31 marzo 2010

Comunicato CPS Bologna-Catania-Milano sullo sciopero degli scrutini

Di fronte all'ostinata indifferenza del governo verso le proteste dei lavoratori della scuola contro la politica dei tagli e di distruzione del sistema di formazione pubblico, il movimento dei precari della scuola, nelle sue varie articolazioni, sta portando avanti a livello nazionale con grande determinazione una campagna di boicottaggio degli scrutini di giugno.
Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990.
Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini.
Quando i lavoratori della scuola scioperano, a differenza dei lavoratori delle fabbriche, non bloccano la produzione, non creano un danno materiale immediato. Lo sciopero dei lavoratori della scuola ha un altissimo valore politico anche se puramente simbolico; lo sciopero degli scrutini esprime un contenuto politico più radicale e restituisce l'idea di una più decisa volontà di opposizione alle politiche scolastiche del governo. Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico.
Esistono dei precedenti incoraggianti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito. Nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.
Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare passivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole.
Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini.
Infine chiediamo a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla costruzione dello sciopero degli scrutini.

Coordinamento Precari Scuola - Bologna
Coordinamento Precari Scuola - Catania
Coordinamento Lavoratori Scuola "3 ottobre" - CPS Milano

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