Mozione del Collegio Docenti dell’IIS Galvani di Milano del 19 maggio 2009
sul decreto n. 41 dell’8 aprile 2009 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, relativo alle adozioni dei libri di testo (presentata dalla prof.ssa Elvira Ferrandino su proposta del Dipartimento di Elettrotecnica)
Approvata con 1 astenuto
Il Governo, continuando gli interventi sulla scuola, iniziati con il D.L. del giugno 2008 n. 112, convertito in Legge 6 agosto 2008 n. 133, interviene su di essa limitando anche la libertà di insegnamento. Già all’art. 15 del D.L. 112/08 erano stati previsti:
l’individuazione preferibilmente di libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet;
l’adozione di libri di testo, per gli istituti di istruzione secondaria superiore, prodotti nelle versioni a stampa, on line, scaricabile da internet, e mista;
l’obbligo di adozione esclusiva, a partire dall’anno scolastico 2011-2012, da parte del collegio dei docenti, di libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista.
libri di testo che sviluppino contenuti essenziali.
Successivamente, con la circolare n. 16 del 10 febbraio 2009, il Ministero ha ribadito tali concetti, indicando nella scelta e nell’adozione dei libri dei testo quelli che prevedano un alleggerimento dei contenuti disciplinari, riducendo la scuola ad un mero luogo di ritrovo, di socializzazione e di orientamento (vedi art. 3.1 della circolare: “Gli studenti sono i naturali destinatari delle scelte operate con l'adozione dei libri di testo; da qui la necessità di porre una particolare cura nell'individuare libri di testo non tanto in termini di onnicomprensività disciplinare, quanto piuttosto per valorizzare le potenzialità e le attitudini degli allievi. Per far ciò occorre avere un occhio di riguardo verso i loro reali bisogni, i loro valori ed i loro interessi; in genere - come è noto ai docenti – si tratta di bisogni orientativi, più che di bisogni contenutistici e nozionistici; ed è appunto a questo livello che si realizza la promozione di azioni adeguate che prescindono dai libri di testo”).
Infine con il decreto n. 41 dell’8 aprile 2009 il Ministero è anche intervenuto (come già peraltro previsto dal comma 3 del D.L. 112/08) sulle caratteristiche tecniche dei libri di testo nella versione a stampa, sulle caratteristiche tecnologiche dei libri di testo nelle versioni on line e mista, introducendo novità relative all’adozione dei libri di testo per l’anno scolastico 2009-10, che possono essere riassunte nei seguenti punti.
L’adozione deve avere scadenza pluriennale (6 anni per la scuola secondaria) e non può essere modificata nel corso dei periodi previsti.
La ridefinizione dei curricola vigenti comporta “nuove strategie didattiche ed un coerente dimensionamento dei libri scolastici” che dovranno essere incentrati “sui nuclei essenziali delle varie discipline” e accompagnati da altre risorse strumentali (internet, biblioteche scolastiche, ecc.). I docenti dovranno quindi integrare e completare gli argomenti, laddove necessario, nel “rispetto del diritto d’autore” e considerando che le attitudini degli studenti evidenziano “ bisogni orientativi, più che bisogni contenutistici e nozionistici”.
La scelta dei libri di testo a stampa può avvenire solo se l’editore si impegna a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio. Si può invece procedere a innovazioni o integrazioni solo nelle versioni scaricabili da internet.
Il collegio dei docenti, a partire dall’anno scolastico 2011-12, ha l’obbligo di adottare solo libri utilizzabili nelle versioni on line o mista (sia cartacea che on line).
Il Collegio Docenti pertanto prende atto del tentativo di passaggio coatto dal libro tradizionale al testo digitale scaricabile on line, fatto che obbliga tutti i docenti a rivedere le proprie strategie didattiche. Tale provvedimento si trasforma in un limite oggettivo alla libertà di insegnamento prefigura una strumentazione didattica decisa dallo Stato con modalità di trasmissione delle conoscenze e delle competenze frutto di una pericolosa riduzione della complessità del sapere.
Il Collegio Docenti si dichiara preoccupato per i motivi di seguito esposti.
Il rischio di dover utilizzare, entro pochi anni, una pletora di “Bignami digitali” con un aggravio del lavoro sommerso dei docenti che dovranno implementare e integrare il testo adottato.
Il pericolo che limitandosi al solo “orientamento", mettendo in secondo piano i contenuti, può solo creare soggetti che non avranno molti strumenti per inserirsi nel mondo del lavoro, ciò nella scuola in generale e in taluni insegnamenti degli Istituti Tecnici in particolare, perché caratterizzati dalla necessità di formazione tecnico-professionale.
La necessità, per l’utilizzo di libri solo in versione digitale, di un maggior numero di laboratori efficienti collegati ad internet e di aule attrezzate con postazioni multimediali (videoproiettore, computer per studenti e insegnanti); tale consizione in netto contrasto con la riduzione di risorse destinate alla scuola. Viste le
ridotte risorse finanziarie investite nella scuola, sarà necessario dunque immaginare l’obbligo per tutti gli studenti di possedere un computer con stampante a colori (costo medio € 500) o un e-reader (lettore di libri digitali costo medio € 350) con costi per famiglia molto pesanti. Senza dimenticare infine i problemi relativi alla stampa dei testi (a carico della scuola? O affidata alle famiglie?).
Pertanto il Collegio Docenti, in questa fase caratterizzata da approssimazione e confusione da parte del MIUR,
RIVENDICA
la scelta di testi tradizionali a stampa, lasciando internet e i libri digitali come ambito di libertà, visto che essi possono essere solo uno dei tanti strumenti di insegnamento, e non un obbligo imposto;
la libertà di insegnamento, che tale deve restare e non può essere incanalata, da dettami governativi, verso un abbassamento dei livelli di conoscenza e di formazione dei nostri allievi;
CHIEDE
La gratuità per tutti i docenti degli strumenti informatici necessari (un computer portatile per ogni docente con licenze di software applicativi) allo svolgimento del proprio lavoro.
L’applicazione in Italia del “far use” e del “fair dealing ”, che già sarebbe previsto all’art. 70 della Legge 22 aprile 1941, n. 63 che al primo comma recita: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali”. Il far use e il fair dealing sono previsti inoltre dalla Direttiva UE dell’aprile 2007 Ipred2 che disciplina l'armonizzazione delle normative penali in campo del diritto d'autore, e con l'emendamento 16 ha ribadito che: la riproduzione in copie o su supporto audio o con qualsiasi altro mezzo, a fini di critica, recensione, informazione, insegnamento (compresa la produzione di copie multiple per l'uso in classe), studio o ricerca, non è qualificabile come reato.
Maggiori risorse, sia umane che economiche, per potere rendere efficienti le biblioteche scolastiche, aggiornando il quadro legislativo, in modo da definire il loro ruolo e prevedendo delle adeguate figure professionali specifiche (come ad esempio il bibliotecario documentalista). Biblioteche scolastiche da utilizzare non per integrare “bignami digitali”, ma come spazi di ricerca e approfondimento, che abbiamo lo scopo di formare gli studenti all’uso dell’informazione, mettendoli in grado di utilizzare tutte le competenze in modo autonomo, critico e creativo.
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