli scrutini ha una procedura abbastanza complicata: bisogna indirlo, e può farlo il sindacato oppure la singola RSU, su un tema specifico, locale. Noi avremmo portato come motivazione lo stravolgimento del modello ITSOS, accodando poi tutte le conseguenze della riforma (perdita di docenti ecc.). Una volta indetto c’è una convocazione del prefetto per un passaggio chiamato conciliazione. A questo punto si può fissare la data solo oltre le due settimane dalla conciliazione. Abbiamo quindi calcolato che, chiamando il blocco intorno al 22, 23 di dicembre si poteva programmare il blocco per il 14, 15 di gennaio, giorni in cui in parlamento si discuterà il riordino. Naturalmente andava fatta prima grande pubblicità, ma su questo già il Coordinamento "3 ottobre" si poteva muovere per propagare l’iniziativa alle altre scuole. In molti casi non è tanto l’azione in sé ad essere importante, quanto l’annuncio, l’intenzione concreta di agire.
Quindi Roberto Provenzani ha sentito E. e poi gli altri per convocare subito l’RSU. Al di là del fatto che non siamo nell’età della pietra e per fare una riunione non c’è bisogno di vedersi fisicamente, l’RSU non si è riunita, essendo già lontani alcuni membri. Oltre a questo E. si è opposto all’idea di indire direttamente il blocco, e ha richiesto un’assemblea sindacale per ascoltare l’opinione dei lavoratori.
La pratica sarebbe da ritenersi corretta, se:
- non avessimo già raccolto 43 firme (un numero di lavoratori di gran lunga superiore a quello che solitamente si ritrova nelle assemblee).
- non ci fosse un’urgenza tassativa: gli scrutini si svolgono dal 7 gennaio
- non ci fosse un’urgenza di carattere nazionale (la discussione in parlamento).
Per ascoltare di nuovo l’opinione dei lavoratori (l’abbiamo già sentita nella precedente riunione l’opinione, e tutti chiedevano iniziative, di vario tipo, per manifestare dissenso) si rende praticamente infattibile il blocco, perché non ci sono i tempi tecnici.
Forse è questo l’unico vero scopo dell’assemblea. Bloccare il blocco. Far pesare la propria opinione personale attraverso uno strumento in apparenza democratico, ignorando chi ha firmato. Di questo i singoli membri della RSU, ciascuno per sé, devono prendersene le responsabilità, come dovranno sapere di aver mandato a monte un’iniziativa che non aveva la pretesa di ribaltare il Paese, ma che poteva essere un segnale di dissenso. Questo sì. Di aver sprecato le energie di chi si è fidato e ha creduto ancora una volta che si potesse fare qualcosa. Di essersi mossi anche in disaccordo con la CGIL provinciale, che aveva dato il suo beneplacito.
Per cercare di salvare l’iniziativa (per inciso: noi tutti facciamo una figura da fessi, perché da tutti i presenti era dato per scontato che l’avremmo fatto; a nessuno era venuto in mente che l’opinione personale di un mebro dell’RSU potesse bloccare l’iniziativa) si è cercato, dopo Natale l’appoggio dei COBAS, per sganciarci dalla CGIL che ha mostrato tutti i suoi limiti, ma non è facile in questi giorni festivi ottenere risposte.
Quindi, non arrivando per tempo la proclamazione, è quasi certo che l’iniziativa non potrà svolgersi. Questa è la breve e triste storia.
Rimane da notare che da più di un anno una larga parte dei lavoratori di questa scuola chiede iniziative più dure, più eclatanti degli scioperi del venerdì, importanti e forti solo se accompagnati da altre iniziative costanti, progressive. Se siamo arrivati tardi nell’organizzazione del blocco degli scrutini, se non siamo partiti prima, è soltanto perché abbiamo cercato di mantenerci fedeli alla linea della CGIL e dell’RSU. È stato un grave errore perché non abbiamo capito che la CGIL ci dà per spacciati, indifendibili. Ci sono interessi di posizione, come l’inserimento dei rappresentanti sindacali nel comitato scientifico-didattico delle scuole (a cui io sono fermamente contrario), ci sono questioni legate agli interessi delle altre categorie che non possono essere toccati, e in ultimo, c’è l’effetto dei particolarismi, che fanno pensare e non dire a molti in questa categoria che alla fine si tratta soltanto di precari che non avranno più un posto, soltanto di colleghi che vengono mandati da un’altra parte senza rispetto per il lavoro fatto, sontanto di un riordino che cambia qualcosina, ma poi neanche tanto. In fondo molti colleghi più anziani non verranno toccati, e questo è un fatto.
Massimo Donati, docente comitato ITSOS "M. Curie" Cernusco S/N
22 dicembre 2009
Report incontro C3o-ITSOS "Curie" Cernusco-Flc Cgil Milano sul blocco degli scrutini
Milano 21/12/2009: report dell'incontro tra il Coordinamento lavoratori della scuola “3 ottobre”, i Comitati scuola dell'ITSOS "Marie Curie" di Cernusco sul Naviglio e dell'IIS “M. Bellisario” di Inzago e l'FLC CGIL provinciale.
Attilio Paparazzo, Segretario provinciale dell'FLC CGIL di Milano, ci ha spiegato che purtroppo i tempi di mobilitazione per poter indire uno sciopero degli scrutini del primo quadrimestre a livello provinciale sono troppo lunghi, perché dovrebbero sentire prima tutte le Rsu Cgil all'interno delle scuole e valutarne la fattibilità. Potrebbero esserci forse i margini per indire un tale blocco per giugno. L'FLC Cgil si è però resa disponibile a pagare le spese legali nella remota eventualità che ce ne sia bisogno in caso di sciopero selvaggio (ossia al di fuori dei giorni di sciopero)
- Modalità: come fare un blocco degli scrutini.
Per poter indire un blocco degli scrutini, bisogna prima proclamare uno sciopero. Lo sciopero può essere proclamato anche dall'RSU di una singola scuola, che deve avviare la procedura di conciliazione 15 giorni prima. Quando quest'ultima fallisce, è possibile proclamare lo sciopero di una o due giornate per la propria scuola, non prima di 5 giorni dalla conclusione della procedura di conciliazione. Non è necessario che vi sia il consenso unanime di tutte le RSU della scuola, basta che sia favorevole allo sciopero la maggioranza. Si scelgono per lo sciopero due giorni in cui cadano gli scrutini. Lo sciopero può essere proclamato per tutta la giornata o solo per le ore dello scrutinio, per cui il docente perde solo la paga per l'ora di scrutinio (circa un 70esimo dello stipendio). Lo sciopero non può essere fatto per più di due giorni consecutivi; se si prolunga oltre i due giorni, divenendo "selvaggio", la dirigenza della scuola può avviare pratiche disciplinari con sanzioni pecuniarie (circa 200 euro) o disciplinari (sospensione del docente per circa 10 giorni); se il docente o il sindacato fa opposizione si avvia un procedimento giudiziario con un giudice del lavoro. Quindi non vi è alcun rischio a proclamare lo sciopero degli scrutini, che è perfettamente legale e poco dispendioso (perché si perde solo un'ora di di stipendio) e che tra l'altro può essere attuato "a staffetta" fra tutti i docenti dei consigli di classe, perché è sufficiente che un solo docente faccia sciopero per bloccare gli scrutini. I rischi possono esserci solo se si prolunga in modo selvaggio e, in ogni caso, non si incorre in nulla di gravissimo. Il fatto che possa essere indetto direttamente dall'RSU rende inoltre realmente fattibile una mobilitazione dal "basso" in cui ogni scuola inizia ad avviare la propria lotta, anche se il sindacato a livello centrale non si muove.
- Possibilità attuali a Milano.
Alla riunione erano presenti, oltre a noi del Coord. "3 ottobre", anche molti docenti del comitato dell'ITSOS di Cernusco, che hanno espresso la ferma volontà di avviare il blocco degli scrutini già per il primo quadrimestre, alla metà di gennaio. In quei giorni saranno probabilmente approvati i Regolamenti delle superiori, e a livello sia simbolico, sia mediatico un blocco degli scrutini di due giorni sarebbe un buon messaggio da mandare al governo. Inoltre, l'ITSOS di Cernusco potrebbe diventare, per il suo particolare carattere (con la riforma scompare), un simbolo di come il riordino delle superiori distrugga un modello di scuola superiore (quello delle sperimentazioni) che funziona; quindi il blocco degli scrutini proprio in quella scuola potrebbe diventare il simbolo della lotta di tutte le scuole contro i tagli e spingere, magari, altri istituti ad intraprendere forme di lotta nella medesima modalità o in altre. Se pubblicizzato bene e accompagnato da iniziative esterne di massa o clamorose, lo sciopero degli scrutini potrebbe diventare una scintilla per innescare altre mobilitazioni, un po' come accaduto a settembre, quando i primi precari son saliti sul tetto, si sono incatenati e poi sono partite mobilitazioni simili in tutta Italia. Per questo motivo l'Itsos di Cernusco ha deciso, tramite le sue RSU, di avviare subito la procedura di conciliazione per poi indire lo sciopero per metà gennaio. Questa iniziativa coinciderebbe con la settimana in cui probabilmente gli Schemi programmatici per le scuole superiori (14-15-16 gennaio) verranno approvati definitivamente, quindi è evidente il risultato simbolico che si raggiungerebbe.
Concludendo, la riunione di ieri con la Cgil ha confermato la reale fattibilità dei blocchi degli scrutini.
18 dicembre 2009
Mozione approvata all'IIS "Bellisario" di Inzago
I docenti dell’IIS "M. Bellisario" di Inzago esprimono la propria contrarietà riguardo ai provvedimenti previsti dall’art. 64 della L133/08 nei confronti della scuola pubblica; in particolare denunciano la situazione di incertezza in cui è lasciata la scuola secondaria di secondo grado, che a partire dall’anno prossimo sarà investita da una serie di regolamenti che prevedono una totale ristrutturazione delle scuole superiori che danneggerà seriamente la qualità dell'insegnamento e ridurrà drasticamente l'offerta formativa. In tale ristrutturazione non si ravvisa infatti alcuna motivazione didattica o pedagogica, bensì soltanto una manovra di contenimento della spesa pubblica, a discapito della qualità della scuola statale e quindi dell'istruzione e formazione dei nostri studenti.
Infatti non si tratta di una vera e propria riforma, ma solo di un insieme indiscriminato di tagli ai finanziamenti alla scuola pubblica che avverranno tramite:
- la diminuzione delle ore di lezione settimanali (in media si avrà una riduzione di 5 ore settimanali in tutte le scuole superiori di ogni ordine);
- l'aumento degli alunni per classe (già in vigore da quest'anno è stato alzato il numero massimo di studenti per classe fino ad arrivare a 33 alunni per classe);
- l'inserimento (già in vigore da quest'anno) in una stessa classe di 2 o più alunni con disabilità;
- la totale eliminazione delle compresenze;
- una generalizzata diminuzione delle ore dedicate al sostegno degli studenti diversamente abili;
- tagli alle ore di laboratorio e tecnico pratiche;
- eliminazione di tutti gli indirizzi sperimentali e la riconduzione delle attuali sperimentazioni agli indirizzi di scuola tradizionali vecchi di almeno trent'anni;
- tagli al personale tecnico amministrativo con grave danno per l'organizzazione e la sicurezza.
Per questi motivi chiediamo e auspichiamo: - il ritiro dei tutti i tagli alla scuola previsti dalla legge 133 attraverso il reintegro dei finanziamenti alla scuola pubblica;
- il ritiro di tutti i regolamenti di riordino della scuola superiore;
- il ritiro dell'art. 64 della legge 133;
- una seria politica di finanziamento alla scuola pubblica statale.
Data la gravità dei provvedimenti che verranno messi in atto e visto che le forme di protesta finora attuate non sono state in alcun modo tenute in considerazione dal Ministero e dal Governo, proponiamo al Collegio Docenti il:
- blocco dei corsi di recupero e degli sportelli help fin quando non saranno stanziati i fondi per pagare i docenti;
- blocco dei viaggi d’istruzione;
- blocco delle gite di un giorno e di tutte le uscite didattiche;
- blocco della didattica curriculare per 2 giorni con programmazione di attività alternative per riflettere con gli studenti sugli effetti della riforma.
Mozione approvata a maggioranza punto per punto.
15 dicembre 2009
Appello a tutti i sindacati per il sostegno nel blocco degli scrutini
Il Coordinamento lavoratori della scuola "3 ottobre" - CPS Milano denuncia la situazione insopportabile che si è venuta a creare nelle scuole, a causa delle carenze di organico determinate dai tagli che in quest'ultimo anno si sono abbattuti sulla nostra provincia e sul resto dell'Italia, come conseguenza del piano di destrutturazione dell'istruzione pubblica portato avanti dall'attuale governo. Denunciamo inoltre l'inaccettabile tracotanza di un governo che, a fronte di una situazione che assume sempre più i toni della tragedia sociale, finge di ignorare o minimizza la portata delle diffuse proteste, che da mesi agitano tutta l'Italia, per poi proporre soluzioni ridicole e umilianti, come da ultimo il contestatissimo decreto cosiddetto “salvaprecari”.
Il CPS, di fronte alla situazione senza sbocco nella quale si trovano da mesi i lavoratori precari della scuola, chiede a CGIL, COBAS, CUB, in sintonia col suo progetto di alleanze, di voler riconoscere il necessario sostegno politico e tecnico alle azioni di protesta che il CPS, a livello locale e nazionale, metterà in pratica in futuro fino alla soluzione estrema del blocco degli scrutini.
Attendiamo fiduciosi una vostra risposta.
Coordinamento lavoratori della scuola "3 ottobre" - CPS Milano
12 dicembre 2009
Prossima riunione C3o
11 dicembre 2009
NO A RINVII E A SOLUZIONI "TAMPONE"

Il Coordinamento "3 ottobre" - CPS Milano è in piazza sulla piattaforma CPS, per chiedere:
- ritiro, non revisione, dei tagli alla scuola pubblica (L133/08, art. 64) e di i tutti i provvedimenti con cui sonostati attuati;
- ritiro, non rinvio, degli Schemi di regolamento per il riordino delle superiori;
- ritiro del Pdl Aprea, che aziendalizza la scuola statale, introduce i privati nell'organo di governo degliistituti, indebolisce gli organi collegiali, divide e gerarchizza i docenti;
- istituzione di un piano triennale per l'immissione in ruolo dei lavoratori nelle graduatorie ad esaurimento epermanenti;
- ritiro della L167 "salvaprecari", che non elimina il licenziamento di migliaia di lavoratori;
- abolizione dei patti Miur-Regioni, che non risolvono i problemi della disoccupazione e dell'impoverimento dell'offerta didattica prodotti dai tagli, sviliscono la professionalità docente, avallano il progetto diregionalizzazione dell'istruzione pubblica;
- la parità di trattamento assoluta tra docenti precari e di ruolo;
- impossibilità di assegnare cattedre di oltre 18 ore d'insegnamento;
- cessazione di qualsiasi forma di finanziamento pubblico delle scuole private;
- abolizione del tetto max di 1 insegnante ogni 2 alunni diversamente abili (L244/07);
- istituzione di corsi abilitanti per docenti con almeno 360 giorni di servizio.
Vogliamo sensibilizzare la scuola e la cittadinanza sullo scempio della scuola statale che si sta compiendo nel disinteresse dei media. Non accettiamo soluzioni "tampone" o rinvii, che non arrestano il licenziamento di massa di 150.000 lavoratori in 3 anni e lo scadimento del sistema scolastico pubblico.
Sciopero 11 dicembre '09: foto e video
Il video del discorso dal palco al seguente link:
http://www.youtube.com/watch?v=bmgeVNNJ0TM
10 dicembre 2009
APPUNTAMENTO 9,10 a CADORNA
IL CPS IN PIAZZA ANCHE A MILANO
GIÙ LE MANI DALLA SCUOLA PUBBLICA
VIA I TAGLI. NO APREA. ASSUNZIONE PER TUTTI!
NESSUN RINVIO, RITIRO IMMEDIATO DELLA RIFORMA E DEI TAGLI
Il giorno dello sciopero lanciato dal Coordinamento Precari Scuola e indetto da CGIL e USI rappresenta una grande occasione di mobilitazione in difesa della scuola pubblica, contro i tagli alla scuola, la cosiddetta “riforma” Gelmini e gli accordi MIUR-REGIONE “ammazza-precari”.
A Milano venerdì 11 dicembre alle 9,30 da Largo Cairoli partirà un corteo variegato del mondo della conoscenza cui parteciperanno studenti, insegnanti e ATA.
- il ritiro dei tagli alla scuola pubblica statale, previsti dall’art. 64 della L133/08, e di i tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati;
- il ritiro degli Schemi di regolamento per il riordino delle scuole superiori;
- il ritiro del Progetto di legge Aprea;
- l’istituzione di un piano triennale, finalizzato alla progressiva immissione in ruolo di tutti i lavoratori precari, inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e permanenti;
- il ritiro della L167 “salvaprecari” del 24 novembre 2009;
- l’abolizione dei patti territoriali Miur-Regioni;
- la parità di trattamento assoluta tra docenti precari e di ruolo;
- l’impossibilità di assegnare cattedre di 24 ore;
- la sospensione di qualsiasi forma diretta e indiretta di finanziamento pubblico delle scuole private;
- l’abolizione del tetto massimo di un insegnante ogni due alunni in situazione dihandicap (L244/07).
Cerchiamo di sensibilizzare ancora una volta il mondo della scuola e la cittadinanza tutta sullo scempio della scuola statale, che si sta compiendo nel quasi completo disinteresse dei media, di partiti e sindacati. Non accettiamo soluzioni “tampone” o semplici rinvii, che non arrestano il piano di licenziamento di massa di 150.000 lavoratori in tre anni e lo scadimento complessivo del sistema scolastico pubblico italiano, l'unica soluzione è IL RITIRO IMMEDIATO DI TUTTI I TAGLI!
Ritroviamoci tutti alle
ore 9,10 nella vicina P.zza Cadorna, di fronte alla stazione dei treni, per raggiungere insieme il concentramento di L.go Cairoli
Girate questo appello ad altri coordinamenti o soggetti che potrebbero esserne interessati.
Coordinamento lavoratori scuola “3 ottobre”, C.P.S. Milano
Info:
7 dicembre 2009
11 dicembre '09: SCIOPERO GENERALE
- ritiro dei tagli alla scuola pubblica (L133/08 art. 64);
- assunzione dei precari iscritti nelle Graduatorie ad esaurimento;
- parità di trattamento tra docenti precari e di ruolo;
- impossibilità di assegnare cattedre di 24 ore;
- ritiro della L167/09 "salvaprecari";
- ritiro del patto territoriale MIUR-Regione Lombardia;
- ritiro degli Schemi di regolamento per il riordino delle scuole superiori;
- abolizione dei finanziamenti pubblici alle scuole private;
- ritiro del Pdl 953/08 "Aprea".
7 dicembre '09: PRIMA LA SCUOLA

Il Coordinamento lavoratori scuola "3 ottobre" fa un appello alla cittadinanza tutta a focalizzare l'attenzione sui problemi reali del paese e chiede:
- il ritiro dei tagli alla scuola pubblica, contenuti nell'art. 64 L133/08, che prevede un taglio di 7,8 mld di Euro (-15%) in tre anni ai finanziamenti per la scuola pubblica;
- il ritiro dei decreti e dei regolamenti per il riordino dei cicli d'istruzione approvati in base allo Schema di piano programmatico, che non considera la qualità dell'attività didattica, ma obbedisce a preoccupazioni esclusivamente finanziarie;
- il ritiro del Pdl 953/08 "Aprea" e di ogni progetto di privatizzazione ed aziendalizzazione della scuola pubblica;
- l'abolizione dei finanziamenti pubblici alle scuole private.
Il C3o rifiuta infine la L167/09 "salvaprecari" ed il patto territoriale MIUR-Regione Lombardia e chiede l'assunzione dei lavoratori nelle Graduatorie ad esaurimento e la parità tra docenti precari e di ruolo.
Per una scuola pubblica gratuita, laica, di qualità, solidale e di tutti.
3 dicembre 2009
Appello sciopero 11 dicembre '09
Il giorno dello sciopero lanciato dal Coordinamento Precari Scuola e indetto da CGIL e USI rappresenta una grande occasione di mobilitazione in difesa della scuola pubblica, contro i tagli, la cosiddetta “riforma” Gelmini e i provvedimenti “ammazza-precari”.
- il ritiro dei tagli alla scuola pubblica statale, previsti dall’art. 64 della L133/08, e di i tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati;
- il ritiro degli Schemi di regolamento per il riordino delle scuole superiori;
- il ritiro del Progetto di legge Aprea;
- l’istituzione di un piano triennale, finalizzato alla progressiva immissione in ruolo di tutti i lavoratori precari, inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e permanenti;
- il netto rifiuto della L167 “salvaprecari” del 24 novembre 2009;
- l’abolizione dei patti territoriali Miur-Regioni;
- la parità di trattamento assoluta tra docenti precari e di ruolo;
- l’impossibilità di assegnare cattedre di 24 ore;
- la sospensione di qualsiasi forma diretta e indiretta di finanziamento pubblico delle scuole private;
- l’abolizione del tetto massimo di un insegnante ogni due alunni in situazione di handicap (L244/07).
Cerchiamo di sensibilizzare ancora una volta il mondo della scuola e la cittadinanza tutta sullo scempio della scuola statale, che si sta compiendo nel completo disinteresse dei media. Non accettiamo soluzioni “tampone” o semplici rinvii, che non arrestano il piano di licenziamento di massa di 150.000 lavoratori in tre anni e lo scadimento complessivo del sistema scolastico pubblico italiano.
Coordinamento lavoratori scuola “3 ottobre” - C.P.S. Milano
24 novembre 2009
PROSSIMA RIUNIONE C3o
20 novembre 2009
Analisi critica della L.167 “salvaprecari” del 24 novembre 2009
Sintesi e rilievi critici alla L.167 “salvaprecari” del 24 novembre 2009. Conversione in legge del Decreto Legge n.° 134 del 25 settembre 2009.
Beneficiari.
I docenti inseriti a pieno titolo nelle graduatorie provinciali ad esaurimento;
gli A.T.A. inseriti a pieno titolo nelle graduatorie permanenti,
- che, nell’a.s. 2008/2009, abbiano stipulato un contratto a tempo determinato - annuale o sino al termine delle attività didattiche -, in quanto inseriti nelle graduatorie ad esaurimento o permanenti, oppure nelle corrispondenti graduatorie di circolo o di istituto - di prima fascia, per il personale docente, o di prima e seconda fascia, per il personale A.T.A.-, “per le stesse classi di concorso, posti o profili professionali”;
- che, nell’a.s. 2008/2009, abbiano conseguito, attraverso le graduatorie di istituto, una supplenza temporanea di almeno 180 giorni;
- che non abbiano potuto stipulare, per l’a.s. 2009/2010, un contratto per una delle tipologie citate, per mancanza di posti disponibili;
- che abbiano stipulato un contratto per un numero di ore inferiore a quello di cattedra o posto, in assenza di cattedre o di posti interi;
- che nell’a.s. in corso abbiano rinunciato ad un contratto, nella provincia di appartenenza, per un numero di ore inferiore a quello di cattedra o posto, in assenza di disponibilità di posti interi;
- che abbiano rinunciato ad un contratto, anche ad orario intero, in quanto individuati come aventi titolo da una delle graduatoria provinciali in cui siano inseriti in coda.
Sono invece esclusi coloro che, nel corrente a.s., rinuncino ad una supplenza ad orario intero nella graduatoria ad esaurimento della provincia di appartenenza o nelle graduatorie di circolo o d’istituto correlate.
È escluso sia il personale destinatario di contratto a tempo indeterminato, sia il personale collocato a riposo a partire dall’1 settembre 2009.
Supplenze temporanee.
Ai beneficiari sono conferite dai D.S. le supplenze per assenze del personale in servizio, “con precedenza assoluta” rispetto al personale inserito nelle graduatorie di circolo e d’istituto, per tutti gli insegnamenti o i profili professionali per i quali sono iscritti.
La precedenza è riconosciuta, secondo l’ordine di graduatoria, anche per il completamento di orario sia nella provincia di appartenenza, sia in una delle province aggiuntive, ma il completamento può avvenire solo nella provincia in cui il contratto è stato stipulato.
Punteggio.
I docenti hanno diritto alla valutazione dell’intero anno di servizio –12 punti-, ai soli fini dell’attribuzione del punteggio nelle graduatorie ad esaurimento.
Il personale A.T.A ha diritto all’attribuzione del punteggio per l’intero anno scolastico.
Il punteggio è assegnato nella stessa classe di concorso, posto di insegnamento, profilo professionale in cui si è prestato servizio nell’a.s. 2008-2009.
Graduatorie.
I beneficiari sono inseriti in elenchi provinciali o sub-provinciali, per tipologia di posto, classe di concorso o profilo professionale, in ordine di graduatoria, secondo la posizione di fascia, i punteggi e le eventuali precedenze possedute. Qualora i beneficiari abbiano richiesto di essere inclusi negli elenchi prioritari in una delle province aggiuntive, “ai fini del completamento orario” la loro “posizione risulterà comunque subordinata rispetto agli aspiranti inclusi nella graduatoria originaria di tale provincia”.
Convenzioni regionali.
I beneficiari impegnati in progetti attivati ai sensi delle Convenzioni stipulate con le Regioni non possono accettare, durante lo svolgimento dei progetti, supplenze temporanee, salvo diversa previsione delle singole Convenzioni.
Regione Lombardia.
I docenti potranno svolgere supplenze solo durante le eventuali sospensioni delle attività previste dall’accordo; qualora abbandonino le attività in corso per assumere una supplenza di qualsiasi durata, non potranno più rientrare in alcuna attività.
Obblighi.
I beneficiari sono obbligati ad accettare qualsiasi proposta di supplenza, all’interno delle preferenze espresse nella domanda, salvo quella che sia offerta in corso di altro contratto.
La rinuncia immotivata o senza giustificato motivo comporta la decadenza dal diritto ad essere interpellato per ulteriori proposte di contratto, la perdita dei 12 punti, ma non del punteggio maturato in ragione del servizio effettivamente svolto, la perdita del diritto a percepire l’indennità di disoccupazione eventualmente percepita.
Non è applicata alcuna penalizzazione nei seguenti casi: - se il lavoratore rinuncia alla supplenza, anche in corso, per un incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche, resosi disponibile successivamente;
- se è destinatario di un progetto regionale;
- se è impegnato in una supplenza temporanea, conferita in virtù dell’inclusione nelle graduatorie di circolo o di istituto;
- se, “nelle more della pubblicazione degli elenchi prioritari”, ha accettato una supplenza dalle graduatorie di circolo o d’istituto in cui è incluso, in una provincia diversa, e se la supplenza è in corso nel momento della chiamata dall’elenco prioritario.
Rilievi critici.
Beneficiari. - L’accesso ai contratti di disponibilità è riservato solo a una minima parte dei precari rimasti senza lavoro, ovvero a coloro che abbiano lavorato per tutto l’anno appena trascorso, con nomina degli USP, e a coloro che abbiano lavorato per almeno 180 giorni dalle graduatorie di istituto;
- non è prevista alcuna forma di tutela dei altri docenti iscritti nella II e III fascia delle graduatorie di istituto;
- i beneficiari saranno costretti ad accettare le supplenze brevi assegnate dai DS, mentre tutti gli altri docenti avranno scarsissime possibilità di lavorare e non beneficeranno di alcun intervento a sostegno del reddito (ad esclusione della disoccupazione con requisiti ridotti, qualora ricorrano le circostanze previste dalla legge);
- a fronte della concessione del punteggio di servizio per l’intero anno, i precari “storici” sono costretti ad accettare, invece di una nomina annuale, contratti di lavoro brevi e discontinui. Si introduce, quindi, per lavoratori che hanno maturato diversi anni di servizio, una forma di ulteriore precarizzazione, analoga a quella finora tipica dei docenti privi di abilitazione o neo-abilitati;
- qualora il lavoratore rinunciasse ad un incarico, perderebbe non solo il diritto di accedere ai contratti di disponibilità, dunque alle supplenze temporanee, ma anche l’indennità di disoccupazione, che percepisce secondo le circostanze previste dalla legge.
Indennizzo. - Non è specificato se il pagamento delle supplenze brevi resti a carico dei singoli istituti, i quali versano già molto spesso in condizioni di grave difficoltà di bilancio;
- qualora le supplenze offerte fossero brevi spezzoni orari, il lavoratore percepirebbe un salario inferiore allo stesso sussidio di disoccupazione; per gli altri docenti, al lavoro precario subentra la disoccupazione, senza forme di sostegno del reddito. È questo il risultato della piena conferma dei tagli agli organici previsti nella legge 133/2008;
- non è prevista alcuna misura strutturale che sostenga i lavoratori precari nei prossimi quattro anni, quando saranno tagliati altri 150mila posti;
- non è prevista alcuna estensione dell’accesso all’indennità di disoccupazione;
- l’ammontare del sussidio mensile di disoccupazione non è incrementato; né è previsto alcun prolungamento dell’indennità oltre i termini usuali (8 mesi, contro i 10-12 di retribuzione di una supplenza annuale).
Accordo MIUR-Regioni. - L’amministrazione scolastica può promuovere, in collaborazione con le Regioni che mettano a disposizione le risorse finanziarie, progetti della durata dai tre agli otto mesi, che prevedano attività straordinarie, quali, per la Regione Lombardia:
- orientamento scolastico e professionale;
- accompagnamento, recupero e reinserimento studenti a rischio dispersione scolastica;
- sviluppo competenze cittadinanza per l’adempimento dell’obbligo d’istruzione;
- inserimento e accompagnamento studenti con disabilità;
- inserimento e integrazione alunni stranieri;
- diffusione forme di alternanza scuola-lavoro e integrazione sistemi formazione-lavoro;
- favorire l’innovazione didattica e migliorare il livello qualitativo dell’offerta scolastica attraverso la formazione del personale; - tali attività saranno realizzate prioritariamente dai lavoratori precari della scuola che percepiscano l’indennità di disoccupazione, ai quali può essere corrisposta un’indennità di partecipazione dalle Regioni;
- quest’ultima è calcolata dalla Regione Lombardia proporzionalmente al numero di ore settimanali prestate, fino a 36 ore per “attività dirette e funzionali”; per il personale che percepisca un’indennità di disoccupazione, l’indennità di partecipazione è quantificata dalla ventunesima ora settimanale;
- sono riconosciuti i 12 punti di servizio solo al personale incluso nelle graduatorie ad esaurimento e permanenti.
Rilievi critici. - I contratti di disponibilità, incentivando l’intervento finanziario delle Regioni, avallano e cominciano ad attuare concretamente il disegno di regionalizzazione dell’istruzione professionale, già intrapreso anche nella regione Lombardia con il patto Gelmini-Formigoni del marzo 2009;
- essi accelerano l’attuazione del cosiddetto federalismo scolastico, previsto dalla revisione del titolo V della Costituzione, che porterà alla formazione di sistemi scolastici regionali fortemente diseguali per risorse e risultati;
- dopo aver sottratto risorse al sistema scolastico nazionale, con questo accordo se ne impiegano altre per il potenziamento del sistema regionale;
- la Regione Lombardia finanzia progetti anche per le scuole paritarie che ne facciano richiesta. Le scuole private paritarie, però, hanno sistemi di reclutamento affatto diversi da quelle pubbliche statali, poiché non attingono alle graduatorie ad esaurimento o da quelle permanenti. Si tratta dunque di un ulteriore finanziamento alle scuole private;
- la retribuzione è differente ed inferiore a quella prevista dai contratti collettivi nazionali per il personale del comparto scuola, infatti il salario di 36 ore di lavoro corrisponde a quello percepito per 18 ore settimanali di docenza. Tuttavia, alcune delle attività contemplate sono assimilabili ad ore di docenza e sono previsti fino a tre giorni al mese di sostituzione del personale dell’istituzione scolastica, coerentemente con i titoli di cui il beneficiario del contratto è in possesso. Ad esempio, dietro alla dicitura “inserimento e integrazione alunni stranieri” potrebbe nascondersi un’attività di Italiano L2, per la quale i docenti di ruolo sono normalmente retribuiti e ottengono distaccamenti;
- i docenti sono inoltre impiegati in mansioni dequalificate, diverse da quelle di insegnamento e per le quali non posseggono specifiche competenze - come l’inserimento e l’accompagnamento studenti con disabilità -, finora svolte da personale educativo esterno alla scuola, a cui si sottraggono occasioni lavorative;
- questo provvedimento scarica dunque su altre categorie di lavoratori, come gli educatori, gli effetti dei tagli alla spesa per l’istruzione.
Alcune modificazioni apportate dalla Commissione ed emendamenti approvati dall’aula della Camera dei deputati.
È concesso ai docenti che ne fanno richiesta esplicita: - la permanenza nella provincia prescelta in occasione dell’aggiornamento e dell’integrazione delle graduatorie per il biennio 2007/2009;
- l’inserimento nelle graduatorie di altre province “in coda”;
- il trasferimento dalla provincia prescelta ad un’altra, con il riconoscimento del punteggio e della posizione in graduatoria.
Con decorrenza dall’1 settembre 2009, per il biennio scolastico 2009/2011, non è permesso: - modificare la scelta dell’attribuzione del punteggio per i servizi prestati in relazione ad una o più graduatorie;
- rimanere nelle graduatorie ad esaurimento ai docenti che abbiano stipulato contratti a tempo indeterminato, per qualsiasi tipologia di posto o classe di concorso.
Conclusioni.
I contratti di disponibilità si basano sulla piena conferma dei tagli agli organici, previsti dall’art. 64 della legge 133/2008, e dei licenziamenti dei docenti precari, indicati nello Schema di Piano Programmatico del MIUR. Il numero dei licenziamenti è invariato; non si prevede alcun tipo di estensione degli ammortizzatori sociali a chi ne sia attualmente escluso, né il prolungamento della loro durata o l’incremento della loro entità; si accentua invece la precarizzazione del personale docente e si avvia la regionalizzazione del sistema scolastico nazionale. Unica concessione i 12 punti di servizio, che aumenteranno il divario di punteggio esistente tra un ristretto numero di precari e tutti gli altri, dividendo e contrapponendo ulteriormente i lavoratori della scuola.
Sara Branca
19 novembre 2009
20 novembre '09: ASSEMBLEA PUBBLICA TERRITORIALE SCUOLE MARTESANA
ASSEMBLEA PUBBLICA TERRITORIALE
per le scuole della Martesana (nord-est Milano)
Venerdì 20 Novembre, ore 21.00
Centro culturale Fabrizio De Andrè
INZAGO Via Piola, 10
per discutere con lavoratori della scuola, genitori e studenti
di quanto sta accadendo nella scuola superiore,
per coordinarci e progettare insieme forme di opposizione nel territorio
RIORDINO O DISTRUZIONE DELLA SCUOLA SUPERIORE?
Dopo aver "riformato" scuole elementari e medie, il Governo si accinge a "riformare" anche le scuole superiori con l'entrata in vigore, già dal prossimo anno, dei regolamenti che prevedono una totale ristrutturazione delle scuole superiori.
Tale riordino non ha però alle spalle nessuna motivazione didattica o pedagogica, bensì ha come unico scopo quello di contenere, a discapito della qualità della scuola e dell'istruzione dei nostri figli, la spesa pubblica. Infatti non si tratta di una vera e propria riforma, ma solo di un insieme indiscriminato di: tagli alle ore di insegnamento, eliminazione delle commpresenze, tagli alle ore di laboratorio, eliminazione di tutte le sperimentazioni.
Con il riordino delle scuole superiori si viene a creare una netta diversificazione dei percorsi previsti nel primio biennio impedendo, di fatto, le possibilità di passaggio da un tipo di scuola all'altro e si delinea una scuola classista, che relega gli istituti Tecnici e, soprattutto, i Professionali ad una dimensione operativa di forza lavoro, non in "raccordo", ma al servizio del "mondo produttivo". E si corre seriamente il rischio che tutta l'istruzione professionale passi alle Regioni, anche alla luce del nuovo Articolo V della Costituzione che trasferisce competenze e poteri alle Regioni in tema di istruzione e formazione.
I licei verranno ridotti a soli sei indirizzi attraverso l'eliminazione tutte le validissime sperimentazioni che si sono avute nel corso di questi anni con il peggioramento dell'offerta formativa aggravato anche dal taglio al numero degli insegnamenti e alle ore di lezione.
Il Governo riduce ogni giorno i finanziamenti per la scuola pubblica, tagliando i fondi per i progetti e trascurando la manutenzione degli edifici scolastici, che sono sempre più fatiscenti, con grave pericolo per la sicurezza degli alunni e del personale docente e non docente (sicurezza messa a rischio anche dal continuo aumento del numero di alunni per classe).
È ORA CHE I LAVORATORI DELLA SCUOLA, GENITORI E STUDENTI PRENDANO COSCIENZA DEL BARATRO IN CUI STA SPROFONDANDO LA SCUOLA PUBBLICA
È ORA DI FERMARE LA DISTRUZIONE DELLA QUALITA' DELLA NOSTRA SCUOLA!!!
COMITATO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA IIS "M. BELLISARIO" INZAGO
COMITATO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA ITSOS " M. CURIE" CERNUSCO S/N
18 novembre 2009
Prossima riunione del Coordinamento
13 novembre 2009
Estrazione Riffa del 12 novembre
Numero dei premi | Premio | Biglietto estratto |
20 | Libro Tylor Libreria utopia | 86 |
19 | Libro di Carlo Batà | 132 |
18 | Libro Marinetti Libreria utopia | 18 |
17 | Libro Anzeni Libreria utopia | 377 |
16 | Libro Stygmat Libreria utopia | 580 |
15 | Libro Cina e capitalismo Libreria utopia | 452 |
14 | Libro Dioniso Libreria utopia | 77 |
13 | Libro di Carlo Batà | 20 |
12 | Libro L'arte di uccidere Libreria utopia | 546 |
11 | Libro Kerouac + opuscolo Libreria utopia | 449 |
10 | Maglietta barcollante Arcimetromondo | 659 |
9 | Maglietta ragliante C3o | 636 |
8 | Visita con guida di C.S. ai luoghi Milano medioevale | 136 |
7 | Visita con guida di C.S. ai luoghi Milano medioevale | 64 |
6 | Visita con guida di C.S. ai luoghi Milano medioevale | 114 |
5 | Visita con guida di C.S. ai luoghi Milano medioevale | 303 |
4 | Buono fotocopie Copy mania | 39 |
3 | Buono ciclo-riparazione La stazione delle biciclette | 269 |
2 | Cena per due all'Arcimetromondo | 446 |
1 | Cesto equo-solidale Cooperativa Chico Mendes | 382 |
11 novembre 2009
Domani al Metromondo: serata di contro-informazione, spettacolo e musica, organizzata dal C3o

Suona La banda degli ottoni.
Esibizione dei comici
Alberto Patrucco
Diego Parassole
Luca Klobas
10 novembre 2009
8 novembre 2009
Campus di Vaprio d'Adda in supporto ai comitati dell'IIS Bellisario di Inzago e dell'ITSOS Marie Curie di Cernusco S/N.
6 novembre 2009
Mobilitazione comitati in difesa della scuola pubblica IIS Bellisario di Inzago e ITSOS Curie di Cernusco sul Naviglio
Tale riordino non ha però alle spalle nessuna motivazione didattica o pedagogica, bensì ha come unico scopo quello di contenere, a discapito della qualità della scuola e dell'istruzione dei nostri figli, la spesa pubblica. Infatti non si tratta di una vera e propria riforma, ma solo di un insieme indiscriminato di:
- tagli alle ore di insegnamento;
- eliminazione delle compresenze;
- tagli alle ore di laboratorio;
- eliminazione di tutte le sperimentazioni (compresi Piano Brocca e PNI, per citare le più conosciute).
Con il riordino delle scuole superiori si viene a creare una netta diversificazione dei percorsi previsti nel primo biennio impedendo, di fatto, le possibilità di passaggio da un tipo di scuola all'altro e si delinea una scuola classista che relega gli istituti Tecnici e soprattutto i Professionali ad una dimensione operativa di forza lavoro, non in "raccordo", ma al servizio del "mondo produttivo". E si corre seriamente il rischio che tutta l'istruzione professionale passi alle Regioni, anche alla luce del nuovo Articolo V della Costituzione che trasferisce competenze e poteri alle Regioni in tema di istruzione e formazione.
I licei verranno ridotti a soli sei indirizzi, attraverso l'eliminazione di tutte le validissime sperimentazioni che si sono avute nel corso di questi anni, con il peggioramento dell'offerta formativa, aggravato anche dal taglio del numero degli insegnamenti e delle ore di lezione.
Il Governo riduce ogni giorno i finanziamenti per la scuola pubblica, tagliando i fondi per i progetti e trascurando la manutenzione degli edifici scolastici, che sono sempre più fatiscenti, con grave pericolo per la sicurezza degli alunni e del personale docente e non docente (sicurezza messa a rischio anche dal continuo aumento del numero di alunni per classe).
È ORA CHE I GENITORI E GLI STUDENTI PRENDANO COSCIENZA DEL BARATRO IN CUI STA SPROFONDANDO LA SCUOLA PUBBLICA.
È ORA DI FERMARE LA DISTRUZIONE DELLA QUALITÀ DELLA NOSTRA SCUOLA!!!
INIZIATIVA DI PROTESTA CONTRO TAGLI, RIFORMA GELMINI DELLE SCUOLE SUPERIORI E SCUOLE-AZIENDA.
Domenica 8 novembre dalle ore 9.00 in poi
davanti a VILLA CASTELBARCO
Via Concesa, 4 Vaprio d'Adda (MI)
in occasione delle due giornate di “Campus Orienta” (7-8 novembre)
COMITATO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA IIS "M. BELLISARIO" INZAGO COMITATO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA ITSOS "MARIE CURIE" CERNUSCO S/N
5 novembre 2009
Prossima riunione del Coordinamento: 6 novembre
8 novembre: il Coordinamento "3 ottobre" aderisce alla mobilitazione dei comitati dell'Istituto Bellissario di Inzago e dell'ITSOS Curie di Cernusco
contro i tagli nella scuola pubblica e la riforma Gelmini delle scuole superiori,
e chiama all’appello tutte le forze sociali e sindacali per un’iniziativa di protesta contro la cultura delle scuole-azienda e l’attuale legge sulla autonomia scolastica,
domenica 8 novembre dalle ore 9.00 in poi, davanti alla sede del Campus, VILLA CASTELBARCO via Concesa, 4 Vaprio d'Adda (MI)
Per raggiungere Villa Castelbarco da Milano:
- in automobile
Via Palmanova - SS 11 fino a Villa Fornaci, poi SS 525 per Vaprio d'Adda, oppure
Autostrada A4 direzione Venezia, uscita casello di Trezzo d'Adda (MI), seguire indicazioni per Vaprio d'Adda.
- in metropolitana:
Linea Verde sino a Gessate,
Collegamento Gessate - Ente Fiera del Barco tramite autobus linea Z311 NET per Vaprio d'Adda
4 novembre 2009
Quale futuro per la scuola pubblica?
