20 aprile 2013

B.E.S. ovvero Bisogna Eliminare il Sostegno


Il Ministero di recente ha emanato due circolari per gli studenti con bisogni educativi speciali (BES): alunni con disturbo specifico dell'apprendimento (DSA), alunni con sindrome di iperattività (ADHD), studenti che si trovano in condizioni di svantaggio socioeconomico, culturale e linguistico. Anche in mancanza di una certificazione medica il Ministero suggerisce ai Consigli di Classe di redigere un piano didattico personalizzato che preveda misure dispensative e compensative sulla base delle proprie osservazioni pedagogiche. In questo modo i benefici della legge 170/10, prevista per gli alunni con DSA, vengono estesi a tutti gli alunni che presentano BES. Ogni scuola, quindi, può adottare propri criteri di analisi e valutazione dei BES, non essendoci un indirizzo preciso da parte del MIUR; con la conseguenza che i Consigli di Classe, in tal modo, si ritroverebbero fortemente esposti al rischio di contenziosi di varia natura da parte delle famiglie.

Inoltre, anche dal punto di vista degli intenti manifestati (realizzare una maggiore inclusione), le circolari appaiono aleatorie dato che non propongono un'analisi seria dei fattori contestuali così come indica l'ICF (International Cassification of Functioning) e delle modalità attraverso le quali si progetta l'inclusione. Pur avendo più volte richiesto, negli ultimi anni, investimenti reali che rimuovessero gli ostacoli per poter personalizzare i nostri interventi, gli insegnanti ricevono unicamente delle indicazioni normative che non rispondono alle reali necessità degli studenti e che, forse, sono utili soltanto a salvare la faccia a chi si ostina a non voler fornire concreti strumenti per tentare una riduzione dello svantaggio. Svolgere una seria analisi dei contesti ambientali significa avere un proposito chiaro circa “il rispetto e il rafforzamento della normativa attualmente in vigore per i soli alunni con disabilità, riguardante il tetto massimo di venti per classe, fissato dall’articolo 5, comma 2 del DPR 81/09” o l'emanazione di una “norma che limiti il numero di alunni certificati con disabilità in una classe, numero massimo fissato dalla Legge 144/99, che però è stato abrogato dal citato DPR 81/09 [in quanto] con classi numerose è impossibile dare risposte didattiche a tutti gli alunni con BEI [bisogni educativi individuali] e per aspetti come questi, non si può prescindere da norme legislative, non essendo sufficiente rimettersi all’autonomia scolastica, stante il problema dei crescenti tagli alla spesa pubblica, dovuti al Patto di Stabilità interna e internazionale. Il rispetto della normativa sul tetto massimo di alunni per classe”1.

Il corpo docente si troverà dal prossimo anno scolastico ad affrontare una materia per la quale non è stato formato a sufficienza né per tempi né per contenuti. Come è già accaduto per gli alunni con DSA nel 2010, anche per questi studenti con BES non è previsto l'affiancamento dei docenti specializzati nel sostegno didattico-educativo, gli unici che attualmente possiedono una formazione per supportare gli alunni e le classi in cui sono inseriti nel perseguimento del successo scolastico. Sono circa un milione gli alunni con bisogni educativi speciali in Italia, in una scuola che le ultime riforme hanno deprivato completamente di investimenti. Così, dopo aver ridotto in questi anni le ore di sostegno in modo indiscriminato, andando incontro a numerosi ricorsi di famiglie che si sono attivate per vedere ripristinati i propri diritti, il Ministro uscente progetta un tipo di intervento volto ancora una volta a tagliare la spesa pubblica. Tali provvedimenti sono aggravati, poi, da una situazione di sovraffollamento delle scuole, costrette a sopperire con risposte improvvisate all'assenza di risorse economiche adeguate e a confrontarsi con queste linee guida esclusivamente di facciata. È evidente, infatti, che queste circolari attuino il progetto di smantellamento degli interventi di sostegno elaborato da Fondazione Agnelli, Caritas e associazione Treelle nel 2011; eppure il caso inglese dimostra come la categorizzazione dei BES, associata a un sistema di valutazione nazionale2, non ha fatto altro che aumentare la discriminazione e i costi sociali conseguenti ad essa.

1 S. Nocera in Press-IN anno V / n. 729. Superando.it del 26-03-2013

2 Intervento della Prof.ssa C. DeVecchi nel suo intervento al convegno La scuola deve essere aperta a tutti presso l'Università Bocconi, 22 marzo 2013 http://www.istruzione.lombardia.gov.it/bes/

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