Appello ai sindacati indicenti lo sciopero degli scrutini. Chiediamo di promuovere un sit-in davanti all’U.S.P. di Milano, il 15 giugno prossimo.
Martedì 15 giugno, dalle ore 10.00, in concomitanza con lo sciopero degli scrutini indetto, in Lombardia, il 14 e 15 giugno, si svolgerà un sit-in di protesta davanti all'Ufficio Scolastico Provinciale di Milano, in Via Ripamonti 85.
Martedì 15 giugno, dalle ore 10.00, in concomitanza con lo sciopero degli scrutini indetto, in Lombardia, il 14 e 15 giugno, si svolgerà un sit-in di protesta davanti all'Ufficio Scolastico Provinciale di Milano, in Via Ripamonti 85.
Protesteremo contro il massacro della scuola pubblica: la "riforma" dell'istruzione secondaria di II grado, i progetti di gerarchizzazione e privatizzazione della scuola statale, la riduzione dei diritti dei lavoratori della scuola (P.d.L. Aprea e D.d.L. Goisis, D.L. Brunetta), per chiedere il ritiro dei tagli (L.133/08 art.64) e l'immissione in ruolo di tutti i precari della scuola.
La controriforma della scuola secondaria di II grado rappresenta l'ultimo tassello del grande progetto di dequalificazione ed impoverimento dell'istruzione pubblica italiana. Tutto l'impianto delle leggi in tema di istruzione, all'interno del quale si collocano la L. 133/08 e il P.d.L. Aprea, mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e aziendale, non solo introducendo i privati nei comitati tecnico-scientifici degli istituti tecnici, ma anche svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica ed annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica statale italiana. La scuola "berlusconiana" non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, reintroducendo profondi elementi di conflittualità interetnica e sperequazione sociale, mentre aumenta significativamente i finanziamenti alle "scuole-diplomifici" private.
Denunciamo non solo gli effetti devastanti della controriforma Tremonti-Gelmini nel mondo dell'istruzione, ma anche le drammatiche ripercussioni del più grande licenziamento di massa che l'Italia abbia mai vissuto con la cancellazione, in tre anni, di 150mila posti di lavoro. Denunciamo altresì il peggioramento delle condizioni lavorative dei docenti precari e di ruolo, costretti ad insegnare in classi sovraffollate e smembrate, nonché il disconoscimento della professionalità docente, con provvedimenti quali l'accorpamento di classi di concorso, i contratti di disponibilità e gli accordi Stato-Regioni. Denunciamo infine la generale riduzione dei diritti dei lavoratori della scuola, ad esempio con la normativa vessatoria in tema di malattia, la riduzione della contrattazione collettiva e del potere d'acquisto dei salari prevista dalla riforma del modello contrattuale, l'accesso disuguale al salario accessorio e gli inasprimenti disciplinari previsti dalla legge Brunetta.
Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che non hanno scalfito la determinazione del governo a proseguire nella sua opera di distruzione della scuola statale, siamo oggi più che mai convinti che uno degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei lavoratori della scuola, siano le azioni di boicottaggio della burocrazia scolastica, come lo sciopero degli scrutini, ovvero, uno sciopero tradizionale e assolutamente legale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini, in modo da farne slittare lo svolgimento e mettere in qualche modo in crisi la macchina "burocratica" della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla L. 146/1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza d'urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici. Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi.
Chiediamo quindi a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla forma di sciopero più radicale praticabile in ambito scolastico, lo sciopero degli scrutini, che è stato indetto dai Cobas Scuola per primi e poi dell'Rdb, dell'Usi-Ait, dell'Unicobas e dello Slai Cobas per il sindacato di classe dando seguito all'appello lanciato a tutte le organizzazioni sindacali dal movimento dei precari, nel corso dell'assemblea nazionale dei precari della scuola del 31 gennaio scorso a Napoli.
Coordinamento Lavoratori della scuola "3ottobre" - C.P.S. Milano
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