30 dicembre 2009

Che cosa è accaduto a Cernusco S/N per il blocco degli scrutini

Vi scrivo questa e-mail per riassumere gli ultimi avvenimenti relativi all'iniziativa di protesta, il blocco simbolico degli scrutini, proposto da Carla Migliorino a nome di un gruppo di persone del Comitato Curie, durante l’ultimo Collegio Docenti. Già a Catania è partita questa forma di protesta appoggiata dalla CGIL locale con tanto di comunicati stampa.
Nei tre giorni successivi, fino alla fine delle lezioni, abbiamo proposto ai docenti della nostra scuola di partecipare al blocco, secondo modalità che andavano concordate, nella tutela dei lavoratori coinvolti, cioè senza prendere rischi veri. Rimaneva inteso che alla precettazione della Preside, il lavoratore avrebbe obbedito. Rimaneva da capire come farlo, ma l’iniziativa, più simbolica che altro, aveva l’intenzione di accendere una miccia, essendo l’ITSOS la prima scuola a partire con gli scrutini. Naturalmente avremmo coinvolto i media e le altre scuole con contatti diretti, in modo da creare un ponte anche con il CPS di Catania. Un lavoro possibile, tutto da costruire.

Nei tre giorni ben 43 persone hanno aderito, firmando, che è molto più che alzare la mano o dire “ci sto”. Tenuto conto dell’opposizione di un membro dell’RSU, E. L., e del pochissimo tempo disponibile, è stato un successo. Molti altri si sarebbero aggiunti una volta che le condizioni di tutela del lavoratore e le modalità concrete dell’iniziativa fossero diventate chiare.

Per questo siamo andati a parlare con Attilio Paparazzo responsabile scuola della CGIL-FLC (lunedì 21 dicembre), in occasione di un incontro già organizzato dal Coordinamento lavoratori scuola "3 ottobre" - CPS Milano. (Scusate se inserisco i dettagli, ma hanno una loro importanza). Erano presenti molti di noi, molti del Comitato, per l’RSU Provenzani, ma non E. L. che pure aveva dichiarato la sua presenza alla riunione.

Dopo lunga discussione dalla quale abbiamo dedotto l’intenzione:


  • della CGIL nella figura di Paparazzo di rimanere ferma e non partire con alcuna iniziativa di alcun tipo (e mi sento molto moderato mentre lo scrivo) se non qualche sciopero (forse, ma l’ultimo è andato molto male a livello nazionale e quindi si vedrà);
  • di abbracciare le ragioni dei precari e dei lavoratori che vedono cancellato il lavoro di anni, ma di non sapere che pesci pigliare;
  • di non aver intenzione di appoggiare iniziative che disturbino cittadini (adozioni, gite, ecc.);
  • di non voler bloccare la riforma, almeno sul piano dei tagli, perché altrimenti i tagli ricadrebbero su altri comparti (medie e elementari: e questa veramente fa ridere da sganasciarsi, se non fosse che stiamo parlando di un rappresentante della CGIL che in sostanza dice che bisogna accettare migliaia di licenziamenti per non disturbare un altro comparto scuola, o meglio i tagli che il governo ha deciso di imporre. Ribadisco. Non si è mai sentita una cazzata del genere);
  • che quindi ci considerano una battaglia persa (anche perché alle loro iniziative gli insegnanti non rispondono: grazie, perdiamo soldi negli scioperi e non portiamo a casa niente da anni).

Ma alla fine abbiamo concluso che se avessimo indetto a partire dall’RSU il blocco di due giorni consecutivi, la CGIL scuola avrebbe sostanzialmente appoggiato l’iniziativa. Precisamente, alla domanda: siete disposti ad appoggiarci, parlando con i membri dell’RSU, per far indire lo sciopero? Hanno risposto positivamente.

Faccio notare che questa risposta è stata accolta come un grande successo dal Coordinamento "3 ottobre" che subito si è attivato per contattare altre scuole, sull’onda dell’iniziativa dell’ITSOS.

Il blocco degli scrutini ha una procedura abbastanza complicata: bisogna indirlo, e può farlo il sindacato oppure la singola RSU, su un tema specifico, locale. Noi avremmo portato come motivazione lo stravolgimento del modello ITSOS, accodando poi tutte le conseguenze della riforma (perdita di docenti ecc.). Una volta indetto c’è una convocazione del prefetto per un passaggio chiamato conciliazione. A questo punto si può fissare la data solo oltre le due settimane dalla conciliazione. Abbiamo quindi calcolato che, chiamando il blocco intorno al 22, 23 di dicembre si poteva programmare il blocco per il 14, 15 di gennaio, giorni in cui in parlamento si discuterà il riordino. Naturalmente andava fatta prima grande pubblicità, ma su questo già il Coordinamento "3 ottobre" si poteva muovere per propagare l’iniziativa alle altre scuole. In molti casi non è tanto l’azione in sé ad essere importante, quanto l’annuncio, l’intenzione concreta di agire.

Quindi Roberto Provenzani ha sentito E. e poi gli altri per convocare subito l’RSU. Al di là del fatto che non siamo nell’età della pietra e per fare una riunione non c’è bisogno di vedersi fisicamente, l’RSU non si è riunita, essendo già lontani alcuni membri. Oltre a questo E. si è opposto all’idea di indire direttamente il blocco, e ha richiesto un’assemblea sindacale per ascoltare l’opinione dei lavoratori.
La pratica sarebbe da ritenersi corretta, se:

  • non avessimo già raccolto 43 firme (un numero di lavoratori di gran lunga superiore a quello che solitamente si ritrova nelle assemblee).
  • non ci fosse un’urgenza tassativa: gli scrutini si svolgono dal 7 gennaio
  • non ci fosse un’urgenza di carattere nazionale (la discussione in parlamento).

Per ascoltare di nuovo l’opinione dei lavoratori (l’abbiamo già sentita nella precedente riunione l’opinione, e tutti chiedevano iniziative, di vario tipo, per manifestare dissenso) si rende praticamente infattibile il blocco, perché non ci sono i tempi tecnici.
Forse è questo l’unico vero scopo dell’assemblea. Bloccare il blocco. Far pesare la propria opinione personale attraverso uno strumento in apparenza democratico, ignorando chi ha firmato. Di questo i singoli membri della RSU, ciascuno per sé, devono prendersene le responsabilità, come dovranno sapere di aver mandato a monte un’iniziativa che non aveva la pretesa di ribaltare il Paese, ma che poteva essere un segnale di dissenso. Questo sì. Di aver sprecato le energie di chi si è fidato e ha creduto ancora una volta che si potesse fare qualcosa. Di essersi mossi anche in disaccordo con la CGIL provinciale, che aveva dato il suo beneplacito.

Per cercare di salvare l’iniziativa (per inciso: noi tutti facciamo una figura da fessi, perché da tutti i presenti era dato per scontato che l’avremmo fatto; a nessuno era venuto in mente che l’opinione personale di un mebro dell’RSU potesse bloccare l’iniziativa) si è cercato, dopo Natale l’appoggio dei COBAS, per sganciarci dalla CGIL che ha mostrato tutti i suoi limiti, ma non è facile in questi giorni festivi ottenere risposte.

Quindi, non arrivando per tempo la proclamazione, è quasi certo che l’iniziativa non potrà svolgersi. Questa è la breve e triste storia.

Rimane da notare che da più di un anno una larga parte dei lavoratori di questa scuola chiede iniziative più dure, più eclatanti degli scioperi del venerdì, importanti e forti solo se accompagnati da altre iniziative costanti, progressive. Se siamo arrivati tardi nell’organizzazione del blocco degli scrutini, se non siamo partiti prima, è soltanto perché abbiamo cercato di mantenerci fedeli alla linea della CGIL e dell’RSU. È stato un grave errore perché non abbiamo capito che la CGIL ci dà per spacciati, indifendibili. Ci sono interessi di posizione, come l’inserimento dei rappresentanti sindacali nel comitato scientifico-didattico delle scuole (a cui io sono fermamente contrario), ci sono questioni legate agli interessi delle altre categorie che non possono essere toccati, e in ultimo, c’è l’effetto dei particolarismi, che fanno pensare e non dire a molti in questa categoria che alla fine si tratta soltanto di precari che non avranno più un posto, soltanto di colleghi che vengono mandati da un’altra parte senza rispetto per il lavoro fatto, sontanto di un riordino che cambia qualcosina, ma poi neanche tanto. In fondo molti colleghi più anziani non verranno toccati, e questo è un fatto.

Massimo Donati, docente comitato ITSOS "M. Curie" Cernusco S/N

4 commenti:

  1. attilio paparazzo02/01/10, 19:52

    SE QUALCUNO AVESSE VOGLIA DI LEGGERE LA POSIZIONE DELLA FLC CGIL SUI REGOLAMENTI DELLA SECONDARIA SUPERIORE LA TROVA SUL NOSTRO SITO NAZIONALE www.flcgil.it IN DATA 10/11/2009. E' QUANTO ABBIAMO DETTO ALLE COMMISSIONI PARLAMENTARI DI CAMERA E SENATO DURANTE LE AUDIZIONI CONCESSE ALLE FORZE SOCIALI.
    Sempre disponibile a un confronto serio, lascio a Massimo le acide e sconclusionate sintesi di un pomeriggio di dicembre...
    attilio paparazzo

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  2. l'acidità sta venendo a tutti.
    Emma

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  3. - Perché la Flc di Catania ha dato il supporto politico-sindacale ai lavoratori che chiedevano sostegno per il blocco - o sciopero che dir si voglia - degli scrutini, mentre quella di Milano no (vedi RSU di Cernusco S/N)? In Sicilia i tagli sono stati numerosi, ma in provincia di Milano, solo alle superiori, ci sono stati oltre 400 licenziamenti.
    - Perché nella piattaforma dell'ultimo sciopero si parla di solo dei disagi arrecati al personale della scuola dai tagli: "gravissima situazione che i lavoratori della scuola stanno vivendo, sia in termini di aumento dei carichi di lavoro, sia per quanto riguarda la qualità della prestazione lavorativa"? E i disoccupati e i sotto-occupati? Chi ha interesse a dar voce e sostegno ai precari licenziati o sotto-occupati, che per anni hanno dato energia fresca e vitale alla scuola? Il sindacato sa che molti lavoratori precari di oggi saranno i lavoratori di ruolo di domani?
    - Perché nella stessa piattaforma si dice che i tagli andrebbero "rivisti e cancellati"? è un ossimoro o un'ambigiutà indispensabile per tirare un colpo al cerchio e uno alla botte?
    - Perché la scuola secondaria di II grado sarebbe indifendibile in quanto manca un modello da sostenere? Il sindacato dovrebbe dare sostegno politico a modelli pedagogici vincenti e difendibili o tutelare i lavoratori e difendere posti di lavoro? Il fatto che una riforma delle superiori sia attesa da decenni non significa che questa CONTRO-RIFORMA vada accettata o tutt'al più rinviata o approvata perché i costi di un rinvio non ricadano sui lavoratori della scuola primaria o secondaria di I grado. Ricordo che anche i docenti delle superiori hanno già iniziato a pagare.
    - Perché la Cgil Lombardia, il 13 ottobre scorso, ha firmato gli accordi MIUR-Regione L., che degradano i docenti a tappabuchi sottopagati senza risolvere il problema di fondo delle falle aperte nel sistema scolastico dalla L133/08?
    Fine delle domande facete, acide, sconclusionate di una lavoratrice della scuola.
    Sara

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  4. Una domanda, ma se la flc cgil è così contraria all'attuazione della riforma delle superiori perché non fa assolutamente nulla per impedirla? Non sono le "posizioni ufficiali" che contano, ma i fatti. E di fatti ne abbiamo visti veramente pochi.

    Rosa

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